| Sì, ma comunque, giusto per precisare, non è che i serbi (e in particolare i serbo-bosniaci e i serbi del Kosovo), si sentissero oppressori e "odiatori" a gratis, eh, pazzi... Nela loro coscienza "storica" e "nazionale", in larga parte deviata siam d'accordo, loro si sentivano e si sentono tutt'ora oppressi e minacciati e perseguitati da musulmani (bosniaci è un termine sbagliato: non c'è differenza etnica tra gli uni e gli altri, ma solo religiosa...) e albanesi. Tutto ciò che hanno fatto, secondo loro stessi, l'hanno fatto in difesa, in rappresaglia e in vendetta di secolari e sanguinosi torti subiti, veri o presunti, mica per sfizio o per apparire cattivoni. La differenza con gli anarchici spagnoli, quanto a "ragione" o a "torto", la puoi vedere tu da esterno, di certo non loro e da se stessi. E ti dirò di più: non la puoi vedere nemmeno tu da esterno e neppure io, che comunque presumo, viste le premesse, di conoscere assai meglio di te la storia dei Balcani e dei dieci anni di guerra/e. E' semplicemente, un maelstrom inestricabile di "ragioni e torti", con una sola costante: il sangue che per secoli è scorso. E che continuerà a scorrere con buona pace di pacifisti, pacifinti, americani, nato, cattolici, cattocomunisti, comboniani, russi, ecc. ecc. E perdonatemi l'involontario gioco di parole...
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