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Personaggi Storici

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Iaquinta
view post Posted on 20/9/2006, 19:58 by: Iaquinta     +1   -1




SOCRATE


VITA
Il padre di Socrate fu Sofronisco, uno scultore, e sua madre Fenarete, una levatrice. Socrate fu sposato con Santippe, che gli diede tre figli. Rispetto alla cultura dominante del tempo, essa era considerata una bisbetica. Socrate stesso attestò che avendo imparato a vivere con lei fosse capace di adattarsi a qualsiasi altro essere umano, esattamente come un domatore che avesse imparato a domare cavalli selvaggi. A Socrate piaceva frequentare simposi, riunioni in cui si beveva e si discuteva. Fu un bevitore leggendario, rimanendo sobrio perfino quando il resto della compagnia era completamente ubriaco. Combatté nella battaglia di Potidaea, la battaglia di Delio e la battaglia di Anfipoli. Sappiamo dal Simposio di Platone che Socrate fu decorato per il suo coraggio. In un caso rimase a fianco di Alcibiade quando era ferito, salvandogli probabilmente la vita. Durante queste campagne dimostrò di essere straordinariamente resistente, marciando in inverno senza scarpe né mantello.


Morte di SocrateSocrate visse durante un periodo di transizione, dall'apice del potere di Atene fino alla sua sconfitta per mano di Sparta e alla sua coalizione nella guerra del Pelopponneso. Nel momento in cui Atene cercava di riprendersi dalla sua umiliante sconfitta, su istigazione di tre figure prominenti del tempo (Anito, Meleto e Licone), il tribunale degli ateniesi processò Socrate per empietà e corruzione dei giovani, e lo condannò a morte, ordinandogli di bere la cicuta (vedi anche: processo a Socrate).

Il processo a Socrate generò molti dibattiti e diede vita ad un intero genere letterario, nell'ambito del quale si annoverano i "logoi Socratici" e le "apologie (= discorsi di difesa) di Socrate". Generalmente si crede che, benché Socrate fosse uno degli uomini più nobili mai vissuti, gli Ateniesi non fossero completamente ingiustificati nel condannarlo. Il metodo Socratico dell'elenchos fu malvisto da molti individui potenti del tempo, la cui reputazione di saggi e virtuosi fu danneggiata dalle sue domande. Il fastidioso metodo gli valse il soprannome di "zanzara d'Atene".

Il metodo Socratico fu imitato da molti giovani ateniesi, il che mise in subbuglio lo status quo morale e sociale. Inoltre ci furono anche motivi politici per eliminare Socrate, nonostante tre anni prima del processo ci fosse stata un'amnistia generale sui crimini politici. Infatti, pur avendo Socrate combattuto per Atene e sostenendo l'obbedienza alla legge, allo stesso tempo criticava la democrazia, in particolare la pratica Ateniese dell'estrazione a sorte delle cariche pubbliche, ridicolizzandola e dicendo che in nessun altro campo un artigiano o esperto veniva scelto con questo metodo.

L'ironia di Socrate era finalizzata a favorire la ricerca della Verità (intesa anche come Virtù dell'uomo), insita in ognuno di noi e che necessita di un aiuto per venire alla luce (arte della maieutica), attraverso il dialogo (il metodo dialettico fu apprezzato anche in seguito da Platone.

Tali critiche generarono un forte sospetto e avversità nei democratici, specialmente quando i suoi intimi erano nemici della democrazia. Alcibiade, risaputo amante di Socrate, tradì Atene per Sparta, e Crizia, suo discepolo occasionale, fu il capo dei trenta tiranni (l'oligarchia pro-Spartana che governò Atene per alcuni anni dopo la sconfitta).

Oltre a ciò, Socrate aveva opinioni alquanto particolari riguardanti la religione. Fece vari riferimenti al suo "demone" (daimon), descrivendolo come uno spirito personale che lo avvisava e consigliava. Molti dei suoi contemporanei ritenevano che questo atteggiamento fosse un rigetto della religione tradizionale della città, accusandolo di inventare nuovi dei e fuorviare i giovani Ateniesi (fu una delle accuse a lui mosse durante il processo). Generalmente si considera il "demone" Socratico una specie di intuizione. Inoltre Socrate affermò che il concetto di bene, invece di essere determinato dal volere degli dei (qualcosa è bene perché lo vogliono gli dei), lo precedesse (gli dei lo vogliono perché è bene).

PENSIERO
Il metodo socratico dell'elenchos consiste in domande e risposte riguardo le definizioni o logoi (singolare logos), cercando di determinare le caratteristiche generali condivise da varie istanze particolari. Visto che questo metodo è mirato a estrarre le definizioni implicite nelle idee e convinzioni dell'interlocutore, o ad aiutarlo a migliorarne la sua comprensione, fu chiamato metodo della maieutica.

Aristotele attribuì a Socrate la scoperta del metodo della definizione e induzione, che considerava l'essenza del metodo scientifico. Stranamente però, Aristotele affermò pure che tale metodo non fosse adatto all'etica. Socrate applicò il suo metodo all'esame dei concetti morali fondamentali del tempo, come ad esempio le virtù di pietà, saggezza, temperanza, coraggio, e giustizia.

Tale esame sfidò le assunzioni implicite nelle convinzioni morali degli interlocutori, portandone alla luce le contraddizioni e le inadeguatezze, e normalmente generando in loro lo stupore e smarrimento conosciuto come aporia. Riguardo a tali inadeguatezze, Socrate sempre professò la propria ignoranza, mentre altri continuarono a sostenere di essere sapienti. Socrate rispose che, essendo conscio della propria ignoranza, egli era più saggio di coloro che, essendo ignoranti, continuavano a professare la propria sapienza (teoria della dotta ignoranza). La consapevolezza del sapere di non sapere è una coscienza e una verità evidente e innegabile, che dimostra intanto che la verità e la coscienza esistono e sono possibili (essendovene una). Socrate pose il sapere di non sapere a fondamento di qualunque altra verità e conoscenza.
Questa paradossale affermazione fu trasmessa nell'aneddoto dell'oracolo di Delfi che dichiarò che Socrate fosse il piú sapiente di tutti gli uomini.

Socrate utilizzò questa dichiarazione come base per le proprie esortazioni morali. Socrate sosteneva che la principale virtù fosse la cura della propria anima tramite verità e conoscenza, che ricchezza non porta virtù, ma virtù porta ricchezza e ogni altra benedizione, sia all'individuo che allo stato e che una vita senza esame non valesse la pena di essere vissuta. Socrate pure sostenne che subire un'ingiustizia è meglio che commetterla.

 
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