| Notizia di ieri:
16 maggio 2007 ore 14:00 L’APPELLO DI POZZO: “FARE IL POSSIBILE PERCHE’ L’UDINESE RESTI A UDINE” “Se i lavori di adeguamento dello Stadio Friuli non saranno eseguiti entro agosto la squadra dovrà giocare le gare casalinghe del prossimo campionato a Bologna. Non voglio fare polemiche, ma sento sfiducia attorno alla mia famiglia”.
“Una situazione delicata”. Le parole del patron bianconero Giampaolo Pozzo (affiancato nella conferenza stampa di stamani dalle massime cariche dell’Udinese Calcio: il presidente Franco Soldati e il vicepresidente Stefano Campoccia) fanno comprendere che la vicenda Stadio Friuli è giunta al punto di non ritorno. “Non ho alcuna intenzione di fare polemica: la mia unica volontà è di fare tutto il possibile affinché l’Udinese non debba essere costretta a giocare le gare casalinghe del prossimo campionato lontano da Udine”. Un’ipotesi che prende sempre più corpo a causa del ritardo nell’avvio dei lavori di messa a norma dello Stadio Friuli: “Interventi che il Comune ha previsto per il 2008 e per i quali l’Udinese ha ricevuto una precisa diffida dal realizzarli. I miei tecnici, tuttavia, hanno segnalato che ormai da qui ad agosto non ci sono i tempi per completare gli adeguamenti richiesti. Non voglio puntare l’indice contro nessuno: sono sempre stato rispettoso di qualsiasi autorità politica e istituzionale. A loro oggi ci rivolgiamo affinché non permettano che Udine e il Friuli perdano la loro squadra”. Perché come già ribadito in passato, l’Udinese è dei suoi tifosi: “Non potessimo giocare in città, l’impianto più vicino disposto ad accettarci sarebbe quello di Bologna: ma con quali tifosi disputeremmo le partite casalinghe? I sostenitori rappresentano il motore di questa società: per questo abbiamo sempre mantenuto prezzi convenienti. I risultati altalenanti di questo campionato e le nuove misure di accesso allo stadio nel ultime partite hanno di fatto dimezzato il numero dei tifosi sugli spalti. Andare a giocare a Bologna sarebbe la morte”. Uno scenario da evitare, tenendo in considerazione ogni soluzione: “Se dovesse servire sono pronto a mettere da parte la mia persona: purtroppo vedo ostilità nei miei confronti. Ho l’impressione di essere circondato come un toro: il toro lotta e si difende sempre, ma alla fine è destinato a perdere. A questo punto mi chiedo: la mia famiglia ha forse fatto il suo tempo alla guida dell’Udinese? Se così fosse, di fronte a certe situazioni bisogna anche essere disposti ad alzare i tacchi e andare via. Ribadisco: non voglio fare polemica, ma solo evitare che l’Udinese, da sempre risorsa di questa città, sia costretta a giocare altrove. Finanziariamente la società riuscirebbe a mantenersi, ma senza i suoi tifosi che senso avrebbe? Abbiamo i sostenitori più corretti d’Italia, per anni abbiamo vinto coppe disciplina. E ora si ritrovano l’unico stadio tra serie A e B non a norma e l’Udinese diffidata dall’eseguire i lavori di adeguamento”.
e questa è di oggi:
7 maggio 2007 ore 16:30 VICENDA STADIO FRIULI: COMUNICATO DELL'UDINESE CALCIO
La conferenza stampa di ieri tenuta dall'Udinese Calcio aveva la sola finalità di sensibilizzare la cittadinanza udinese e tutte le autorità interessate della drammatica situazione venutasi a creare. L' Udinese Calcio aveva ed ha la necessità vitale di conoscere, al di là delle contraddittorie dichiarazioni provenienti da diversi esponenti dell'Amministrazione Comunale, se e quando lo Stadio Friuli sarà disponibile nel pieno rispetto della normativa vigente. Se ciò non potesse avvenire, legittimamente la nostra società ha chiesto e continua a chiedere che chi ne ha il potere faccia tutto il possibile per evitare che la nostra affezionata tifoseria debba assistere alle partite della propria squadra lontano dalla città di Udine. Come spesso è accaduto, tuttavia, le dichiarazioni ieri rese in conferenza stampa sono state mal interpretate: l' Udinese Calcio intende chiarire che, purtroppo, non è nei suoi poteri realizzare interventi così gravosi in tempi più rapidi rispetto a quelli che il Comune di Udine a questo punto prevede. Lo stadio, infatti, è un bene pubblico indisponibile e non sono superabili le procedure burocratiche previste per interventi strutturali così importanti. Se il Comune riuscisse a realizzare quanto necessario in tempo utile ben venga; diversamente l'Udinese non è nelle condizioni di poter provvedere come privato su un ente pubblico di proprietà di tutta la cittadinanza né alcuna norma glielo consente: è per tale motivo che chiediamo che chiunque abbia il potere intervenga in tutte le sedi competenti possibili per consentire alla esemplare tifoseria udinese di godere della propria squadra nella propria città.
Udinese Calcio Spa
bene,siamo alle solite,si ricomincia.....
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