VIVERE ULTRAS forum: I colori ci dividono, la mentalità ci unisce! (dal 23/01/04)

Skinheads

« Older   Newer »
  Share  
EAGLES C'MON !
view post Posted on 19/3/2004, 17:36     +1   -1




COSA NE PENSATE DI QUESTA CULTURA..?

Attached Image: boot_150.gif

boot_150.gif

 
Top
lotta dura
view post Posted on 19/3/2004, 17:48     +1   -1




più' che cultura lo chiamerei MOVIMENTO.

ma ti riferisci agli skin rossi?
o ai naziskin?
 
Top
EAGLES C'MON !
view post Posted on 19/3/2004, 17:50     +1   -1




NO..MI RIFERISCO...A TUTTE LE SUE SOTTOCLLUTURE....REDSKINS....HAMMERSKINS....

Attached Image: Skinheads_Eagle.jpg

Skinheads_Eagle.jpg

 
Top
EAGLES C'MON !
view post Posted on 21/3/2004, 13:59     +1   -1




ORGOGLIO SKINHEAD

Attached Image: skinwreath.jpg

skinwreath.jpg

 
Top
GUIN/=\NESS
view post Posted on 21/3/2004, 14:19     +1   -1




movimento interessante, nato dall'aggregazione di bianchi e neri uniti in lotta di classe contro il pensiero borghese,
peccato che il National Front inglese sia riuscito ad infiltrarsi snaturando lo spirito original.
sui bonehead non mi esprimo per rispetto di altri utenti del forum
a sharp e soprattutto ai rash ricordo che il movimento skin è stato l'unica sottocultura in cui non era presente la politica che purtroppo oggi invece è dominante.

STAY RUDE
 
Top
NAB71
view post Posted on 21/3/2004, 14:40     +1   -1




Il movimento skinheads nasce principalmente come reazione all'imborghesimento della classe operaia che stava avvenendo nel finire degli anni sessanta in Inghilterra ma anche negli altri paesi dell'Europa dell'ovest.
Lo skinhead vestendosi con indumenti operai (i boots, le bretelle, la stessa Fred Perry veniva anche usata nel lavoro) anche al di fuori dal lavoro tendeva a ribadire la sua appartenenza orgogliosa alla classe lavoratrice.

Data questa mentalità ultraclassista è facile comprendere come possano essere nati Redskins ed Anarchist Skinheads, semplicemente esacerbando la mentalità stessa e decidendo di operarsi effettivamente ed efficacemente per l'emancipazione e la lotta antiborghese e proletaria in genere. Anarchismo Sociale e Marxismo (assieme ovviamente ai derivati di entrambe le correnti di pensiero) sono infatti le uniche due correnti che vertono solo ed esclusivamente sulla classe lavoratrice e per la classe lavoratrice.

Gli aderenti alla RASH generalmente non hanno alcun rapporto con la partitocrazia parlamentare. Le correnti politiche predominanti sono fuor di dubbio Marxismo e Leninismo per quel che riguarda i reds e anarchismo sociale e anarco-sindacalismo per gli anarchici.

La RASH collabora solitamente con organizzazioni quali l'ARA (Anti Racist Action), AFA (Anti Fascist Action) e ovviamente la SHARP (anche se vi sono paesi in cui vi è stata una forte spaccatura tra la RASH e questa organizzazione) oltre alla mai celata simpatia per i movimenti indipendentisti (Baschi, Irlandesi, Palestinesi, Curdi, Corsi, Sardi, Zapatisti ecc...). In Spagna ma ancor più in Francia è fortissimo il legame fra RASH e CNT (Confederazione Nazionale del Lavoro, storico sindacato anarchico, corrispondente all' USI-Unione Sindacale Italiana) e nella Gran Bretagna con l'Anti Nazi League.

La RASH fa dell'antifascismo, antirazzismo, anticapitalismo, lotta di classe le sue bandiere e crede nei principi di SOLIDARIETA', UGUAGLIANZA E LIBERTA' che sono anche il significato delle tre frecce che sono il simbolo dell'organizzazione.

Edited by NAB71 - 21/3/2004, 12:21
 
Top
RedSkins THE HOZE
view post Posted on 21/3/2004, 14:57     +1   -1




I veri SkinHeads sono gli SkinHeads Antirazzisti e Antifascisti, che siano Reds, Anarchist, Original, ma sono loro i veri SkinHeads, e non la feccia Nazifascista che nasce negli anni 80, l'oro dello Skins hanno solamente l'abbiagliamento.

Gli SkinHeads nascono nel 69 e sono ANtirazzisti e Antifascisti, la maggior parte è schierata a sinistra chi non si schiera è apolitico ma non esistono Skins di destra finoa gli anni 80, quando non riesco a concepire come prendono campo gli HammerSkins.

Già il fatto che si chiamino HammerSkins e non SkinHeads dovrbbe denotare che non sono SkinHeads ma molto continuano erroneamente ad usare questo nome.

WE ARE THE REDS - WE ARE THE REAL SKINHEADS- OI !!

Attached Image: redskinflag.gif

redskinflag.gif

 
Top
EAGLES C'MON !
view post Posted on 21/3/2004, 15:05     +1   -1




Bootboys

Lo stile skinhead nasce dunque tra il 1967 e il 1969 nelle zone più popolari di Londra come derivazione "dura" dei mods. Aggressivi ai limiti della paranoia, nostalgici dei vecchi riti "proletari" (soprattutto delle scorribande sulle spiagge della costa meridionale e degli scontri con i rivali rockers), xenofobi e sciovinisti, gli skins adottano un look che dei mods rigetta ogni possibile "carineria borghese" a favore di un abbigliamento "meta-operaio" (nota numero 45), "una meta-dichiarazione sull'intero processo di mobilità sociale [...] Mentre i mods esplorano le mobili scelte "verso l'alto", gli skinheads esplorano la condizione Lumpen" (nota numero 46). Gli skinheads tendono a organizzarsi nella tradizionale struttura della "street-band", del gruppo di coetanei, di solito appartenenti alla stessa strada o quartiere, che esalta quel senso aggressivo del territorio che si esplica appieno nel modo skinhead di "vivere" la curva calcistica. Ma, oltre al look, alla matrice hooligan e a una fruizione musicale monodiretta, quel che distingue la cultura skinhead è soprattutto la apparente contraddizione che è alla base di questo stile di vita: la contemporanea assunzione di un modello comportamentale mutuato dai "rude boys", i "giovani maleducati" indoccidentali dai capelli a spazzola e dagli atteggiamenti teppistico-delinquenziali, e di un atteggiamento di tipo sciovinista e xenofobo nei confronti di ogni possibile "diversità" etnica, culturale e sessuale. Al contrario di quanto avviene per i mods, che si limitano ad assorbire la cultura musicale afroamericana, il contributo di marca rude boy alla cultura skinhead travalica i confini della musica, estendendosi al comportamento quotidiano, al linguaggio, allo stile di vita. "Ironicamente," scrive Dick Hebdige, "quei valori associati per convenzione alla cultura della "working class" bianca, che erano stati erosi dal tempo, da un relativo benessere e dallo smembramento dell'ambiente fisico in cui erano radicati, furono riscoperti nell'ambito della cultura negra indoccidentale in cui pure si trovavano [...] Allora gli skinheads risolsero o almeno ridussero la tensione fra un presente di cui si aveva esperienza diretta (il ghetto misto) e un passato immaginario (i classici slums bianchi) dando inizio a un dialogo che ricostituiva rispettivamente ciascuna realtà nei termini dell'altra" (nota numero 47). A confermare in modo definitivo l'atteggiamento di fondo dello stile skinhead interviene infatti il passatempo preferito di ogni skin: il "paki-bashing", l'aggressione rituale ("aggro") del sabato sera contro gli immigrati di origine asiatica e in particolare pakistana. La comunità pakistana, che si differenzia per le proprie caratteristiche non solo razziali, ma anche religiose, alimentari e culturali, e che con la propria coesione interna sembra proporre un modello "alternativo" a quello del "lavoratore bianco britannico", diviene l'emblema di tutto ciò che lo skin rifiuta, ma anche di quella che non riesce a non sentire come una contraddizione: ""Massacrare il pakistano" può esser letto come una manovra di spiazzamento per mezzo della quale la paura e l'ansia prodotte dalla limitata identificazione con un gruppo di negri si trasformavano in aggressività e venivano dirette contro un'altra comunità nera [...] Per ogni calcio dato si trattava di una contraddizione che veniva nascosta, resa plausibile, fatta "sparire"" (nota numero 48). Questo stile manifesta dunque una serie di caratteristiche precise: i due elementi di base che vanno a formare lo stile sono la sottocultura dei rude boys e il modello tradizionale giovanile "rough working class", che si manifesta attraverso l'aggregazione in bande di quartiere o di strada (nota numero 49). Quel che ne nasce è una sottocultura fondamentalmente violenta e teppistica, che si richiama direttamente a modelli vittoriani e previttoriani (nota numero 50), in cui il senso di difesa del territorio (che può essere rappresentato, in scala crescente, dalla strada alla curva dello stadio, dal quartiere alla nazione) e il senso di insicurezza che sfocia nella paranoia eleggono a regola fondamentale di vita la cosiddetta "prima legge del beduino", che recita: "Io contro mio fratello; io e mio fratello contro mio cugino; io e la mia famiglia contro la tribù; io e la mia tribù contro gli altri beduini; io e tutti i beduini contro chiunque altro". Tradotta in termini skinhead, questa regola porta a far sì che le "crews" (ciurme), come vengono definite le bande, combattano tra loro a livello di strada o quartiere, che si uniscano contro quelle di altre città (come negli scontri tra diverse tifoserie) e che si ritrovino unite contro il nemico, ossia il "resto del mondo" (nota numero 51). La cultura originale skinhead si mostra infatti più xenofoba che direttamente razzista: il "collante" non è biologico, ma culturale. E' skinhead chiunque si riconosca nei valori propugnati dallo stile; tutti gli altri, studenti e hippies, immigrati asiatici e "square people", istituzioni e forze dell'ordine, gay e rockers, rappresentano il "nemico". Con lo stile skinhead, con i suoi atteggiamenti e disvalori, nasce l'attuale movimento ultrà: a partire dal campionato 1967/68, "alleanze ad hoc tra gruppi di adolescenti e di ragazzi dei quartieri e delle periferie operaie iniziarono a rivendicare le curve dei campi di calcio come territori propri e, in modo più preordinato di prima, a escludere da queste zone sia gli spettatori più anziani che i giovani sostenitori di squadre avversarie. Così come il portiere difendeva la sua porta dagli attacchi dei giocatori avversari, allo stesso modo, con una estensione quasi naturale, costoro difendevano il territorio alle sue spalle dai tifosi rivali" (nota numero 52). Lo skinhead e il suo equivalente calcistico, il boot-boy ("ragazzo-scarpone", dall'uso autoidentificativo degli scarponi da combattimento), manifestano dunque quello stesso insano e insensato senso del "territorio comunitario" che caratterizza sin dalle origini l'approccio "rough working class" (nota numero 53), e che ha spinto a elaborare una griglia di interpretazione definita "ipotesi inglese", secondo cui gli hooligans sono "giovani che provengono dagli strati più bassi della classe operaia, vivono una comune condizione di disagio e marginalità sociale e riproducono nei gruppi hooligan l'appartenenza al proprio quartiere o al proprio rione. Il loro comportamento violento si spiega col fatto che essi hanno fatto proprio lo "stile maschile violento" tipico della cultura di vita dello strato operaio da cui provengono" (nota numero 54). L'avvento del modello boot-boy suscita una ripresa d'attenzione della stampa verso il teppismo calcistico: quel che fino al campionato mondiale di calcio del 1966, svoltosi in Gran Bretagna, viene in pratica ignorato, o almeno minimizzato (nota numero 55), dal 1967 in poi inizia a suscitare una nuova ondata di "moral panic": dopo il Victorian boy, il ted e il mod, lo skinhead rappresenta il nuovo pericolo giovanile, pronto a manifestarsi negli stadi come nelle strade, negli scontri tra tifosi e nelle aggro, nelle devastazione di treni e pubs come nel "paki-bashing" e nel "boot-party" (nota numero 56). Con gli anni Settanta il modello ultrà inizia a manifestarsi in termini attuali, e i disvalori della sottocultura hooligan iniziano a trovare un riscontro oltre Manica, influenzando profondamente le tifoserie di tutta Europa. Le prime tifoserie a forte presenza skin si registrano nel campionato 1968/69 a Londra e nelle zone meridionali del paese, ma ben presto tutte le principali squadre hanno al proprio seguito gruppi hooligan, tanto da spingere il "Football Mails" a battere continuamente sul tasto della "minaccia skinhead" (nota numero 57). Ed è sempre con l'avvento del modello skinhead che dalle curve torna a essere praticato in modo massificato il lancio di bottiglie rotte, dardi da tiro a segno, pezzi di tubo, lamette da barba fissate nelle arance. Ma l'arma più apprezzata continua a essere, come un secolo prima, lo scarpone con la punta in ferro, tanto efficace negli scontri da suscitare la preoccupata attenzione delle autorità. Il Doc Marten's, la marca di scarponi prediletta dagli skins, diviene così il simbolo, prima di ogni altro segno stilistico, della sottocultura skinhead e del suo equivalente calcistico. I tentativi delle autorità di bloccare l'utilizzo degli scarponi negli scontri producono in questi anni episodi di involontaria comicità: in molte città la polizia ne sequestra i lacci, e in alcuni casi si giunge addirittura ad ammettere negli stadi soltanto giovani senza scarpe, che restano ammucchiate alle entrate. Le fotografie ritraggono lunghe file di hooligans in pedalini che attendono di entrare allo stadio, rendendo il senso del parossismo allarmistico che la comparsa dello skinhead suscita nella società inglese (nota numero 58). Le cronache allarmate della stampa agiscono inoltre da megafono alle gesta dei gruppi hooligan, che iniziano a costruirsi una fama tanto sinistra quanto affascinante agli occhi dei più giovani. Le crews più agguerrite nascono tra i tifosi del Manchester United sia a Manchester (Red Army) che a Londra (Cockney Reds), e in quelle delle squadre londinesi del Millwall (The Treatments), del Chelsea (Anti-Personnel Firm, Headhunters) e del West Ham (Inter-City Firm). Altri gruppi di boot-boys che raggiungono rapidamente una sinistra fama sono il Mainline Express del Newcastle, il Service Crew del Leeds United, gli Zulu Warriors del Birmingham City. Tra risse, aggressioni e atti vandalici le tifoserie si affrontano anche a colpi di inni di battaglia: dalle curve dello "Shed", campo del Chelsea, si canta "Hello, Hello Chelsea Boot-Boys", mentre quelli del Millwall cantano, sull'aria di "Amazing Grace", "Mi-illwall, Mi-ill-wall"; i Paxton Aggro del Tottenham Hotspur intonano la violenta "We'll See You All Outside", e la Stretford End del Manchester United risponde con la sanguinaria "Hello! Hello! We Are the Butcher Coat Boys!". In realtà lo stile skinhead, visto come sottocultura specifica, già dal 1972 sembra essere caduto in disuso e resiste soltanto in alcune sacche dell'East End londinese, in Scozia e tra gruppi marginali di giovani operai del Midlands, ma i comportamenti e gli atteggiamenti legati alla cultura hooligan restano ben vivi nelle tifoserie di tutto il paese: "Lo skinhead si trasforma nello suedehead e quindi nello smoothies, ma lo "spirito del '69" [quello, cioè, dei primi skinheads] resta vivo nei kids" (nota numero 59). Ciò che invece ancora non sembra mutare è la composizione sociale della tifoseria. Secondo una ricerca svolta nell'area londinese sulla base dei dati raccolti su 520 infrazioni legate ad avvenimenti calcistici, durante gli anni 1974/76 "più di due terzi (68,1%) degli accusati [...] era costituito da lavoratori manuali, in maggioranza apprendisti; il 12% [...] da disoccupati e il 10% da studenti delle scuole inferiori"-
______________________________________________________


Herberts

gli herberts non sono una vera e propria sottocultura giovanile. Il termine viene usato per chi dedica la propria vita a hobby working class e maschili(vedi calcio, pub, biliardo etc).Verso la fine anni 70 i Cockney Rejects furono i portatori diquesti valori.Partendo dalla constatazione di come un certo tipo di approccio all'evento calcistico domenicale mostri ed abbia mostrato chiaramente, sin dagli albori dei primi anni novanta, in numerose e grandi piazze italiane ( GENOVA, ROMA, VERONA in primis) un diffuso e rinnovato interesse verso l'estetica, i rituali e le modalità d'incitamento tipiche delle tifoserie d'oltremanica. Contrariamente a quanto molti pensano l'odierna moda da stadio che impone l'uso di indumenti griffati LONSDALE, FRED PERRY E BEN SHERMAN, non ha nulla di innovativo o di "TRENDY" ma è solo l'ulteriore, MEDIATA RIVISITAZIONE ITALIANA di stili giovanili sorti in Inghilterra dall'inizio degli anni sessanta. Mods, Skinheads e Boot Boys (ovvero la trasposizione curvaiola degli Skinheads inglesi degli anni 60'') hanno gremito sin dalle loro origini le sides degli stadi d'oltremanica, importando in molte di queste (si pensi alla tifoseria dell'Arsenal che aveva un'ampia base Mod o all'INTERCITY FIRM del WEST HAM, fondata negli anni 70'' da Skinheads e Boot Boys) quello stile e quell'individualismo esasperato che le hanno rese per decenni il modello dello stile Ultras nostrano. Sorvolando, o per meglio dire rimandando ad altre pagine lo stretto rapporto fra i movimenti giovanili sopracitati e l'ambiente curvatolo inglese, ci interessa in primis descrivere colui che rappresenta il prototipo dell'hooligan d'oltremanica di fine anni 70", ovvero l'HERBERT. Il movimento Herbert, se di movimento si può parlare, nasce ufficialmente con l'esplosione del filone OI! (alla fine anni 70". L'OI è un genere musicale che prese vita dal punk e che si contraddistinse sin dalla nascita per le sue forti tematiche sociali e politiche, oltre che per i classici cori da stadio che ne rappresentavano il palinsesto sonoro), anche se il ragazzo chiunque inglese figlio del sottoproletariato ha sempre gremito sia i pubs che gli spalti calcistici dagli anni 50" in poi. Con la ricomparsa degli Skinheads sul finire degli anni 70" ed il Mod revival legato al periodo 2 TONE (nome della celebre etichetta ska che alla fine degli anni 70" produceva gruppi come Madness, Specials, Selecters ecc...) gli Herberts cominciano ad affollare le sale concerti fianco a fianco coi ragazzi delle altre due culture sopramenzionate (Mods e Skins) ed al pari dei fratelli con la testa rasata stravedono per gruppi PUNK - OI! come Sham 69, Cock Sparrer, Angelic Upstarts ecc.... Tuttavia i veri idoli incontestati per i ragazzi da pub di Londra divengono in breve tempo i Cocney Rejets, gruppo composto da veri Herberts, che conquistano il cuore dei kids perché riescono a coniugare più di tutti gli altri il binomio stile skin-calcio con due anthem che entrano nella storia della cultura Skinhead e che daranno spunto a decine di gruppi a venire (Gonads, Peter and the Test Tube Balies, Toydolls ecc....). La prima e più conosciuta di esse e' senza dubbio "I'm forever Blowing Bubbles" in versione OI, ovvero il rifacimento in chiave stradaiola del glorioso inno del WEST HAM, mentre la seconda e' la violenta "We are the firm", dedicata alla famigerata banda di hooligans londinesi, L'INTERCITY FIRM, di cui i Cocney Rejets facevano parte. Molte altre canzoni dei Rejets riprendono tematiche curvaiole e violenza da side ma due su tutte meritano menzione oltre alle precedenti, ovvero "East Side" che si apre col suono dei tamburi e "West Side Boys", inframmezzata da potenti cori in stile soccer crew. Stilisticamente gli Herberts si rifacevano al vestiario degli Skins (boots, maglie e golf Fred Perry, camicie Ben Shermann, bomber Alpha, pantaloni Levis o Wrangler e capelli corti, MA NON RASATI) e degli Hard Mods (ovvero i Mods della fine degli anni 60", i quali facevano uso di bombers, indumenti Lonsdale, Harringtons e Doc Marten's alte al pari degli Skins), esasperando pero' il lato calcistico dell'abbigliamento con maglie, sciarpe e spille delle squadre del cuore che li rendevano ampliamente riconoscibili dai loro rivali. Fra le loro fila trovavano posto anche molti ragazzi di colore, a meno che non si trattasse di bande di BONHEADS (ovvero Skins di destra sorti alla fine degli anni 70" sotto l'influsso del NATIONAL FRONT BRITANNICO), che condividevano con icoetanei bianchi l'amore per il sound giamaicano (original reggae, rocksteady, ska original e 2 tone) e la medesima estrazione proletaria. Il bassita dei Clash, Paul Simonon, era un Herbert e si rese protagonista di numerosi scontri con le gangs di altre squadre londinesi, venendo però allo stesso tempo in contatto, grazie alla frequentazione di questo ambiente, con la musica giamaicana (era di casa infatti col resto della sua banda al Flamingo noto locale giamaicano di Brixton), vero pilastro sonoro della sua eccezionale band (la canzone "Rudie can't fail" é una prova palese del legame anche "sentimentale" fra i Clash ed i Rude Boys Giamaicani) .OGGI, IN ITALIA il movimento Herbert e' presente a Genova con tanto di stendardo, a Perugia (Ingrifati ed A.R.), a Roma (soprattutto tra i Fedayn e gli A.S.Roma Ultras), a Bologna e più o meno in tutte quelle piazze frequentate da Skinheads o Rude Boys. I Cockney Rejets hanno suonato a Rimini nel giugno del 2000, di fronte a molti skins estasiati, degli herberts ormai hanno veramente poco, eccezion fatta per le grandi pance da birra e per la consueta violenza....."
___________________________________________________________

Suedeheads

("hoolifan" di Martin Knight ediz. libreria dello sport.....reperibile da feltrinelli alla modica cifra di 12,91 euri)C'E' UN CAPITOLO INTITOLATO "FOOTBALL E MODA" IN CUI SI DICE:"fu all'icirca a quei tempi che ci venne la mania della musica dal vivo.Ci facemmo perfino crescere i capelli lunghi. Da niente capelli ai capelli lunghi così all'improvviso. Da skinhead a hippy - anche se non eravamo hippies, proprio per niente. Non ce ne andavamo in giro per i prati facendo suonare campanelle, in viaggio da acido e predicando la pace per tutti. Ma ci facemmo crescere i capelli, ci buttammo in tipi nuovi di musica e indossammo vestitti piuttosto diversi..................Come via di mezzo tra uno skinhead e questo ero diventato anche un suedehead. Un suedehead èpraticamente uno skinhead con un taglio più lungo. Stessi vestiti, stessi gusti."Suedheads:Il movimento Suedhead ebbe una breve esistenza, ma per uno o due anni di fu molto popolare e diffuso. Fece la sua prima apparizione nell'inverno del `69/'70, come evoluzione della sottocultura Skinhead. I pionieri del movimento si ispirarono al look "da sera" degli Skinheads, rivisto e perfezionato, e lo trasformarono nel loro stile quotidiano. I capelli venivano portati un po' più lunghi. In questo modo finirono per somigliare molto ai Mods del '64, cosa che non ci stupisce, considerando che gli stessi Skins erano un'evoluzione dei Mods. Paul Weller li descrisse come "la logica estensione dello stile smart". Il movimento Suedhead ebbe la fortuna di non essere mai scoperto e messo in luce dai Media, reso commerciale, per dirla meglio, per essere, poco tempo dopo schiacciato e buttato via come una cicca di sigaretta, cosa che la stampa fa per vizio.Paul Armstrong, sicuramente uno dei Suedheads più famosi, dice della sottocultura "I Suedheads rappresentano un'Elite smart, curata nell'aspetto e intelligente. Un Suede preferisce girare in Taxi piuttosto che in autobus. Anzi, a dire il vero l'ideale per lui sarebbe una Rolls Royce, corredata di autista."AbbigliamentoSi portavano camice Ben Sherman o Brutus (preferibilmente a quadretti), completi (soprattutto Tonic Suits), Sta prest (la cintura sostituì le bretelle dei tempi degli Skinheads), Loafers e Brogues, cravatte tinta unita o a righe, così come il Cromb i-e quest' ultimo, al momento della divisione SKins/Suedes rimase un capo tipico dei Suedes. Bisognerà aspettare gli Skins revival per rivedere una testa rasata e un Cromie insieme. Importanti anche i particolari come spille da cravatta o fazzoletto nel taschino. Anche lo stile city-gent (gentleman n.d.t.) veniva molto apprezzato, questo comprendeva Bowler (bombetta n.d.t) e ombrello. Tuttavia oggi solo i Suedes più duri rimangono affezionati a questo stile, sebbene un ombrello così appuntito poteva rivelasi utile in determinate situazioni. I capelli erano portati corti ( 3-4 centimetri) e con la riga di lato. I Suedheads ascolta(va)no Rocksteady, Ska, e Northern Soul degli anni '60. L'unica vera e propria band furono i Marylebone Martyrs. Anche PaulArmstrong suonò nella band, che produsse solo una cassetta con tre brani.(IN UNIT…NOTHING). Avrebbe dovuto essere un cocktail di Ska, Soul 60's e Punk melodico (ma che criteri abbiano seguito nel decidere questo accostamento, non è dato di saperlo,sorry!.Ancora oggi esistono delle Fanzines, se ne parlerà forse in modo più ampio nel numero tre.Del resto anche Paul Weller, all'età di 12 anni, è stato un Suedhead. "Ricordo i giovedì notte passati in discoteche dove suonavano "Band of gold" di Freda Payne e "'54-'46 was my number" di Toots & the Maytals. Comprai quel vinile quand'ero un Suede e ogni volta che lo ascolto richiama alla memoria camice Brutus, Sta prest e Loafer"
___________________________________________________________

Rude Boys
Fin dai primi anni 40 la Giamaica aveva adottato molte forme e stili musicali provenienti dai vicini Stati Uniti. Verso la fine della Seconda Guerra Mondiale c'erano innumerevoli bands giamaicane che suonavano jazz (ad esempio Eric Deans Orchestra, con al trombone Don Drummond e alla chitarra Ernest Rangling, influenzati dai maestri del jazz americano come Count Basie, Erskine Hawkins, Duke Ellington, Glenn Miller e Woody Herman). Altra musica suonata nell'isola caraibica era il mento, versione indigena del calypso, che non riusciva però a riscuotere grande successo, a parte i turisti, per la sua scarsa ballabilità. Negli anni 50 l'esplosione rhythm and blues negli USA ebbe grandi ripercussioni anche sulla vicina Giamaica dando vita ad una miriade di piccole orchestrine che suonavano prevalentemente nei grandi alberghi per i ricchi turisti americani ed inglesi. L'orecchiabilità di questa musica aveva però coinvolto anche la popolazione del ghetto che attraverso l'ascolto delle radio americane si era appassionata al genere. Per rispondere alla grande domanda di rhythm and blues da parte del popolo giamaicano, troppo povero per possedere giradischi o dischi importati dagli USA, nacquero i primi sound systems. Essi consistevano in furgoni sui quali erano sistemate delle grandi casse e dove un dj metteva i dischi per interi fine settimana. I primi sound systems furono quelli di Count Smith "the Blues Blaster", Sir Nick "the Champ" e Tom "the Great Sebastina". Attorno ai sound system si riuniva una folla di appassionati capaci di ballare intere notti sulle note degli ultimi success R&B. Verso la fine degli anni 50 negli USA il R&B veniva soppiantato dal rock&roll come fenomeno musicale del momento, rendendo sempre più difficile la reperibilità di dischi con la musica che la gente giamaicana richiedeva. Fu cosi che le influenze jazz, R&B e mento furono fuse per creare un nuovo stile (inizialmente chiamato "shuffle") per poter continuare ad offrire musica ballabile e adatta al pubblico giamaicano. I gestori del sound system diventarono anche i responsabili nella produzione in studio di questa musica con grandi artisti come Neville Esson, Owen Grey, the Overtakers e the Matador Allstars. Il termine ska è solitamente utilizzato per descrivere tutta questa prima giamaicana, sebbene la nascita della musica ska si può collocare più correttamente solo verso la fine dell'anno 1960. Ci sono diverse correnti di pensiero su come sia nata la parola "ska". Chi la fa derivare al saluto ("Skavoovee") che Clue J and the Blues Blasters, una delle prime bands ad aver registrato un disco ska, indirizzava al proprio pubblico. Chi al particolare sound che usciva da questo tipo di musica: "ya, ya". Chi ancora ritiene "ska" derivato dal toasting (il parlare sopra le basi musicali) fatto durante le serate dai djs. Lo ska divenne subito popolare in Giamaica e alcuni artisti acquisirono lo status di veri e propri eroi nazionali: Roland Alphonso (sax tenore), Don Drummond, Rico Rodriguez (trombone), Lascelles Perkins, Owen Grey, Laurel Aitken, Derrick Morgan, Clency Eccles, Higgs and Wilson (voci) per nominarne solo alcuni. Il culmine del periodo ska fu sicuramente nel 1962, anno in cui la Giamaica diventò indipendente liberandosi dal colonialismo inglese e lo ska divenne il mezzo per esprimere l'ottimismo e le speranze di una vita migliore del popolo giamaicano. Inoltre sempre in quell'anno naquero gli Skatalites, vero e proprio supergruppo dello ska guidato dal jazzista Tommy McCook, che sancirono la maturazione dello ska. Nonostante la bassa qualità delle registrazioni mono, lo ska divenne la prima musica giamaicana ad avere successo anche all'estero. Soprattutto in Inghilterra, dove la comunità giamaicana era foltissima, lo ska (conosciuto con il termine "blue beat", dal nome dell'etichetta che distribuiva in Gran Bretagna questa musica giamaicana) conquistò un grande seguito verso il 1964 soprattutto tra i giovani mods e hard mods. Nel 1966 a causa di un'estate particolarmente torrida vi fu la necessità da parte dei sound systems di rallentare il ritmo della loro musica, essendo diventato faticoso ballare i veloci ritmi dello ska: nacque da quel momento il rocksteady che decretò la fine della popolarità dello ska e che poi rallentò ulteriormente evolvendosi in reggae. Tra i sound systems che, verso la fine degli anni 50, ebbero maggiore responsabilità nello sviluppo dello ska furono senz'altro quelli di Duke Reid e di Clement Seymore Dodd. Duke gestore insieme alla moglie di un negozio di liquori Treasure Isle Liquor era conosciuto come "the Trojan" per il fatto che il suo sound system utilizzava un camion di marca Trojan. Dodd invece si fece chiamare "Sir Coxsone Downbeat", in onore del giocatore di cricket Coxsone. Grande rivalità naque tra i due sound systems: sebbene Coxsone era più popolare tra i giovani del ghetto fu Reid ad essere incoronato per ben tre volte il Re dei sound systems nelle annuali gare che si svolgevano a Kingston. Questa rivalità spinse i sound systems a registrare in proprio i pezzi per attirare sempre più pubblico rispetto ai rivali (i dischi prodotti inoltre non venivano etichettati proprio per evitare che i rivali potessero rubarli ed utilizzarli nelle loro feste). Questa rivalità crebbe a tal punto che spesso venivano mandati dei casinari "rovinafeste" (i cosiddetti "dancehall crashers") appositamente per creare disordini al sound system rivale. Storica fu anche la scazzottata di grandissime dimensioni tra i fans di Cecil Bustamente Campbell detto "Prince Buster" e quelli di Reid e Coxsone (uniti per l'occasione), a dimostrazione di quanto fosse forte l'attaccamento verso i propri djs della gente. Tra i frequentatori dei sound systems spiccava particolarmente la presenza di "rude boys" (termine già presente negli anni 40), i ragazzi del ghetto, spesso disoccupati, che avevano creato un proprio stile nel ballare lo ska (più lentamente degli altri e spesso con un atteggiamento minaccioso) e nel vestire (caratteristica particolarmente importante: il pantalone che arrivava allo stinco). Molti di questi giovani vivevano una vita di crimine e violenza, nonostante ciò gli artisti e i produttori dello ska (molti dei quali provenivano dallo stesso ambiente) guardavano con simpatia le loro azioni cantandone le gesta: ad esempio The Soul Brothers (Lawless Street) e The Heptones (Gummen Coming to Town). Clement Dodd produsse un giovane gruppo composto da rudies: the Wailers (Bob Marley, Peter Tosh, Bunny Wailer). Prince Buster inventò nelle sue canzoni il mitico personaggio di Judge Dread capace di farsi dare 400 anni di carcere !!! Lo ska original, cosi chiamato per distinguerlo da quello contaminato dai vari ska revival che si sono succeduti negli anni, ancora oggi vanta un grande numero di appassionati. Mentre in Giamaica lo ska è considerata musica nazionale, in tutto il globo terrestre girano rappresentanti dell'epoca (Laurel Aitken, Skatalites, Desmond Dekker per ricordarne solo alcuni) che ci riportano a quei magici anni. articolo della modzine romana "I Sopravvissuti" (Febbraio 1997)
__________________________________________________________

La sottocultura skinhead

La subcoltura dello skinhead è molto interessante e compresa male. Molta gente suppone che gli skinheads sono un gruppo razzista di hooligans stupidi, ma non è la verità. Secondo Richard Collins, "Skinhead è più di una dichiarazione di modo, è un modo di vivere." Lo Skinheads originale era la gioventù britannica tesa al lavoro più fisico. Le punte d'acciaio dei boots nascono per esigenze di lavoro, come la testa rasata. Dopo il lavoro del giorno, lo Skinheads originale tende a vestirsi in modoi più rispettabile ed a recarsi alle dancehalls giamaicane. Si son mescolati con la Comunità indiana ad ovest, ed entrambi hanno adottato Ska come propria musica. Era l'estate '69. Nella metà degli anni 70, con l'esplosione del Punk, ci fu una rivoluzione nella coltura dello skinhead. Durante questi anni lo skinhead diventa sempre più violento e prende coscienza del proprio amore per il calcio e la tifoseria violenta. Sempre in questo periodo il partito britannico nazionalsocialista ed altre organizzazioni razziste secondarie hanno cominciato a reclutare i loro seguaci nelle curve degli stadi di calcio e nascono i boneheads. Molti tipi differenti di skinheads esistono, ma uno skinhead è sempre uno skinhead. Altre cose, quale credenza politica vengono in secondo luogo. Se qualcosa preclude qualcuno da essere uno skinhead "reale", è qualcuno che si transformi in in uno skinhead che gli skins "reali" siano specificamente razzisti o anti-razzisti. Tra i primi skinheads molti erano neri giamaicani e giravano con i bianchi. Ugualmente, tuttavia, alcuni dei primi skins sono stati coinvolti nella lega "di APL" (Anti-Paki) e non può essere negato che nel west-end era uso comune colpire i Paki." Molti inglesi pensavano che l'afflusso di stranieri, soprattutto pakistani stava danneggiando le loro prospettive di lavoro e i valori tradizionali." Non erano solo gli skins a pensar questo, ma furono loro i capri espiatori delle gesta razziste. Questi sono basicamente i valori tenuti dagli skinheads tradizionali, la politica non ha una grande influenza sulle loro vite, essendo uno skinhead è la cosa più importante. Verso la fine degli anni 80, un gruppo degli skinheads si è riunito per formare il primo gruppo di Skinheads contro il pregiudizio razziale. Lo SHARP ha avuto due obiettivi principali: riportare la pubblica opinione verso la vera coltura dello skinhead e cacciare i bonheads. Ci sono anche gli Hammerskins, di estrema destra che ritengono che l'amore delle proprie tradizioni, il quartiere, la città, la Nazione possa sfociare nelle gesta razziste L'unità all'interno della cultura skinhead principalmente si trova nel codice di comportamento, nel essere duri e puliti, cattivi ed eleganti. La credenza politica degli skinheads può variare, ma sono solitamente a sostegno del codice di comportamento. Questo codice non tratta il discorso della razza, quindi è difficile credere che lo skin debba essere per forza razzista o che debba per forza non esserlo. L'opinione pubblica sugli skins è sbagliata perchè non tutti sono razzisti. Questa idea sbagliata è principalmente il difetto dei mass-media che cercano sempre storie sensazionali per poter stupire, mettere in guardia da problemi inesistenti; hanno travisato spesso la coltura dello skinhead che implica che tutti gli skins fossero razzisti.Invece di non calcolare eventuali sbagli degli skins, i media parlando solo della violenza hanno creato dei mostri nei giovani che invece di prender le cose buone della sottocultura si son trovati davanti le descrizioni dei media, imitandole. Come conseguenza della risurrezione degli skinheads razzisti, molte fazioni del anti-razzista sono state formate la più importante è l'organizzazione S.h.a.r.p.Un'altra funzione che ha avuto un'influenza importante sulla cultura dello skinhead era hooliganism del calcio.
__________________________________________________________

Original skinheads

La moda della strada è sempre andata a braccetto con la musica popolare, in special modo tra i teenagers della working class britannica, che nel corso degli anni hanno usato look e musica come importanti elementi unificatori e per la creazione di movimenti giovanili di rilevanza nazionale. Primi esempi di questa tendenza includono i cosiddetti Teddy Boys che divennero sinonimo di rock and roll negli anni 50 e i Mods che si immedesimarono con i suoni del Modern Jazz e R&B nei primi anni del decennio successivo. Ma tra tutti gli stili che sono emersi nel corso degli anni che hanno portato avanti il binomio moda e musica con uguale importanza, in nessuno tale binomio si è rilevato cosi solido del movimento che divenne conosciuto col termine "skinhead". I primi segnali di nascita del movimento skinhead possono essere identificata intorno alla seconda metà del 1967. In quel periodo, la scena Mod era ormai in fase calante ed una nuova generazione di baldi giovani della working class britannica cominciarono a orientare la propria attenzione in modo crescente verso i suoni provenienti dalla Jamaica. Mentre i loro coetanei della classe media cominciavano a parlare di alti ideali tipo "pace" e "amore" e i loro gusti musicali si orientavano verso i suoni "stonati" della psichedelia, i teenager delle classi più povere che vivevano nelle grandi città cercavano soddisfazione in un sound ed in uno stile del tutto opposti al tanto pubblicizzato movimento "hippy". Con l'arrivo dell'inverno, i primi segnali di un nuovo look ben caratterizzato cominciarono a prendere forma soprattutto tra quei giovani londinesi che erano maggiormente attenti al proprio look. Alcuni cominciarono ad avere dei tagli di capelli corti ("College Boy Cut"), con riga centrale o laterale. Jeans Levis, giacche "windcheater" blu marina, cappotti "flyfronted" con collo alla Prussiana, donkey jackets e stivali militari o "Tuf" da minatore, divennero i primi elementi imprescindibili in questa prima fase di questo nuovo "look" che ancora veniva chiamato come Mod. Già con la primavera lo stile divenne sempre più definito. La lunghezza dei capelli si stava gradualmente riducendo e presto l'uso del rasoio divenne una necessità per ogni trendsetter degno di rispetto. In aggiunta, camicie "modello Oxford" Ben Sherman divennero di moda, mentre i jeans venivano tenuti tirati su. In seguito vennero introdotti risvolti nei pantaloni in modo da evidenziare la calzatura che poteva essere un boot preferibilmente rosso ciliegia con punta d'acciaio o una scarpa modello italiano con suola in pelle. Sul fronte musicale avvennero ulteriori significativi cambiamenti. Intorno all'estate del 1968, la musica Jamaicana subì una radicale trasformazione, con i ritmi Rocksteady sostituiti dal più veloce ed aggressivo metro del reggae. Questo stile musicale senza fronzoli e senza compromessi era perfetto per l'attitudine di questi nuovi giovani "stylists" e nel corso dei seguenti mesi divenne il punto di riferimento per il loro movimento in continua crescita. Sotto la spinta di questi giovani che acquistavano Reggae , spinse questa musica dalle periferie della scena musicale britannica al centro dell'attenzione del music business. Nonostante la riluttanza delle radio nazionali. un crescente numero di dischi Jamaicani ebbe modo di entrare nelle classifiche pop di vendita britanniche. La maggior parte di questi dischi era prodotta dalla Trojan, che sebbene fosse stata lanciata nell'estate del 1968 presto divenne dominatrice del crescente mercato reggae, lanciando singoli che coprivano diverse variazioni dello stesso genere attraverso sia l'etichetta principale che altre sussidiarie. Nel frattempo, sul fronte della moda, i boots "airwair" Dr Martens divennero le calzature "di rigore", insieme con le bretelle e i "jungle greens" (pantaloni militari), mentre per la prima volta il termine "skinhead" cominciò ad essere usato anche da persone al di fuori del movimento. Con il diffondersi del movimento in tutto il Regno Unito, gli originatori di questo movimento nel tentativo di differenziarsi stilisticamente dalla massa cominciarono ad introdurre ulteriori capi e dettagli, come i pantaloni Levi stapress, pullovers senza maniche, abiti "Tonic" (ovvero fatti di uno speciale tessuto mohair iridescente in tre tonalità), harrington jackets, cappelli di veltro, crombies o cappotti a tre quarti di montone, brogues con punta d'acciaio, loafers e scarpe Gibson. In aggiunta il "Number One Crop" ovvero l'uso del minimo livello del rasoio divenne lo stile di capelli preferito dai giovani skinheads più alla moda. Anche le ragazze svilupparono un proprio stile tra cui spiccavano tagli di capelli corti "feathercut", monkey boots e giacche e gonne sempre in tessuto "tonic". Verso la primavera del 1970, le avanguardie dello stile nella scena avevano già introdotto ulteriori nuovi dettagli nello stile. Camicie con mezze maniche della Ben Sherman con schemi "gingham", a grandi scacchi o a righe ("pyjama"), mentre simili design di camice di aziende rivali tipo Brutus e Jaytex cominciarono ad essere accettate. Con l'arrivo dell'estate, iniziarono ad apparire giacchetti jeans della Levis e di altre aziende, con gli occhiali da sole della Polaroid che davano l'ultimo tocco di classe. Il cosiddetto "look skinhead" era diventato un fenomeno nazionale, ma la sua grande popolarità contribuì anche alla sua fine. Aziende di abbigliamento avevano velocemente capitò le potenzialità di questo mercato e cominciarono a produrre capi di abbigliamento di bassa qualità che potevano sembrare ad un acquirente superficiale come il "capo originale", ma che erano disprezzati dai puristi originatori di questo stile. Diventato fenomeno di massa, gli "stylists" più vecchi cominciarono ad allontanarsi dalla massa omologata che era salita sul carrozzone della moda skinhead. I capelli cominciarono a crescere di nuovo e furono reintrodotti i pantaloni Principe di Galles "pied de poule" che erano stati particolarmente popolari durante le ultimi fasi dell'era Mod. Alcuni iniziarono addirittura ad indossare cappelli a bombetta, del tipo di quelli che usavano i businessmen della City, insieme all'ombrello d'ordinanza, ma tutto ciò si rivelò inutile. Da aggiungere al loro senso di impotenza, la musica che li aveva tenuti uniti cominciò a cambiare, con la Trojan tra i principali responsabili di questo cambiamento. Infatti, nel tentativo di incrementare ulteriormente le vendite e far uscire il Reggae dal ghetto underground per farlo diventare un genere musicale "mainstream", la casa discografica iniziò sempre più ad annacquare la propria produzione ammiccando a maggiori sofisticati accorgimenti, considerando lo stile ben definito delle prime produzioni come una cosa superata. All'inizio del 1971, solo gli ingenui o quelli troppo giovani per sapere di cosa si trattasse realmente lo stile skinhead cercarono di mantenere vivo questo look, ma presto anche loro smisero di portare avanti questa bandiera. Il Reggae naturalmente rimase, anche se il fallimento della Trojan di rendere popolare questa musica, insieme con un cambio del clima politico, contribuì all'allontanamento da questa musica da parte della gran parte dei giovani bianchi britannici.Traduzione da articolo di Old Skool Jim

___________________________________________________________

Skins

Gli skinheads nascono come movimento giovanile nei tardi anni '60 in Inghilterra. Diretti discendenti dei Mods, si distinguono per l'accentuata attitudine allo scontro fisico, singolo e di gruppo, con i componenti di altre bande giovanili. I capelli rasati e gli anfibi dalla punta rinforzata hanno una precisa funzione pratica. Teste rasate e abiti attillati tolgono appigli durante le scazzotate, e le Doc Marten's hanno una conchiglia in acciaio che le rende armi formidabili. Nella divisa Skin l'unico orpello estetico sono le bretelle, sottili e spesso rosse, portate su pantaloni con cintura. Gli skinheads delle radici sono proletari, apolitici, antiintellettuali, antisociali e fedeli solo al proprio gruppo. La loro musica è lo Ska, di importazione jamaicana. Ubriacarsi e picchiarsi sono i loro passatempi, il calcio e la tifoseria ragine di vita che li caratterizza. Durante gli anni '70, l'avvento del Punk divide gli Skinhead in due nuove fazioni: gli skin anarcoidi o dichiaratamente di sinistra e gli skin tradizionalmente antipolitici, che riconsocono solo il gruppo e l'individuo. E' la nuova generazione che genera gli skin di estrema destra, che introducono abiti militari e simbologie e ideologie razziali e antisemite nel loro credo. I tatuaggi diventano un must, motti di lotta e inneggianti alla violenza. Ciò che il movimento skihead offre a chi lo abbraccia è un forte senso di fratellanza, e la sicurezza di avere sempre dei "fratelli" su cui contare in caso di problemi pratici. Il culto della forza impone spesso prove di coraggio e le manifestazioni di violenza, aggressività e fedeltà al gruppo sono elementi considerati vincenti. Ad oggi, il movimento skinheads è ancora popolato da anime differenti: gli aderenti alla AFSA (Anti Fascist Skin Alliance), i red skins sono comunisti, antirazzisti e antinazisti e vedono come traditori gli skins che in tutto il mondo abbracciano ideali di tipo nazista; gli SHARP(skinheads against racial prejudice), ovviamente contro il razzismo, fanno di ciò il loro motto e stanno prendendo largo nell'ambiente skin non portando ideee politiche, anche se molto spesso vicini ai reds; poi ci sono gli skins di estrema destra, vicini al ku klux klan negli Usa e a gruppi neonazisti nel resto del mondo, esasperatamente nazionalisti. La musica caratteristica che si aggiunge allo ska è l'oi! spesso cantato da gruppi skinhead come gli Skrewdriver, noti per i loro concerti contro l'immigrazione e i testi inneggianti alla violenza. La passione per il calcio e il tifo violento si è affiancata alla preparazione atletica in discipline di combattimento come boxe,la thai-boxe e il full-contact.
___________________________________________________________

Skins & reggae

Il 1968 vede due nascite: una in Jamaica di un nuovo stile musicale detto REGGAE, ed uno in Inghilterra di un nuovo stile giovanile, che aveva preso come colonna sonora delle sue gesta teppistiche proprio il reggae, i cui ' adepti' verranno chiamati un anno più tardi, SKIN HEADS. Il collegamento era dovuto al fatto che molti clubs frequentati da Indo occidentali erano anche frequentati da giovani hard mods inglesi che si appassionarono al nuovo genere jamaicano facendone, appunto, musica propria. Pezzi come "Live Injection" o "Return of Django" degli Upsetters; "Israelites" o "Pickney Gal" di Desmond Dekker; "Wanderful world, Beautiful People" o " Hard Road to Travel" di Jimmy Cliff o la magnifica "Young Gifted and Black" di Bob e Marcia furono tutti scritti nel 1969 e furono tutti ai primissimi posti delle classifiche inglesi. I produttori jamaicani come Lee perry, il mitico Leslie Kong o Prince Buster, Lambert Briscoe o Clancy Eccles non persero l'occasione per creare proprio un mercato discografico "made for skin heads"con etichette discografiche come la "Clandisc", la "Grape", la "Hot Rod" o la celeberrima "Pama" spostando le loro vendite verso il nuovo mercato britannico super affamato di Reggae. Gli artisti jamaicani intonarono brani reggae dedicarti agli Skin Heads con pezzi come: "The Moonhop" di DerrickMorgan poi rubata dai Symarip per il loro "Skin Head Moonstomp", "Skin Head Girl" appunto dei Symarip; "Skin Head speaks your mind" o "Skin Heads don't Fear" degli Hot Rod Allstars o l'ultra rara "Skin Heads a bash dem" di Claudette ormai impossibile da trovare anche in Inghilterra. Nel 1971 il reggae diede poche altre hits trasformandosi definitivamente nel reggae rasta che conosciamo tutti e il culto Skin Heads terminò di esistere anche per colpa di una lotta fra gang detta appunto "reggae war", che vedeva gli Skinheads dei quartieri bianchi in lotta con gli Skinheads di colore. Ovviamente lo Skinhead Reggae non esiste più, ma va agli Skinheads il merito di aver diffuso per primi il Reggae fra i bianchi.

___________________________________________________________





Attached Image: SkinheadFistPin2.jpg

SkinheadFistPin2.jpg

 
Top
RedSkins THE HOZE
view post Posted on 21/3/2004, 16:25     +1   -1




Allora non so cosa tu volessi dire con tutto quel mare di rob a ma ti dovresti ricordare che gli SkinHeads nascono e si sviluppano come movimento in un periodo storico particolare, caratterizzato da un rafforzamento della sinistra in tutta europa che sopratutto tra i giovani ebbe forza e seguito nel 67-68-69 e in tutti gli anni 70, inoltre gli Skins si sviluppano nell'west-end londinese, la zona rossa di Londra, il quartiere operaio, proletario, la zone x tradizione più rossa, baluardo del Labour Party che non era come l'Attuale partito di Blair di stampo socialdemocratico questo x intenderci.
Nascendo e sviluppandosi in questo contesto storico e sopratutto nell'west end londinese era inevitabile che alcuni SkinHeads si schierassero politicamente, all'inizio gli Skins erano Reds (Comunisti) oppure Apolitici (come oggi chiamiamo Original o TrojanSkins), erano Antirazzisti e Antifascisti ascoltavano Raggae, Ska, Rockesteady, Jazz, musiche di chiara derivazione etnica delle popolazioni di colore, quindi era impensabile che nel 69 come negli anni 70 vi fossero Skins di destra, le cose cambiano radicalmente a partire dal 1977, anno in cui nasce il punk (è una data simbolo come il 69 x gli Skins) molti Skins si avvicinano al Punk e nei primi anni 80 nasce l'Oi i primi album risalgono all'80-81, con la nascita con l'oi si ha una rottura con il passato, in questo periodo il National Front inizia a fare propaganda ai concerti Oi, alle feste ed ai raduni, ed in questi anni 80-81 nascono gli HammerSkins, si vestono come SkinHeads, ma non hanno niente delle cultura SkinHeads ne tantomeno della musica, infatti ascoltano solamente Oi, si riuniscono sotto un organizzazione chiamata HammerSkins International, il loro simbolo non sono i martelli della Working Class che sono un simbolo degli SkinHeads ma i Martelli del Sindacato Nazional-Socialista tedesco e la ruota dentata altro simbolo del Sindacato Nazional-Socialista tedesco, come anche i loro colori Nero-Bianco-Rosso che si rifano al Nazional-Socialismo.
Altra cosa fondamentale è ricordare che anche se ascoltavano l'Oi i NaziSkins avevano un profondo odio verso i Punk, infatti mentre gli SkinHeads Antirazzisti e Antifascisti ascoltavano anche il punk, i Nazi gli accusavano di perdere il vero spirito SkinHeads, infatti sopratutto i RedSkins e gli AnarchySkins niziarono ad usare un abbigliamento un pò più punkeggiante cosa non tollerata dai Nazi che si considerano erronemante i veri SkinsHeads anche se nascono dolamente negli anni 80 mentre i veri Skins nascono nel 69.

Quello che mi chiedo io è come sia possibile che un Nazi che nasce negli anni 80 possa dire di essere un vero SkinsHeads, visto che gli SkinHeads nascono nel 69 e non negli anni 80, quindi 10 anni prima.
E un altra cosa come è possibile che si possano ritenere i veri SkinHeads se degli SkinHeads hanno solamente l'abbigliamento, visto che della cultura SkinHeads e della cultura musicale SkinHeads non hanno un cazzo.
E x ultimo come è possibile che dichiarino che i Reds non sono i veri Skins, eppure i Reds sono sempre esistiti, fin dalla nascita del movimento SkinHeads.

Ti vorrei informare poi che la palestra Lonsdale London era famosa x i suoi muri con le scritte politiche (di sinistra) ed inoltre era frequentata da ragazzi di colore e da ragazzi di sinistra, ed era una palestra popolare di Boxe.

WE ARE THE REDS - WE ARE THE REAL SKINHEADS- OI !!

Attached Image: redskinflag.gif

redskinflag.gif

 
Top
Genoa1893
view post Posted on 21/3/2004, 22:11     +1   -1




..senza fare troppi copia e incolla o senza andare a cercare sul dizionario per motivare il movimento risponderò semplicemente alla tua domanda.
Credo che siano dei movimenti validi e seri che siano di destra o di sinistra,è gente che comunque non fa tante chiacchere,si danno da fare per valere il loro pensiero e credono in quello per cui lottano.
Conosco vari skin e redskin e devo dire,riportandomi al discorso delle droghe,che i primi sono le uniche persone di destra,di mia conoscenza,che non utilizzano alcun tipo di droghe come dovrebbe essere per la gente di destra,se non sbaglio..
Al di là di come la vedo io politicamente preferisco uno skin che un cretino che inneggia al duce e al berlusca senza saperne una sega.
 
Top
T3CHNOMALATO
view post Posted on 21/3/2004, 22:56     +1   -1




bah ...1konto è essere naziskin o redskin...1konto è essere skinhead
 
Top
davidguevara
view post Posted on 2/4/2004, 11:23     +1   -1




è un po che non vengo sul forum...motivi di prole in arrivo...ma noto con piacere che il clima è sempre piacevole...c'è solidarieta fra i componenti "storici" del forum...bella la coalizione contro chi vuol far diventare questo forum alla stregua del "non compianto"tifonet!
a differenza di molti frequentatori del forum...se non altro x la mia eta...(cazzo che palle sto vecchio...!!!???..)..ho vissuto direttamente i fenomeni che il giovane catanzarese a copiaincollato........nei primi anni 80..(precisamnete dal 1980 a 1983..)sono stato un MOD............confermo il legame stretto tra SKINS..(uso questa parola x generalizzare...potrei dire sharp...rudeboys..ec ec)e MODS..infatti la birreria di rimini che frequentavo all'epoca (andavo a scuola la.....)era inizialmente frequentata da skins...poi ci siamo aggregati noi..e li abbiamo convissuto in maniera tranquilla x anni......la politica all'epoca era x noi una cosa marginale...certo è che nessuno di noi è mai stato di destra...da qui la mia meraviglia nel sapere che attualmente molti gruppi mods da stadio sono apertamente di dx..(bologna, roma, cz..)...x noi all'epoca contava molto di piu la musica, il senso di appartenza, l'amicizia.la fratellanza..ricordo anche ragazzi di colore fieramente MODS......è stata una fase della mia "variegata" esperienza personale che ricordo con piacere.....malgrado le tante botte prese un po da tutti....metallari, punk, fascisti ecc ecc......il legame MODS stadio è sempre stato molto forte..anche se a Firenze..non si è mai manifestato....ricordo di aver portato x un'inverno intero la sciarpa del WEST HAM..anche se all'epoca (avevo si e no 15 anni...)non sapevo molto di ultras o di hooligans....ma seguivo quelli piu grandi..........concludo ribadendo che le connotazioni politiche di questi movimenti..sono sttae attribuite in tempi recenti...nessuno dei movimenti di cui parlate nascono come movimenti prettamente politici...questo è un dato di fatto inconfutabile!
WE ARE THE MODS WE ARE THE MODS...WE ARE..WE ARE ..WE ARE THE MODS!
 
Top
EAGLES C'MON !
view post Posted on 3/4/2004, 12:04     +1   -1




CITAZIONE (davidguevara @ 2/4/2004, 10:13)
è un po che non vengo sul forum...motivi di prole in arrivo...ma noto con piacere che il clima è sempre piacevole...c'è solidarieta fra i componenti "storici" del forum...bella la coalizione contro chi vuol far diventare questo forum alla stregua del "non compianto"tifonet!
a differenza di molti frequentatori del forum...se non altro x la mia eta...(cazzo che palle sto vecchio...!!!???..)..ho vissuto direttamente i fenomeni che il giovane catanzarese a copiaincollato........nei primi anni 80..(precisamnete dal 1980 a 1983..)sono stato un MOD............confermo il legame stretto tra SKINS..(uso questa parola x generalizzare...potrei dire sharp...rudeboys..ec ec)e MODS..infatti la birreria di rimini che frequentavo all'epoca (andavo a scuola la.....)era inizialmente frequentata da skins...poi ci siamo aggregati noi..e li abbiamo convissuto in maniera tranquilla x anni......la politica all'epoca era x noi una cosa marginale...certo è che nessuno di noi è mai stato di destra...da qui la mia meraviglia nel sapere che attualmente molti gruppi mods da stadio sono apertamente di dx..(bologna, roma, cz..)...x noi all'epoca contava molto di piu la musica, il senso di appartenza, l'amicizia.la fratellanza..ricordo anche ragazzi di colore fieramente MODS......è stata una fase della mia "variegata" esperienza personale che ricordo con piacere.....malgrado le tante botte prese un po da tutti....metallari, punk, fascisti ecc ecc......il legame MODS stadio è sempre stato molto forte..anche se a Firenze..non si è mai manifestato....ricordo di aver portato x un'inverno intero la sciarpa del WEST HAM..anche se all'epoca (avevo si e no 15 anni...)non sapevo molto di ultras o di hooligans....ma seguivo quelli piu grandi..........concludo ribadendo che le connotazioni politiche di questi movimenti..sono sttae attribuite in tempi recenti...nessuno dei movimenti di cui parlate nascono come movimenti prettamente politici...questo è un dato di fatto inconfutabile!
WE ARE THE MODS WE ARE THE MODS...WE ARE..WE ARE ..WE ARE THE MODS!

......eri un mods ?......bene....
qui a cz come hai anche citato tu ci sono mods....ma di destra....
I MODS RULE !

Attached Image: cz_giulianova_3.jpg

cz_giulianova_3.jpg

 
Top
RedSkins THE HOZE
view post Posted on 3/4/2004, 17:46     +1   -1




Attualmente la stragrande maggioranza dei MODS è di destra, anche ad Arezzo ci sono dei MODS del ruppo OFC, di facciata apolitici di fatto di destra che vanno a braccetto con BOYS & REBELS gruppi Aretini di estrema destra e legati ai Laziali e a partiti e movimenti di estrema destra.

A Roma una volta c'erano i MODS di destra oggi ci sono gli ASR MODS anche loro di destra.

i MODS Bolognese attualmente non sono composti da MODS ma in pratica raggruppano tutte le frange tendenti a destra bolognesi.

I MODS alla loro nascita erano di sinistra o apolitici, dagli anni 80 si diffusero MODS di destra come anche dagli anni 80 nacquero i NaziSkins.

WE ARE THE REDS - WE ARE THE REDSKINS - WE ARE THE REAL SKINHEADS

ANTIFASCIST
ANTIRACIST
ANTICAPITALIST

SKINHEADS ONLY RED

Attached Image: dog.gif

dog.gif

 
Top
GUIN/=\NESS
view post Posted on 3/4/2004, 21:55     +1   -1




CITAZIONE (davidguevara @ 2/4/2004, 10:13)
è un po che non vengo sul forum...motivi di prole in arrivo...ma noto con piacere che il clima è sempre piacevole...c'è solidarieta fra i componenti "storici" del forum...bella la coalizione contro chi vuol far diventare questo forum alla stregua del "non compianto"tifonet!
a differenza di molti frequentatori del forum...se non altro x la mia eta...(cazzo che palle sto vecchio...!!!???..)..ho vissuto direttamente i fenomeni che il giovane catanzarese a copiaincollato........nei primi anni 80..(precisamnete dal 1980 a 1983..)sono stato un MOD............confermo il legame stretto tra SKINS..(uso questa parola x generalizzare...potrei dire sharp...rudeboys..ec ec)e MODS..infatti la birreria di rimini che frequentavo all'epoca (andavo a scuola la.....)era inizialmente frequentata da skins...poi ci siamo aggregati noi..e li abbiamo convissuto in maniera tranquilla x anni......la politica all'epoca era x noi una cosa marginale...certo è che nessuno di noi è mai stato di destra...da qui la mia meraviglia nel sapere che attualmente molti gruppi mods da stadio sono apertamente di dx..(bologna, roma, cz..)...x noi all'epoca contava molto di piu la musica, il senso di appartenza, l'amicizia.la fratellanza..ricordo anche ragazzi di colore fieramente MODS......è stata una fase della mia "variegata" esperienza personale che ricordo con piacere.....malgrado le tante botte prese un po da tutti....metallari, punk, fascisti ecc ecc......il legame MODS stadio è sempre stato molto forte..anche se a Firenze..non si è mai manifestato....ricordo di aver portato x un'inverno intero la sciarpa del WEST HAM..anche se all'epoca (avevo si e no 15 anni...)non sapevo molto di ultras o di hooligans....ma seguivo quelli piu grandi..........concludo ribadendo che le connotazioni politiche di questi movimenti..sono sttae attribuite in tempi recenti...nessuno dei movimenti di cui parlate nascono come movimenti prettamente politici...questo è un dato di fatto inconfutabile!
WE ARE THE MODS WE ARE THE MODS...WE ARE..WE ARE ..WE ARE THE MODS!

lunga vita ai mods e soprattutto alle modettes.
David, ma un mod non resta mod per tutta la vita????

 
Top
58 replies since 19/3/2004, 17:36   5126 views
  Share