Sulla storia delle trappole organizzate oramai un po' ci marciano su, ma ogni tanto le fanno, eh.
Ricordo come se fosse ieri, perché è stata un'esperienza assurda e al contempo indice di quanto le curve siano sotto controllo.
L'anno che abbiam fatto la promozione, una partita dovevamo giocarla in periferia a Busto Arsizio. Piovosa giornata di tardo inverno, decidiamo di andare in macchina, pronti a tutto ma senza andare in cerca di niente. Da Legnano a Sacconago sostanzialmente non passi per Busto Arsizio, stai sempre sui confini, strade di campagna e arrivi a questo quartiere periferico.
Bene, partiamo tranquilli per fare la "strada da dietro" e dopo cinque minuti veniamo intercettati dalla polizia in borghese e un paio di volanti, in mezzo alla strada. Commento: "vi ci portiamo noi allo stadio a Sacconago, ordine pubblico". Senza stare a entrare nel merito del perché o del per come, non discutiamo e continuiamo.
Morale della favola? Ad una certa girano a destra puntando verso il centro di Busto, passando davanti a un bar ritrovo degli ultras della Pro Patria, che giustamente partono. Senza pensarci due volte tutti scendiamo dalle auto. Ecco, in quel momento mi scendo e mi guardo indietro e c'è già uno della digos che fa il filmimo. Trenta secondi di scontri. Se non ricordo male qualche diffida ai bustocchi arrivò.
Così non riuscimmo a menarci, ci beccammo degli sbirri dai cugini e ci restò addosso un senso di schifo e malessere incredibile.
Trappolone. Poi magari non eravamo noi il bersaglio, ecco. Ma che tutto fosse organizzato non me lo toglie nessuno dalla testa