Il tipo di ultras descritto da FUI è sempre più raro, soprattutto nelle grandi città metropolitane. Ossia quell'ultras che ama la città e la squadra di calcio come parte della città. E allora vive visceralmente entrambe le cose, sia il suo essere cittadino che ultras. In un certo senso, l'essere cittadino della sua città è allo stesso tempo essere ultras. E allora nascono i vari slogan "difendi la città", "onora la città, difendi i suoi colori" e via dicendo.
Poi c'è l'ultras che ama la squadra. Forse (ma non sono nessuno per giudicare) la ama ancora di più dell'ultras-cittadino. E tantissimo onore a chi fa chilometri su chilometri tutte le domeniche (ma si gioca ancora di domenica?
) per la squadra e il gruppo.
Ad esempio io il Legnano lo vivo come l'emanazione suprema della città di Legnano, il massimo orgoglio che ha la mia città, dove sono cresciuto, dove sono andato a scuola, dove ho fatto sport, dove vivo. Il Legnano è Legnano e viceversa, nel mio cuore.
Anche perché (e questo a differenza di FUI, magari), non sono nato e non sono stato cresciuto come tifoso del Legnano. Ho cominciato ad andare allo stadio in quanto "squadra della mia città". E per me mettere su una maglietta con scritto sopra "Legnano" è prima di tutto fonte di orgoglio di appartenenza, sia che ci sia scritto "Legnano Calcio", "Ultras Legnano" o "Rari Nantes Legnano", per dire, prescinde da tutto il resto, è un mero fatto di appartenenza territoriale, di radici che si sono sviluppate nel corso di anni.