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| "Anatomia delle Brigate Rosse"
"Un volume molto importante che aumenta le nostre conoscenze sul terrorismo e accresce il prestigio dell'Università italiana negli Stati Uniti. Un volume che lascerà il segno" (Spencer M. Di Scala, University of Massachusetts Boston)
Chi sono i brigatisti? Perché uccidono? Come si svolge la loro vita quotidiana? A quale tradizione storico-politica appartengono? Sono le domande cui si propone di rispondere, attraverso il metodo della sociologia storica comparativa, il volume di Alessandro Orsini "Anatomia delle Brigate rosse - Le radici ideologiche del terrorismo rivoluzionario"
(Rubbettino Editore).
Tra il 1969 e il 1985 l’Italia è stata di gran lunga il Paese più interessato dalle attività terroristiche. Il bilancio, per il periodo preso in considerazione, è di 428 morti, la cifra più rilevante in Europa occidentale.
L’autore, dopo una critica serrata delle interpretazioni prevalenti del terrorismo rivoluzionario nell’Italia repubblicana, sostiene che la logica dominante della prassi brigatista fu orientata da una concezione politico-religiosa dello sviluppo storico, rivolta a soddisfare, in primo luogo, un bisogno spirituale e a raggiungere un fine meta-politico: instaurare il Paradiso in Terra.
I brigatisti – siano essi comunisti o fascisti – appartengono alla categoria antropologica dei “purificatori del mondo”. Accomunati da un odio profondissimo verso ogni aspetto del mondo presente, condividono entrambi lo stesso obiettivo: distruggere la società borghese, considerata un luogo putrido e nauseabondo da ripulire attraverso un uso spropositato del terrore rivoluzionario.
Dal sogno teocratico di Thomas Müntzer alla rivoluzione cambogiana di Pol Pot, vengono ricostruite le origini e l’evoluzione di una tradizione rivoluzionaria che, con la parabola brigatista, giunge fino ai giorni nostri.
------------- Alessandro Orsini (Napoli, 1975) è docente di Sociologia dei fenomeni politici nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Roma “Tor Vergata”. Dopo la laurea in Sociologia nell’Università di Roma “La Sapienza”, ha conseguito il dottorato di ricerca nella Facoltà di Scienze politiche dell’Università di “Roma Tre”.
Più volte invitato a svolgere attività di ricerca negli Stati Uniti in qualità di “studioso eccellente”, ha elaborato una teoria originale delle motivazioni che conducono all’omicidio politico nelle formazioni terroristiche di estrema sinistra e di estrema destra.
Su invito della Hebrew University of Jerusalem, è attualmente impegnato in un progetto di ricerca sul terrorismo internazionale. È stato premiato con il Cavalierato Giovanile per alti meriti culturali. I suoi volumi: Ripensare la nazione (2002); Alle origini del nazionalismo (2003); L’eretico della sinistra. Bruno Rizzi élitista democratico (2004); In difesa della sociologia storica (2005); Le origini del capitalismo. Storia e interpretazioni(2008).
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