VIVERE ULTRAS forum: I colori ci dividono, la mentalità ci unisce! (dal 23/01/04)

VECCHI ULTRAS....

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Thorgils
view post Posted on 13/10/2010, 08:28     +1   -1




ma il mezzo pr che figura è?
tipo il mezzo marinaio?
quindi un pr sardo? (cit.)
 
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vjmilano
view post Posted on 11/11/2010, 09:45     +1   -1




CITAZIONE (Trancerave @ 13/10/2010, 00:58) 
CITAZIONE (vjmilano @ 29/9/2010, 14:39)
chissa' quante volte ti avremo buttato fuori :) :)

no no facevo il mezzo pr

CON MASSIMO GALANTI?

PSYCO 20 ANNI FA:GENOVA . Dovranno scegliere fra 4 mesi di carcere o 60 giorni di "volontariato" al centro di accoglienza per extracomunitari della Caritas di Milano. Due giovani tifosi, accusati di lesioni per aver picchiato due africani, sono stati condannati con una sentenza unica in Italia. L' insolito verdetto e' stato pronunciato dal pretore Roberto Settembre, lo stesso che l' anno scorso aveva obbligato un giovane, colpevole di aver incendiato un cassonetto della spazzatura, a lavorare gratis con i dipendenti dell' azienda municipalizzata per l' igiene urbana. Anche questa volta il magistrato genovese ha scelto una punizione "educativa". La storia risale al maggio del ' 90. Mauro Cordisco, 27 anni, e Alberto Nai, 31, entrambi milanesi, facevano parte di un gruppo di tifosi della Juventus di ritorno da Avellino, dove aveva giocato la loro squadra del cuore. Si erano fermati alla stazione Principe prima di proseguire il viaggio per Milano, il tempo di prendere qualcosa al bar e di fare una telefonata. Una delle cabine pero' , proprio quella scelta dai due tifosi, era occupata da due extracomunitari "colpevoli" di perdere troppo tempo. C' era stata una lite, poi la rissa: Sadiqi Abdel Majid e Sabri Hamid furono circondati, scaraventati a terra e colpiti ripetutamente. I due stranieri finirono all' ospedale, tre giorni di prognosi ciascuno. Nai ha raccontato di essersi sentito preso in giro dagli extracomunitari che occupavano la cabina perche' , secondo lui, facevano solo finta di telefonare, visto che non si sentivano cadere i gettoni e inoltre ridevano parlando fra loro. Una versione che non ha convinto il pretore. Settembre li ha condannati, ma visto che sono giovani e incensurati ha offerto loro una chance per evitare la prigione. Nella motivazione della sentenza il giudice spiega che ritiene si possa "lasciare al condannato la liberta' di scelta fra la rieducazione e la risocializzazione" mettendosi "in contatto col mondo della solidarieta' , dove poter comprendere l' incivilta' delle proprie scelte comportamentali o rimanere ancorato alle proprie idee e ai propri disvalori, accettando sportivamente la pena inflitta". Il giudizio del pretore sui due tifosi e' durissimo. L' episodio, "lungi dall' essere una banale manifestazione di esuberanza giovanile meritevole di ampia comprensione di e clemenza, come ha sostenuto la pubblica accusa, pare espressione di ben altri valori, determinato da spinte antisociali violente, degne di attenzione". Di piu' : "Il giudicante rileva nella condotta sanzionata degli attuali imputati la conseguenza pericolosa sia di rappresentare agli occhi di altri un esempio da imitare, sia, soprattutto, agli occhi degli imputati stessi, la prova provata della giustezza della loro abnorme percezione: straniero extracomunitario uguale a nemico da combattere". ------------------------- PUBBLICATO ------------------------------ TITOLO: "Macche' xenofobia, verdetto ingiusto Quei marocchini volevano la rissa" Alberto Nai, 31 anni: "Ci prendevano in giro Avrei reagito cosi' anche con italiani" - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - MILANO . "Lavorare due mesi per gli extracomunitari? No, scelgo il carcere". Alberto Nai, 31 anni, milanese con il cuore juventino, per anni tra i leader della tifoseria bianconera in citta' , risponde senza pensarci neanche un po' . La sentenza "all' americana" della Pretura di Genova gli offre la liberta' in cambio di un breve impegno per la Caritas. Ma lui rinuncia allo scambio. "Lo so che vado contro i miei interessi . s' arrabbia .. Ma io preferisco il carcere. E' una sentenza scandalosa. Lo stadio non c' entra. Stavamo tornando da Avellino, la partita era finita da ore. Quei marocchini mi hanno provocato e io ho reagito. Mancavano tre minuti alla partenza del treno per Milano, loro parlavano nella cabina telefonica. Pero' non stavano telefonando. Ho chiesto di fare in fretta e quelli mi hanno riso in faccia. Avrei reagito cosi' anche se fossero stati italiani". Alberto Nai non si ferma qui: "Adesso . dice . con l' avvocato faro' ricorso in appello. Perche' non esiste: sono pronto a prendermi le mie responsabilita' . Ma la parte lesa non si e' presentata al processo. Sono senza fissa dimora, senza permesso di soggiorno. Potevano chiedermi i danni. Invece no. Qui si innescano questioni razziali senza motivo. Se io voglio lavorare per gli extracomunitari, lo scelgo da solo. Io collaboro gia' con associazioni contro i tumori e l' Aids. Mi spiace solo per Mauro Cordisco, il ragazzo di Milano che hanno condannato con me: anche lui tornava da Avellino, ma non c' entra proprio niente. E' uno scambio di persona, un errore". E le accuse di affinita' fra ultra' e razzismo? "No, ripeto: il razzismo e lo stadio non c' entrano . si scalda Nai .. Fossero stati italiani avrei reagito allo stesso modo. I miei amici lo sanno, ho idee di destra. Vorrei che l' immigrazione fosse regolamentata. Ma sono per il vivi e lascia vivere: se non pestano i miei piedi, io non li pesto". La storia di Alberto Nai ruota intorno alla Juve da quando aveva 14 anni: studi abbandonati alla terza superiore, figlio unico di un commerciante che era dirigente del club juventino piu' grande di Milano. Dopo la morte del padre, il capopopolo dei bianconeri milanesi vive con la mamma, lavora alla reception di una discoteca e da poco ha fondato un nuovo gruppo di tifosi. "Dal ' 77 fino a ora . si vanta . avro' perso si' e no dieci partite della mia squadra. E pensare che soltanto una volta, prima di Genova, avevo avuto problemi: una diffida, da Torino. Mi accusavano di aver introdotto nello stadio quattro casse di carote e sedano da tirare ai tifosi della Fiorentina: quelli si' che sono dei nemici. Anche per colpa di Zeffirelli e Boniperti".

Zunino Monica, Gatti Fabrizio
 
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chiiii?
view post Posted on 11/11/2010, 10:30     +1   -1




CITAZIONE (vjmilano @ 11/11/2010, 09:45) 
CITAZIONE (Trancerave @ 13/10/2010, 00:58) 
no no facevo il mezzo pr

CON MASSIMO GALANTI?

PSYCO 20 ANNI FA:GENOVA . Dovranno scegliere fra 4 mesi di carcere o 60 giorni di "volontariato" al centro di accoglienza per extracomunitari della Caritas di Milano. Due giovani tifosi, accusati di lesioni per aver picchiato due africani, sono stati condannati con una sentenza unica in Italia. L' insolito verdetto e' stato pronunciato dal pretore Roberto Settembre, lo stesso che l' anno scorso aveva obbligato un giovane, colpevole di aver incendiato un cassonetto della spazzatura, a lavorare gratis con i dipendenti dell' azienda municipalizzata per l' igiene urbana. Anche questa volta il magistrato genovese ha scelto una punizione "educativa". La storia risale al maggio del ' 90. Mauro Cordisco, 27 anni, e Alberto Nai, 31, entrambi milanesi, facevano parte di un gruppo di tifosi della Juventus di ritorno da Avellino, dove aveva giocato la loro squadra del cuore. Si erano fermati alla stazione Principe prima di proseguire il viaggio per Milano, il tempo di prendere qualcosa al bar e di fare una telefonata. Una delle cabine pero' , proprio quella scelta dai due tifosi, era occupata da due extracomunitari "colpevoli" di perdere troppo tempo. C' era stata una lite, poi la rissa: Sadiqi Abdel Majid e Sabri Hamid furono circondati, scaraventati a terra e colpiti ripetutamente. I due stranieri finirono all' ospedale, tre giorni di prognosi ciascuno. Nai ha raccontato di essersi sentito preso in giro dagli extracomunitari che occupavano la cabina perche' , secondo lui, facevano solo finta di telefonare, visto che non si sentivano cadere i gettoni e inoltre ridevano parlando fra loro. Una versione che non ha convinto il pretore. Settembre li ha condannati, ma visto che sono giovani e incensurati ha offerto loro una chance per evitare la prigione. Nella motivazione della sentenza il giudice spiega che ritiene si possa "lasciare al condannato la liberta' di scelta fra la rieducazione e la risocializzazione" mettendosi "in contatto col mondo della solidarieta' , dove poter comprendere l' incivilta' delle proprie scelte comportamentali o rimanere ancorato alle proprie idee e ai propri disvalori, accettando sportivamente la pena inflitta". Il giudizio del pretore sui due tifosi e' durissimo. L' episodio, "lungi dall' essere una banale manifestazione di esuberanza giovanile meritevole di ampia comprensione di e clemenza, come ha sostenuto la pubblica accusa, pare espressione di ben altri valori, determinato da spinte antisociali violente, degne di attenzione". Di piu' : "Il giudicante rileva nella condotta sanzionata degli attuali imputati la conseguenza pericolosa sia di rappresentare agli occhi di altri un esempio da imitare, sia, soprattutto, agli occhi degli imputati stessi, la prova provata della giustezza della loro abnorme percezione: straniero extracomunitario uguale a nemico da combattere". ------------------------- PUBBLICATO ------------------------------ TITOLO: "Macche' xenofobia, verdetto ingiusto Quei marocchini volevano la rissa" Alberto Nai, 31 anni: "Ci prendevano in giro Avrei reagito cosi' anche con italiani" - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - MILANO . "Lavorare due mesi per gli extracomunitari? No, scelgo il carcere". Alberto Nai, 31 anni, milanese con il cuore juventino, per anni tra i leader della tifoseria bianconera in citta' , risponde senza pensarci neanche un po' . La sentenza "all' americana" della Pretura di Genova gli offre la liberta' in cambio di un breve impegno per la Caritas. Ma lui rinuncia allo scambio. "Lo so che vado contro i miei interessi . s' arrabbia .. Ma io preferisco il carcere. E' una sentenza scandalosa. Lo stadio non c' entra. Stavamo tornando da Avellino, la partita era finita da ore. Quei marocchini mi hanno provocato e io ho reagito. Mancavano tre minuti alla partenza del treno per Milano, loro parlavano nella cabina telefonica. Pero' non stavano telefonando. Ho chiesto di fare in fretta e quelli mi hanno riso in faccia. Avrei reagito cosi' anche se fossero stati italiani". Alberto Nai non si ferma qui: "Adesso . dice . con l' avvocato faro' ricorso in appello. Perche' non esiste: sono pronto a prendermi le mie responsabilita' . Ma la parte lesa non si e' presentata al processo. Sono senza fissa dimora, senza permesso di soggiorno. Potevano chiedermi i danni. Invece no. Qui si innescano questioni razziali senza motivo. Se io voglio lavorare per gli extracomunitari, lo scelgo da solo. Io collaboro gia' con associazioni contro i tumori e l' Aids. Mi spiace solo per Mauro Cordisco, il ragazzo di Milano che hanno condannato con me: anche lui tornava da Avellino, ma non c' entra proprio niente. E' uno scambio di persona, un errore". E le accuse di affinita' fra ultra' e razzismo? "No, ripeto: il razzismo e lo stadio non c' entrano . si scalda Nai .. Fossero stati italiani avrei reagito allo stesso modo. I miei amici lo sanno, ho idee di destra. Vorrei che l' immigrazione fosse regolamentata. Ma sono per il vivi e lascia vivere: se non pestano i miei piedi, io non li pesto". La storia di Alberto Nai ruota intorno alla Juve da quando aveva 14 anni: studi abbandonati alla terza superiore, figlio unico di un commerciante che era dirigente del club juventino piu' grande di Milano. Dopo la morte del padre, il capopopolo dei bianconeri milanesi vive con la mamma, lavora alla reception di una discoteca e da poco ha fondato un nuovo gruppo di tifosi. "Dal ' 77 fino a ora . si vanta . avro' perso si' e no dieci partite della mia squadra. E pensare che soltanto una volta, prima di Genova, avevo avuto problemi: una diffida, da Torino. Mi accusavano di aver introdotto nello stadio quattro casse di carote e sedano da tirare ai tifosi della Fiorentina: quelli si' che sono dei nemici. Anche per colpa di Zeffirelli e Boniperti".

Zunino Monica, Gatti Fabrizio

Orgoglio Vikingo.
 
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Pordenone Black & White
view post Posted on 17/1/2011, 13:25     +1   -1




CITAZIONE (chiiii? @ 11/11/2010, 10:30) 
CITAZIONE (vjmilano @ 11/11/2010, 09:45) 
CON MASSIMO GALANTI?

PSYCO 20 ANNI FA:GENOVA . Dovranno scegliere fra 4 mesi di carcere o 60 giorni di "volontariato" al centro di accoglienza per extracomunitari della Caritas di Milano. Due giovani tifosi, accusati di lesioni per aver picchiato due africani, sono stati condannati con una sentenza unica in Italia. L' insolito verdetto e' stato pronunciato dal pretore Roberto Settembre, lo stesso che l' anno scorso aveva obbligato un giovane, colpevole di aver incendiato un cassonetto della spazzatura, a lavorare gratis con i dipendenti dell' azienda municipalizzata per l' igiene urbana. Anche questa volta il magistrato genovese ha scelto una punizione "educativa". La storia risale al maggio del ' 90. Mauro Cordisco, 27 anni, e Alberto Nai, 31, entrambi milanesi, facevano parte di un gruppo di tifosi della Juventus di ritorno da Avellino, dove aveva giocato la loro squadra del cuore. Si erano fermati alla stazione Principe prima di proseguire il viaggio per Milano, il tempo di prendere qualcosa al bar e di fare una telefonata. Una delle cabine pero' , proprio quella scelta dai due tifosi, era occupata da due extracomunitari "colpevoli" di perdere troppo tempo. C' era stata una lite, poi la rissa: Sadiqi Abdel Majid e Sabri Hamid furono circondati, scaraventati a terra e colpiti ripetutamente. I due stranieri finirono all' ospedale, tre giorni di prognosi ciascuno. Nai ha raccontato di essersi sentito preso in giro dagli extracomunitari che occupavano la cabina perche' , secondo lui, facevano solo finta di telefonare, visto che non si sentivano cadere i gettoni e inoltre ridevano parlando fra loro. Una versione che non ha convinto il pretore. Settembre li ha condannati, ma visto che sono giovani e incensurati ha offerto loro una chance per evitare la prigione. Nella motivazione della sentenza il giudice spiega che ritiene si possa "lasciare al condannato la liberta' di scelta fra la rieducazione e la risocializzazione" mettendosi "in contatto col mondo della solidarieta' , dove poter comprendere l' incivilta' delle proprie scelte comportamentali o rimanere ancorato alle proprie idee e ai propri disvalori, accettando sportivamente la pena inflitta". Il giudizio del pretore sui due tifosi e' durissimo. L' episodio, "lungi dall' essere una banale manifestazione di esuberanza giovanile meritevole di ampia comprensione di e clemenza, come ha sostenuto la pubblica accusa, pare espressione di ben altri valori, determinato da spinte antisociali violente, degne di attenzione". Di piu' : "Il giudicante rileva nella condotta sanzionata degli attuali imputati la conseguenza pericolosa sia di rappresentare agli occhi di altri un esempio da imitare, sia, soprattutto, agli occhi degli imputati stessi, la prova provata della giustezza della loro abnorme percezione: straniero extracomunitario uguale a nemico da combattere". ------------------------- PUBBLICATO ------------------------------ TITOLO: "Macche' xenofobia, verdetto ingiusto Quei marocchini volevano la rissa" Alberto Nai, 31 anni: "Ci prendevano in giro Avrei reagito cosi' anche con italiani" - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - MILANO . "Lavorare due mesi per gli extracomunitari? No, scelgo il carcere". Alberto Nai, 31 anni, milanese con il cuore juventino, per anni tra i leader della tifoseria bianconera in citta' , risponde senza pensarci neanche un po' . La sentenza "all' americana" della Pretura di Genova gli offre la liberta' in cambio di un breve impegno per la Caritas. Ma lui rinuncia allo scambio. "Lo so che vado contro i miei interessi . s' arrabbia .. Ma io preferisco il carcere. E' una sentenza scandalosa. Lo stadio non c' entra. Stavamo tornando da Avellino, la partita era finita da ore. Quei marocchini mi hanno provocato e io ho reagito. Mancavano tre minuti alla partenza del treno per Milano, loro parlavano nella cabina telefonica. Pero' non stavano telefonando. Ho chiesto di fare in fretta e quelli mi hanno riso in faccia. Avrei reagito cosi' anche se fossero stati italiani". Alberto Nai non si ferma qui: "Adesso . dice . con l' avvocato faro' ricorso in appello. Perche' non esiste: sono pronto a prendermi le mie responsabilita' . Ma la parte lesa non si e' presentata al processo. Sono senza fissa dimora, senza permesso di soggiorno. Potevano chiedermi i danni. Invece no. Qui si innescano questioni razziali senza motivo. Se io voglio lavorare per gli extracomunitari, lo scelgo da solo. Io collaboro gia' con associazioni contro i tumori e l' Aids. Mi spiace solo per Mauro Cordisco, il ragazzo di Milano che hanno condannato con me: anche lui tornava da Avellino, ma non c' entra proprio niente. E' uno scambio di persona, un errore". E le accuse di affinita' fra ultra' e razzismo? "No, ripeto: il razzismo e lo stadio non c' entrano . si scalda Nai .. Fossero stati italiani avrei reagito allo stesso modo. I miei amici lo sanno, ho idee di destra. Vorrei che l' immigrazione fosse regolamentata. Ma sono per il vivi e lascia vivere: se non pestano i miei piedi, io non li pesto". La storia di Alberto Nai ruota intorno alla Juve da quando aveva 14 anni: studi abbandonati alla terza superiore, figlio unico di un commerciante che era dirigente del club juventino piu' grande di Milano. Dopo la morte del padre, il capopopolo dei bianconeri milanesi vive con la mamma, lavora alla reception di una discoteca e da poco ha fondato un nuovo gruppo di tifosi. "Dal ' 77 fino a ora . si vanta . avro' perso si' e no dieci partite della mia squadra. E pensare che soltanto una volta, prima di Genova, avevo avuto problemi: una diffida, da Torino. Mi accusavano di aver introdotto nello stadio quattro casse di carote e sedano da tirare ai tifosi della Fiorentina: quelli si' che sono dei nemici. Anche per colpa di Zeffirelli e Boniperti".

Zunino Monica, Gatti Fabrizio

Orgoglio Vikingo.

RISPETTO :)
 
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il notty
view post Posted on 21/2/2011, 20:13     +1   -1






arrivano in stazione, i berghem li aspettavano, li caricano li corcano per bene e prendono lo striscione
i boys si riprendono ed escono a loro volta con gli attrezzi in mano e riescono a riprenderselo/farselo ridare (versioni contrastanti)
e tornano in stazione
nel frattempo arriva la polizia a far da scudo ma nonostante l'arbitraggio contrario una carica ancora più decisa dei berghem porta il risultato definitivo sul 2-1, come potete qui sopra apprezzare

anni 80, gobbi conigli
 
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zenigata76
view post Posted on 26/3/2011, 18:07     +1   -1




Torino, Roma, Genova e Milano.
Presumo Libreria dello Sport
 
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vjmilano
view post Posted on 29/3/2011, 14:02     +1   -1




grazie nicola seguiva beppe all'epoca
 
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Ling8
view post Posted on 4/4/2011, 14:36     +1   -1




In uscita:
'VIA FILADELFIA 88: UNA STORIA, UNA CURVA", Editrice Novantico, pag. 170 con inserto forografico a colori, euro 16,00
Per l'autore e molti altri, davanti al numero civico 88 di via Filadelfia, si sono dati appuntamento per lunghi anni quando la loro squadra del cuore giocava in casa. Questo libro narra, in forma autobiografica, l’arco di tempo da fine anni Settanta ai primi anni Novanta del secolo scorso, da me vissuto tra i gruppi ultras della tifoseria juventina. Per i protagonisti di allora, spesso identici tra loro al di là di bandiere e stendardi, ideologie politiche, differenti posizioni sociali, potrà essere un salto a ritroso nel tempo. Per ricordare, per riflettere, per stilare le dovute considerazioni e conclusioni. Un’esperienza che odi o ami, ma di cui ti ricorderai. Per sempre.

A Beppe Franzo è stato chiesto "per chi hai scritto il libro?" Risponde dicendo che l’ha scritto per sé e per quelli che insieme a lui hanno vissuto quei momenti; per i più giovani che spesso in curva, birreria o altri posti, ogni tanto chiedono di raccontare della Generazione Ultras degli anni ’70-’80. Spero che possa aiutarli a comprendere, a "capirli". Senza vena di retorica, l’ha scritto anche per quelli che a volte ricordo con nostalgia e che non sono più con noi.

L’ha apposto nella dedica ad inizio libro:
"Dedico questo libro a quanti affollano le gradinate del cielo, in particolare: Beppe Rossi, Claudio Ardito, Roberto Balducci, Marco Brocchi, Antonio del Ponente, i fratelli Candela, Mario Onorato, i 39 Angeli dell’Heysel, mio padre".

La seconda domanda è una risposta indiretta ai tanti che gli chiedono "Io ci sono, mi hai menzionato?"
Nel testo sono omessi nomi e cognomi, chi c’era allora, leggendo il testo e ritornando indietro con la memoria, saprà che è lui il personaggio descritto.

Spero possa piacervi o quanto meno di non deludervi troppo.
Scrivere un testo, un romanzo del genere non è facile: occorre cercare di ovviare alle banalità, eludere la retorica. Il linguaggio è a volte grezzo: ho voluto fedelmente riprodurre il gergo del mio/nostro mondo.

Grazie per la comprensione

PER TUTTI COLORO INTERESSATI, POTENDO PRENDERE DELLE COPIE SCONTATE DALL'EDITORE, IL LIBRO E' DISPONIBILE A EURO 12,00

Per info:
[email protected]
 
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A.M.F.
view post Posted on 9/4/2011, 08:17     +1   -1




CITAZIONE (Ling8 @ 4/4/2011, 15:36) 
In uscita:
'VIA FILADELFIA 88: UNA STORIA, UNA CURVA", Editrice Novantico, pag. 170 con inserto forografico a colori, euro 16,00
Per l'autore e molti altri, davanti al numero civico 88 di via Filadelfia, si sono dati appuntamento per lunghi anni quando la loro squadra del cuore giocava in casa. Questo libro narra, in forma autobiografica, l’arco di tempo da fine anni Settanta ai primi anni Novanta del secolo scorso, da me vissuto tra i gruppi ultras della tifoseria juventina. Per i protagonisti di allora, spesso identici tra loro al di là di bandiere e stendardi, ideologie politiche, differenti posizioni sociali, potrà essere un salto a ritroso nel tempo. Per ricordare, per riflettere, per stilare le dovute considerazioni e conclusioni. Un’esperienza che odi o ami, ma di cui ti ricorderai. Per sempre.

A Beppe Franzo è stato chiesto "per chi hai scritto il libro?" Risponde dicendo che l’ha scritto per sé e per quelli che insieme a lui hanno vissuto quei momenti; per i più giovani che spesso in curva, birreria o altri posti, ogni tanto chiedono di raccontare della Generazione Ultras degli anni ’70-’80. Spero che possa aiutarli a comprendere, a "capirli". Senza vena di retorica, l’ha scritto anche per quelli che a volte ricordo con nostalgia e che non sono più con noi.

L’ha apposto nella dedica ad inizio libro:
"Dedico questo libro a quanti affollano le gradinate del cielo, in particolare: Beppe Rossi, Claudio Ardito, Roberto Balducci, Marco Brocchi, Antonio del Ponente, i fratelli Candela, Mario Onorato, i 39 Angeli dell’Heysel, mio padre".

La seconda domanda è una risposta indiretta ai tanti che gli chiedono "Io ci sono, mi hai menzionato?"
Nel testo sono omessi nomi e cognomi, chi c’era allora, leggendo il testo e ritornando indietro con la memoria, saprà che è lui il personaggio descritto.

Spero possa piacervi o quanto meno di non deludervi troppo.
Scrivere un testo, un romanzo del genere non è facile: occorre cercare di ovviare alle banalità, eludere la retorica. Il linguaggio è a volte grezzo: ho voluto fedelmente riprodurre il gergo del mio/nostro mondo.

Grazie per la comprensione

PER TUTTI COLORO INTERESSATI, POTENDO PRENDERE DELLE COPIE SCONTATE DALL'EDITORE, IL LIBRO E' DISPONIBILE A EURO 12,00

Per info:
[email protected]

Già letto,
BELLISSIMO.
 
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il notty
view post Posted on 9/4/2011, 08:20     +1   -1




 
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Ling8
view post Posted on 11/4/2011, 12:09     +1   -1




CITAZIONE (A.M.F. @ 9/4/2011, 09:17) 
CITAZIONE (Ling8 @ 4/4/2011, 15:36) 
In uscita:
'VIA FILADELFIA 88: UNA STORIA, UNA CURVA", Editrice Novantico, pag. 170 con inserto forografico a colori, euro 16,00
[...]

Già letto,
BELLISSIMO.

... anche io ... i dialoghi sono spettacolari ... come la foto con la bandiera INDIANS ...


CITAZIONE (il notty @ 9/4/2011, 09:20) 

.. non riesco a vedere l'immagine ... coe a l'é? ...
 
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Basettoni
view post Posted on 6/11/2011, 16:15     +1   -1




Topic spettacolare...con le storie che avete scritto me lo sono dovuto leggere in neanche 2 giorni...GRANDI!
 
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Daniel Passarella
view post Posted on 4/8/2012, 19:24     +1   -1




CITAZIONE (...Pazienza... @ 23/9/2009, 09:21) 
max mi sorge una domanda...50 gr di fumo nel 1988 quanto costavano?

nel 1988 1 g lo pagavi un deca circa....e ci facevi 3-4 cannoni pezzi.....

con uno scudo ti facevi un paio di belle canne.....gli scudi,non li hanno piu' venduti dal 1990 in poi.......

beh....mezz'etto non lo andavi certo a comprare in piazza......il prezzo lo concordavi.....credo comunque tra le 300 e le 500 del vecchio conio.

scusate il ritardo nella risposta.....ma stavo cazzeggiando nel forum..... :D :cheers.gif:

mi ha colpito la domanda.....e rispondendo sono tornato giovane per 5 minuti.... :P :)
 
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rux1897roma
view post Posted on 5/8/2012, 10:05     +1   -1




guarda io credo di aver comprato uno scudo fino al 98 99 circa....nel senso che qui ancora si usava...i 2 scudi erano storici, per mezz'etto diciamo che dipendeva dalla qualità, ma credo che 300 sia il prezzo base....
 
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Daniel Passarella
view post Posted on 5/8/2012, 11:23     +1   +1   -1




purtroppo a Milano e hinterland no.....da noi si usava mettere un millino a testa.....arrivavi a uno scudo.....e ti facevi un cilum.....le cosidette "colle"......

cosi facendo con uno scudo ti facevi 5 lotti...

noi usavamo fare la conta per chi boomava....chi sdrusava e chi andava di terza,quarta,e quinta....

capitava che chi andava di ultima si fumava la uedra.....

uno della mia compagnia una sera si è fatto 7 ultime..... :lol:
 
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1357 replies since 18/4/2006, 13:59   192087 views
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