VIVERE ULTRAS forum: I colori ci dividono, la mentalità ci unisce! (dal 23/01/04)

Walter Zenga, Uno di noi!

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MILANO BAUSCIA
view post Posted on 19/11/2008, 09:25     +1   -1




Walter è di nuovo Zenga. Il naso storto e le parole tracotanti: «Sa che paura mi fa, Varriale». Lo sguardo, la faccia, la gomma in bocca, tutto tranne il ciuffo. Il ritorno del bullo. Vero, sfrontato e minaccioso. La tv è un altoparlante che amplifica l’accento milanese da spaccone: «Le critiche bisogna farle in faccia». Caos. Per chi tifi? Zenga o Varriale? Non c’è partita, adesso. Prendi Walter, personaggio che sbaglia, come la settimana scorsa, poi torna, vince, si presenta in diretta e abbaia: «Ah Brienza? Vedo che è informato, Varriale. Si chiama Mascara». Vince Zenga, che sa. In fondo la tv assomiglia a una porta: devi conoscere i tempi. Nero, nero, nero. In onda. Un, due, tre. Popolare come la televisione che faceva una volta da conduttore, ai tempi di Roberta Termali, una mezza dozzina di donne fa. Odeon s’illudeva di diventare la nuova Fininvest: prendeva le star dell’epoca e le sbatteva in diretta. Zenga parla semplice, adesso come allora, con una lingua che non s’è mai arresa all’idea di stare ferma: «Varriale, pensi a chi l’ha messa lì». Diretto, perché così sono gli smargiassi di periferia. Secco e frontale, senza abbassare gli occhi. Dritto in camera. La pancia della gente si colpisce così, allora YouTube lo prende e lo esalta. Uno, due, tre. Ancora i tempi.

È l’ossessione dell’uscita, forse. Lo perseguita da sempre: gli hanno fracassato l’anima per una vita con questa storia. Varriale è l’ultimo. I cross: «Vai Walter, anticipa». Zenga arrivava in ritardo e tornava il ritornello: «Non sa uscire». Un mostro tra i pali, uno capace di toglierti il pallone dalla casetta, ma di bucare come un pollo un banale traversone. Caniggia è l’incubo vero. Perché è stata quella sera di Napoli che ha sempre alimentato le cattiverie. Mondiale ’90, non aveva preso neanche un gol. Quello fu il primo: di nuca, vigliacco, *** Al buio, coi suoi pugni sopra la testa bionda di quell'argentino e sopra anche quella di Riccardo Ferri. Errore. Lui non ha mai accettato: «Solo Maradona ha capito tutto. Perché lui conosce il calcio: la verità è che è stato bravo Caniggia. È riuscito ad anticipare la mia idea di anticipare lui».

L’unica volta nella vita in cui non ha parlato semplice è stato per nascondere lo sbaglio. Questo è stato il suo peccato: non ammettere. L’avesse fatto non sarebbe stato Zenga: Walter era l’Uomo Ragno, il bullo di viale Ungheria, il re della Milano boriosa degli anni Ottanta. Era la catenina fuori dalla maglietta, da baciare per ostentare un’appartenenza, era il ciuffo che cadeva sull’occhio, il sorriso da divo di Cioè, la gomma masticata in faccia al mondo. Coraggioso e presuntuoso, sfrontato e folle. «Io non ce l’ho con i settemila giornalisti sportivi che ci sono in Italia ma con quei quattro-cinque che mi odiano. Io accetto le critiche, mai la malafede». Sempre un nemico, per Walter. Una volta era Pagliuca. Più di Tacconi, perché quello prese il suo posto all’Inter e pure in Nazionale. Gianluca soffriva Zenga, la sua popolarità, la sua sfacciataggine. Poco tempo prima gli avevano chiesto se invidiava qualcosa a Zenga: «Dimostra la sua bravura quando è davanti a una telecamera». Mezzo complimento e mezza provocazione. Poi c’è stato Sacchi, che lo mise fuori dalla Nazionale. Zenga reagì alla notizia con il suo sorriso da paraculo: «Hanno ucciso l’Uomo Ragno».
Gli anni sono passati anche per questo: hanno riempito il vuoto. Zenga a Genova, poi Padova e dopo ancora l’America a Boston, ai New England Revolution. Allenatore, all’improvviso. È andato in Romania: ha vinto. Poi in Jugoslavia: ha vinto. In Italia l’aveva contattato solo Aldo Spinelli per il Livorno. Niente. L’ingaggio migliore gliel’aveva dato Maria De Filippi a «C’è posta per te»: prendeva la bici, si metteva il cappellino e si mostrava alla gente. Famoso, sorridente, rubacuori. Era la trasmissione per lui: popolare e vagamente trash, il massimo per uno che viveva per il coro di una curva. «Uno di noi», cantava la Nord. Poi arrivò l’altra: «Un Walter Zenga, c’è solo un Walter Zenga». Perché il bullo piace ed è sempre piaciuto. «Uno di noi», vuol dire molte cose, compresa quella capacità di non saper resistere alle donne, consumate con amori folgoranti e spesso rapidi. Marina Perzy la prima, poi la moglie Elvira, poi Roberta Termali, Hoara Borselli e tutte le altre. Ora c’è Raluca.

Sta a Catania, dove Zenga è arrivato per caso, con mezza Italia che pensava a una cosa veloce: come se fosse stato chiamato a fare l’esecutore testamentario di una squadra già morta. L’ha salvata con il suo naso invadente, l’anno scorso, l’ha messa in marcia quest’anno: 21 punti in 12 partite. Chi ci credeva? Non Varriale. Walter cerca rivincite, sicuro. Vuole dire al mondo che ha sbagliato a non credere in lui prima. Lo dice in diretta, con i tempi giusti. Uno di noi, la parte insolente.
 
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TUKO
view post Posted on 19/11/2008, 09:28     +1   -1




A FATTO BENE CON QUELLA MERDA DI UN NANO DI VARIALE .


scusate ma zenga pochi anni fa' lo evdevo con i capellli , ma aveva il parrucchino ? quando giocava era in piazza poi da allenatore mega capellata adesso calvo , bah .
 
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Orange Spritz
view post Posted on 19/11/2008, 12:32     +1   -1




fonte: il sole 24 ore



Varriale - Zenga, tu da che parte stai?



Grandissimo momento di sport e di tv ieri pomeriggio durante Stadio Sprint, il programma che serve a giustificare gli stipendi degli allenatori di Serie A.
Su internet impazzano i video della rissa verbale tra Varriale e Zenga, ma quello che metto qui sotto è il più completo perché parte dall'inizio e contiene i momenti più interessanti.

Brevemente la storia di questo duello rusticano.
Varriale ha in collegamento l'allenatore Walter Zenga, si capisce subito che il clima non è dei più cordiali. Il motivo? Domenica scorsa Varriale si era lamentato perché Zenga aveva disertato i microfoni del suo programma, ricordando in diretta come Rai Sport avesse salvato Zenga dal dimenticatoio calcistico, riciclandolo come commentatore. Vero o falso che sia, Zenga ha mille volte ragione nell'incazzarsi, perché non sono queste cose da dirsi in Tv.
Varriale intuisce che Zenga è bellicoso e attacca per primo, ricordando all'Italia intera che Zenga è l'uomo che ci ha fatto perdere la semifinale di Italia 90.
Curiosa la replica di Zenga: "Si chieda chi l'ha messa lì e perché ce la fanno stare". Ora, tutti noi spettatori appassionati di sport ci siamo chiesti almeno una volta come caspiterina faccia Varriale a lavorare in Rai e molti di noi avranno maliziosamente pensato a qualche raccomandazione. Questa frase di Zenga, che è appunto un ex commentatore Rai e quindi uno che conosce l'ambiente, non fa che rafforzare questa ipotesi.

Comunque se questa è una disputa, tutti dobbiamo scegliere da che parte stare. Io sto con Zenga e voi?



 
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view post Posted on 25/8/2015, 16:25     +2   +1   -1
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...NELLA STORIA...

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In un momento di nostalgia mi sono messo a cercare qualcosa sul Walter.....

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cozzaro
view post Posted on 27/8/2015, 18:10     +1   -1




grande Walter,uno dei nostri!!!
 
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view post Posted on 22/2/2016, 02:06     +6   +1   -1
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:rolleyes:
 
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dutur zoidberg
view post Posted on 22/2/2016, 10:00     +2   +1   -1




se quel fattone di ferrero non lo scacciava almeno sabato si poteva rendere onore anche a lui, altro che a quell'infame di ciccioronaldo
 
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pinodeipalazzo
view post Posted on 22/2/2016, 11:03     +1   -1




persona sanguigna ma ci manca solo lui all' Inter ora...
rimane un vecchio cuore nerazzurro
 
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view post Posted on 22/2/2016, 12:52     +1   +1   -1
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CITAZIONE (pinodeipalazzo @ 22/2/2016, 11:03) 
persona sanguigna ma ci manca solo lui all' Inter ora...
rimane un vecchio cuore nerazzurro

Mille volte meglio lui in società che altri personaggi
 
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view post Posted on 26/2/2016, 10:46     +1   -1
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GRAZIE WALTER..............GRAZIE A TUTTI

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view post Posted on 27/2/2016, 10:03     +3   +1   -1
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Il Clan VI 263

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Potete dire quello che volete ma lo scudetto dell'89,per chi l'ha vissuto,rimane una delle emozioni piu' profonde ed incancellabili.

Madrid,che se vogliamo e' stata l'apoteosi,appartiene cmq gia' ad un tipo di calcio,periodo socio-culture etc piu' artificiale e meno romantico.

Parere mio naturalmente.


Un po' come Milan Steaua per i cugini over 35/40 penso
 
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brenus88
view post Posted on 5/3/2016, 19:07     +2   +1   -1




Nel mio armadio di cimeli non poteva mancare una maglia dell'uomo ragno anche se quelle successive della uhlsport da portiere erano maglie di alta categoria secondo me.
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view post Posted on 26/3/2016, 10:09     +1   -1
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Revenge
view post Posted on 31/3/2016, 10:58     +1   -1




CITAZIONE (Bulbem @ 26/3/2016, 11:09) 

le arance dietro la porta :cry:
 
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view post Posted on 31/3/2016, 11:15     +1   -1
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Numquam periculum sine periculo vincitur

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eh, cosa? si portavano apposta le arance, per tirarle, c'era per l'appunto la rete protettiva e dovevi esser bravo a fare la "palombella"
 
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