| Inauguro volentieri i miei interventi su questo forum rispondendo al post di alpeadria. Premetto di non ritenermi possessore di alcuna verità assoluta quindi non sarà una critica quanto piuttosto l'esposizione di una visione diversa.
Vengo subito al punto: non credo che un ragionamento da Gattopardo del tipo "deve cambiare tutto perchè nulla cambi" sia ancora applicabile al mondo ultras. Nell'ultimo decennio (almeno) ha fatto dei disastri ed ha portato alla situazione attuale, di cui credo nessuno possa essere contento. Mi spiego meglio: negli ultimi anni abbiamo accettato ed inghiottito pezzo per pezzo dei provvedimenti che, visti oggi nel loro complesso, hanno modificato completamente il rapporto tra ultras e stadio. E l'hanno modificato di molto in peggio. Assistere alla partita della propria squadra dai gradoni delle curve è diventato più difficile che rapinare una banca: ci sono più barriere, più formalità burocratiche, più violamenti di privacy, telecamere, tornelli, detector, restrizioni... Per non parlare delle pene per "reati da stadio", del tutto sproporzionate se paragonate a quelle comminate nei confronti di altri reati. Diciamoci la verità, per come sta messo il nostro movimento siamo di fronte ad un accanimento terapeutico...
E' vero, l'ultrà vive per seguire la propria squadra. Ma fino a che punto è giusto accettare ed adeguarsi ad ogni imposizione di altri per preservare questo scopo? Soprattutto: l'ultrà vive la partita, la trasferta, il tifo in un modo preciso. E questo modo di intendere il calcio si sta sgretolando poco a poco per effetto dei provvedimenti restrittivi presi in tutti questi anni. "Accettiamo la tessera del tifoso così potremo continuare ad assistere alla partita ed andare in trasferta" potrebbe tranquillamente portare, ad esempio, a "accetto di stare seduto perchè così viene imposto ma l'importante è che io possa vedere la partita ed andare in trasferta". Avrebbe ancora senso? Per me no, non me ne frega nulla di vivere una partita in questa maniera. Io credo, come tutti voi penso, che il calcio esista grazie ai tifosi. Per quale motivo devo piegarmi a qualsiasi tipo di imposizione se l'anima del calcio sono io?
Non credo che rispetto ai biglietti nominali (uno dei tanti pezzi già ingoiati) cambi così poco, pur condividendo in pieno l'interpretazione commerciale e finanziaria della tessera. Ci sono innumerevoli post in questo forum che spiegano cosa cambia e perchè. Continuerò a seguire la mia squadra dove potrò, senza tessera. Se Maroni e la sua circolare (non legge, non decreto) non mi permetteranno di entrare starò fuori o anche a casa. L'importante è capire che non sono stati loro a buttarmi fuori, sono stato io a non voler entrare a certe condizioni. Per alpeadria (anche questa non è una critica) credo non ci sia differenza ma per me si. Rientrerò non appena ci sarà uno spiraglio, non penso che Maroni potrà dirsi soddisfatto.
Non entro nel dettaglio dell'autosospensione, dico solo che apprezzo molto la coerenza. Spero solo che chi ha sottoscritto la tessera lo abbia fatto per irrefrenabile desiderio di andare in trasferta e non perchè, in mancanza quest'anno dei biglietti a prezzo agevolato, ha trovato una soluzione economicamente conveniente. Sulla base delle pezze che vedo (o non vedo) in trasferta permettetemi di avere una vaga idea della risposta
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