VIVERE ULTRAS forum: I colori ci dividono, la mentalità ci unisce! (dal 23/01/04)

LA VERA POLITICA

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ALTA FEDELTA'
view post Posted on 22/1/2013, 14:17     +1   -1




 
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KOBA*80
view post Posted on 22/1/2013, 18:51     +1   -1




per me la vera politica invece è questa:

Il Partito Comunista dei Lavoratori (PCL) -in queste elezioni unica forza autonoma e riconoscibile della sinistra di classe e del movimento operaio- contrappone all'agenda capitalistica rivendicata da Monti, e difesa da Bersani, una agenda anticapitalista che parta unicamente dalle ragioni del lavoro. Un'agenda di mobilitazione e di lotta, ben al di là del voto. Un'agenda che riconduce le rivendicazioni immediate alla prospettiva di una Repubblica dei Lavoratori: in contrapposizione alla Repubblica dei capitalisti, o dei magistrati, o dei comici milionari.

GIU' LE MANI DAL LAVORO. NAZIONALIZZAZIONE DELLE AZIENDE CHE LICENZIANO, CHE INQUINANO, CHE COLPISCONO I DIRITTI SINDACALI: A PARTIRE DA FIAT, ALCOA, ILVA.

Alla più grande aggressione capitalistica contro il lavoro dell'intero dopoguerra, va contrapposto un programma anticapitalistico altrettanto radicale che parta dalla difesa dei lavoratori:

1)Abrogazione dell'articolo 8 sui contratti di lavoro e della manomissione dell'articolo 18 sui licenziamenti illegittimi. Pieno ripristino del contratto nazionale di lavoro e pieni diritti sindacali nelle aziende.

2)Salario minimo intercategoriale per legge di almeno 1500 euro netti.
Abolizione di tutte le leggi di precarizzazione del lavoro, varate dal centrosinistra (Pacchetto Treu), dal centrodestra (Legge 30), dal governo Monti: con la trasformazione dei rapporti di lavoro precari in rapporti di lavoro a tempo pieno e indeterminato. Parità di diritti tra lavoratori italiani e migranti.

3)Blocco dei licenziamenti, nell'industria e nei servizi pubblici.
Ripartizione fra tutti del lavoro esistente attraverso la riduzione progressiva dell'orario di lavoro a parità di paga ( 30 o 32 ore settimanali).
Nazionalizzazione senza indennizzo e sotto controllo pubblico delle aziende che licenziano, che inquinano, che colpiscono i diritti sindacali: a partire da Fiat, Ilva, Alcoa.

4)Mantenimento del salario contrattuale ai lavoratori in mobilità senza limiti di tempo. Un vero salario sociale di almeno 1200 euro netti ai giovani in cerca di prima occupazione e ai disoccupati che cercano lavoro sino all'ottenimento del lavoro a tempo indeterminato. Un forte recupero salariale, tramite aumenti e detassazione del salario contrattuale.

5)Un grande piano di nuovo lavoro in opere sociali, in particolare nel Sud ( a partire da risanamento ambientale, servizio idrico, edilizia popolare, trasporto pubblico).

6) L'insieme di queste misure va finanziato dalla tassazione progressiva dei grandi redditi e patrimoni; dalla soppressione dei trasferimenti pubblici alle grandi imprese private; dalla soppressione di grandi opere faraoniche, dannose o inutili (v. Tav); dall'abbattimento delle spese militari; dalla cancellazione dei privilegi clericali; da un controllo operaio e popolare sul fisco che colpisca alla radice l'evasione fiscale, a partire dall'abolizione completa del segreto bancario e dall'apertura dei libri contabili delle aziende.
Per una somma complessiva di risorse che ammonta a circa 200 miliardi.

VIA GLI STROZZINI. ANNULLAMENTO DEL DEBITO PUBBLICO VERSO LE BANCHE.
NAZIONALIZZAZIONE DELLE BANCHE, SOTTO CONTROLLO SOCIALE.

Allo strozzinaggio usuraio praticato dal capitale finanziario contro i lavoratori e la popolazione povera va contrapposto un piano di misure altrettanto radicali:

1)Annullamento del debito pubblico verso le banche. Ripudio unilaterale del “fiscal compact” e dei trattati dell'Unione Europea (Unione degli industriali e dei banchieri contro i lavoratori europei).

2)Soppressione delle misure finanziarie e fiscali antipopolari connesse: a partire dai tagli alle pensioni, alla sanità, alla scuola, ai trasferimenti pubblici ai Comuni; dall'imposizione dell'IMU sulla prima casa di normale abitazione; dall'aumento dell'IVA e delle imposte indirette.

3)Nazionalizzazione delle banche, senza indennizzo per i grandi azionisti e con la tutela dei piccoli risparmiatori. Unificazione delle banche in una unica banca pubblica, sotto controllo sociale.

4)Investimento delle risorse così risparmiate nella scuola pubblica; nell'università pubblica; nella sanità pubblica; nel ripristino di un sistema pensionistico a ripartizione, con la cancellazione di tutte le controriforme realizzate negli ultimi 20 anni, in fatto di trattamenti previdenziali, da parte di centrosinistra e centrodestra.

5)Abolizione dei finanziamenti pubblici per scuola privata, università privata, sanità privata. Loro nazionalizzazione, sotto controllo sociale.

ROTTURA COL VATICANO. ABOLIZIONE DI TUTTI I PRIVILEGI CLERICALI. ESPROPRIO DELLE GRANDI PROPRIETA' ECCLESIASTICHE.

Al potere debordante del capitalismo ecclesiastico va contrapposto un insieme di misure coerentemente democratiche, anticlericali, anticapitalistiche :

1)Abrogazione unilaterale del Concordato col Vaticano. Abolizione di tutti privilegi, fiscali, giuridici, normativi, assicurati alla Chiesa cattolica: a partire dalla truffa dell'8 per mille. Abolizione dell'insegnamento religioso confessionale nella scuola pubblica. Investimento delle risorse così risparmiate nell'assistenza sociale, nei servizi pubblici, nel reddito ai disoccupati.

2)Esproprio dello IOR e commissione popolare d'inchiesta sui crimini finanziari vaticani.
Esproprio delle grandi proprietà immobiliari ecclesiastiche e loro destinazione ai servizi sociali e alla realizzazione del diritto alla casa.

3)Rifiuto di ogni forma di sessuofobia, omofobia, discriminazione di genere, a favore della piena parità di diritti e libertà per tutti gli esseri umani, contro ogni oscurantismo clericale. Diritto al matrimonio omosessuale.

PER LA PIENEZZA DEI DIRITTI DEMOCRATICI. PER UNA REPUBBLICA DEI LAVORATORI.

Al tentativo di uscire dalla crisi della II Repubblica con un nuovo progetto reazionario -funzionale alle politiche sociali antioperaie e antipopolari- va contrapposto un programma di misure radicalmente democratiche e la prospettiva di un altro Stato basato sulla democrazia dei lavoratori.

1)Abrogazione di tutte le leggi elettorali a carattere maggioritario, a favore del principio democratico integralmente proporzionale, ad ogni livello. Una testa, un voto. Cancellazione di ogni distorsione del principio democratico di rappresentanza (premi di maggioranza, sbarramenti..).

2)Abolizione del Senato. Abolizione di ogni forma di privilegio connesso alla rappresentanza politica, sul piano nazionale e locale: nessun privilegio degli eletti rispetto agli elettori. Equiparazione dello stipendio di Deputato o di consigliere regionale allo stipendio medio di un impiegato. Revocabilità permanente degli eletti da parte degli elettori.

3)Superamento della burocrazia statale come corpo separato. Elettività di manager e dirigenti della pubblica amministrazione e dei servizi. Soppressione di ogni loro privilegio economico e pensionistico. Loro revocabilità permanente.

4)Investimento delle risorse così risparmiate nella piena garanzia ed ampliamento dei diritti democratici dei lavoratori e del loro potere di controllo: nella loro effettiva libertà di riunione, di stampa, di confronto, di partecipazione diretta al controllo dell'economia e all'amministrazione della società. Con l'eliminazione di tutti gli impedimenti oggi frapposti dalla legge del profitto e dalla democrazia borghese.

5)Revisione radicale del sistema penale e giudiziario. Depenalizzazione dei reati minori. Penalizzazione dei reati di criminalità finanziaria, ambientale, e di sfruttamento sociale: a partire dall'introduzione del reato penale di sfruttamento del lavoro nero, con la misura di esproprio dei beni degli sfruttatori.

PER UN GOVERNO DEI LAVORATORI, BASATO SULLA LORO FORZA E SULLA LORO ORGANIZZAZIONE. PER IL SOCIALISMO.

Questo è nel suo insieme l'unico programma generale che può segnare una svolta vera.

Solo un governo dei lavoratori basato sulla loro forza , che liberi l'Italia dalla dittatura degli industriali, dei banchieri, del Vaticano, può pienamente realizzarlo, in congiunzione con la lotta dei lavoratori degli altri Paesi: nella prospettiva degli Stati Uniti Socialisti d'Europa, quale unica via d'uscita progressiva dalla crisi del vecchio continente. Dentro una politica di sostegno incondizionato alle lotte dei lavoratori degli altri paesi, al di là di ogni divisione di frontiera, e alla lotta di liberazione di tutti i popoli oppressi, a partire dal popolo palestinese.

Solo una mobilitazione rivoluzionaria della classe lavoratrice e di tutti gli sfruttati può condurre alla realizzazione di questo governo.

Costruire in ogni lotta la coscienza di questa prospettiva è il lavoro quotidiano del PCL.

La nostra presenza elettorale è in funzione di questo lavoro, ben al di là del voto.

Perchè solo la rivoluzione può cambiare le cose.
 
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view post Posted on 24/1/2013, 16:50     +2   +1   -1
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Anno nuovo, vecchi valori: W la figa e la Calcio Lecco!

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alcuni punti sono anche sensati, ma alcune cose sono puttanate colossali.
 
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KOBA*80
view post Posted on 24/1/2013, 16:51     -1   +1   -1




QUOTE (glc_1912 @ 24/1/2013, 16:50) 
alcuni punti sono anche sensati, ma alcune cose sono puttanate colossali.

tipo?
 
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view post Posted on 24/1/2013, 17:15     +1   +1   -1
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tipo il blocco dei licenziamenti pubblici, quando uno dei problemi principali del paese è l'esubero di gente a libro paga dello stato, ma anche privati (che impedisce qualsiasi libertà di impresa); il mantenimento del salario a tempo indeterminato ai lavoratori in mobilità; la soppressione degli aiuti statali alle grosse imprese (che creano anche grossa occupazione); la parte delle banche è utopia pura, idem ripudiare i trattati europei (non è sbagliata eh, solo impossibile); eliminare premi di maggioranza quando il problema è proprio l'opposto (una maggioranza troppo ristretta non può governare), e si è visto che per ogni puttanata qualsiasi legge viene respinta e non si può far nulla per cambiare; "depenalizzazione dei reati minori" vuol dire tutto e niente; abolire i finanziamenti alla scuola pubblica e nazionalizzarle vorrebbe dire suicidarsi economicamente (e lo dicono i numeri, non io. lo stato spende 9000 € annui per studente, e ne da 1000 per studente alla privata.)...
così, tanto per dire le prime cose che saltano all'occhio.

parecchio schierato dal lato del lavoratore dipendente e estremamente demonizzante verso le imprese e le ditte, che però sono quelle che creano lavoro.
sicuramente irrealizzabile per 3/4 del programma, imho.
 
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KOBA*80
view post Posted on 24/1/2013, 18:43     +1   -1




domani ti rispondo punto su punto :)
 
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KOBA*80
view post Posted on 25/1/2013, 12:41     +1   -1




parto dal fondo: questo programma, unico in italia, è realizzabile al 100% da un governo dei lavoratori, è provato e riprovato che ogni speranza di 'riformare' il capitalismo, o di dargli un volto umano è irrealizzabile; anzi, è una contraddizione in termini.

il problema principale del paese non è l'esubero degli statali, casomai al contrario è la disoccupazione di milioni di persone tra cui il 35% dei giovani.
la libertà di impresa non è la libertà di disporre di servi della gleba licenziabili in qualsiasi momento dal padrone di turno. le 'imprese' (e non intendo una bottega di artigiani di 3/4 persone) hanno già tutta la libertà che vogliono, anche e soprattutto in termini di licenziamento.. siamo piu o meno ai tempi del feudalesimo, bisogna evolversi una buona volta e ribaltare i rapporti di classe.
gli aiutati statali (30 miliardi all'anno, mica noccioline) alle grosse imprese non creano affatto grossa occupazione, anzi è vero il contrario. gli aiuti statali (cioè i soldi mia, tua, ecc) sono sempre stati semplicemente trasformati in profitto, oppure sono serviti per ripianare i debiti causati da criminali in giacca e cravatta. Domanda: con tutti i miliardi che lo stato italiano (cioè io, te, ecc) ha dato per esempio alla fiat in 100 anni, come mai ancora oggi nel 2013 la fiat è privata e si permette di prendere per il culo tutta l'italia un giorno si e l'altro pure, il lunedi prende i soldi, il martedi promette progetti e assunzioni e il mercoledi chiude gli stabilimenti?
I padroni si riempiono spesso la bocca col 'rischio di impresa': ma nel 99,9% dei casi il rischio è scaricato solo sui lavoratori dipendenti, mentre il padrone, male che gli vada, vai tranquillo che avrà sempre di che mangiare e di che fare le vacanze (per usare un eufemismo)..

Nazionalizzare le banche ed unificarle in una unica banca pubblica è utopia? perche mai? è l'unica opzione di salvezza che abbiamo, vorrai dire.
prendi il MPS: l'unica alternativa per tutelare i piccoli risparmiatori e i lavoratori del gruppo MPS è la nazionalizzazione, lo stato non può limitarsi a regalare denaro pubblico al solo scopo di garantire i profitti dei banchieri facendo ricadere i costi sugli stipendi e sulle pensioni. Lo stato italiano deve espropriare il patrimonio del MPS e porre la banca sotto il controllo popolare.
Ma il MPS è solo lo specchio di tutto il sistema bancario. Ogni banca hanno investito nei derivati finanziari: 118 miliardi Unicredit, 59 miliardi Intesa San Paolo. Il totale della sola finanza spazzatura italiana è di quasi 230 miliardi. Questo vuol dire che le stesse banche che ogni anno si mettono in tasca 100 miliardi di interessi sui titoli di stato (togliendoli alla sanità e alle pensioni per esempio), utilizzano i soldi pubblici solo per finanziare i loro giochi finanziari, che creano finti profitti ma bonus e dividendi veri.. Ma tanto poi ci pensa lo Stato a ripianare i debiti..
Questa è una rapina. E deve finire.

Il fiscal compact va, minimo minimo, rinegoziato, oppure ripudiato. non sta scritto da nessuna parte che è impossibile. Uno stato può fare qualsiasi cosa (e ci mancherebbe altro) 'per pubblica necessità', in questo caso si tratta di evitare il fallimento a cui il rispetto del fiscal compact ci porterà inevitabilmente.
Quello che la BCE il FMI e la Germania hanno fatto firmare a berlusconi prima e a monti dopo è, ne piu ne meno, 'circonvenzione di incapace'. Possiamo noi morire tutti perché un nano mafioso ostaggio di 100 puttane o un sicario dell'elite finanziaria mondiale lo hanno deciso? No.
Sarebbe utile a tutti studiare la tecnica di strozzinaggio che per decenni il FMI ha operato sull'america latina per capire che cosa sta succedendo, se non è chiaro quello che sta già accadendo a qualche ora di gommone dall'italia.

una maggioranza troppo ristretta non può governare? l'ultimo governo aveva quasi il 100% dei seggi, il governo berlusconi aveva la piu ampia maggioranza della storia della repubblica, cos'hanno saputo fare? solo rovinare del tutto l'italia, eliminare gli ultimi diritti sociali rimasti e svendere la nazione al capitale finanziario mondiale.

'reati minori' non è una generalizzazione, ma una serie di reati contemplati nel codice penale per cui si dovrebbero al massimo applicare sanzioni amministrative invece che la galera. Tu dai un pugno ad un tifoso avversario, vieni arrestato: è un reato minore, oppure stai compiendo un abuso sessuale, un omicidio, una truffa? tu ti coltivi l'insalata in casa, magari proprio per evitare di essere beccato ogni volta che vai al mercato a comprarla, è un reato minore oppure è normale farsi 1,2, 6 anni di gabbia? e così via. La 'depenalizzazione dei reati minori' non è un invenzione elettorale, viene riproposta ciclicamente, solo che i governi borghesi ovviamente tendono a depenalizzare piuttosto il falso in bilancio, la corruzione, ecc...

abolire i finanziamenti alle scuole private. si ritorna al punto di partenza. Sono scuole private? c'è un capitale privato? premesso che per me le scuole private e confessionali non dovrebbero esistere (vanno appunto nazionalizzate, senza indennizzo ovviamente per chi ha già ampiamente ricevuto finanziamenti pubblici) chi ci mette il capitale gestisca pure la sua scuola/azienda.. ma coi propri soldi e quelli dei propri facoltosi finanziatori (genitori), non con i mia e i tua (e sono centinaia e centinaia di milioni all'anno..).

certo che è un programma schierato esclusivamente dalla parte dei lavoratori,
che poi è il padrone che ha bisogno dei lavoratori, non il contrario.
i lavoratori posso unirsi in cooperativa (vere, non quel caporalato legalizzato in cui le hanno trasformate adesso) ed eliminare il problema del 'padrone'.
uno stato giusto i cui esponenti siano revocabili in qualsiasi momento può certamente gestire aziende come la fiat, l'ilva, l'alcoa, l'alitalia (solo per fare degli esempi strategici), eliminando così lo sperpero di miliardi di euro di profitti privati che poi regolarmente vengono elusi o evasi.
 
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view post Posted on 25/1/2013, 18:57     +3   +1   -1
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CITAZIONE (KOBA*80 @ 25/1/2013, 12:41) 
il problema principale del paese non è l'esubero degli statali, casomai al contrario è la disoccupazione di milioni di persone tra cui il 35% dei giovani.

dipende da cosa intendi per "statali". parliamo di insegnanti, per esempio? o parliamo delle migliaia di forestali calabresi, o consulenti, dipendenti di enti pubblici e via dicendo? perché alcuni sono totalmente inutili e vanno segati, altri no. la sicilia ha 30.000 dipendenti pubblici, e vorresti garantire la sicurezza di non essere licenziati? perché io e te dobbiamo continuare a mantenere parenti e amici di dirigenti? ecco, è una distinzione che va fatta, ma non si fa, e tutto il discorso è insensato.

la disoccupazione aumenta perché mancano i soldi per le pensioni, quindi alzi l'età pensionabile, gli anziani lavorano e i posti non si liberano per i giovani, e così via. ma sei sempre da capo: se lo stato non taglia gli sprechi non ha i soldi per le cose utili (come le pensioni), eccetera.
in generale, il problema è la vecchiaia del paese: l'età media di un dirigente italiano è 59 anni, record europeo. i professori universitari sono i più vecchi del mondo (63 anni). l'età media di un direttore di banca è 69 anni, nelle ultime 3 legislature su 2500 deputati (tutti dipendenti statali eh, quelli da non licenziare) solo 2 avevano meno di 30 anni. 2 su 2500. ecco perché c'è la disoccupazione così alta (poi ovvio, crisi e blablabla, che però è una situazione temporanea (si spera)).

CITAZIONE (KOBA*80 @ 25/1/2013, 12:41) 
la libertà di impresa non è la libertà di disporre di servi della gleba licenziabili in qualsiasi momento dal padrone di turno. le 'imprese' (e non intendo una bottega di artigiani di 3/4 persone) hanno già tutta la libertà che vogliono, anche e soprattutto in termini di licenziamento.. siamo piu o meno ai tempi del feudalesimo, bisogna evolversi una buona volta e ribaltare i rapporti di classe.

nì. l'italia campa per le piccole-medie imprese, quelle delle partita iva. licenziare, coi sindacati di mezzo, è complicatissimo e (spesso) costoso, perché finisci in causa. questo indipendentemente dall'effettiva motivazione del licenziamento.
ora, se è vero che alcuni datori di lavoro approfittano della situazione, è altrettanto vero che alcuni dipendenti fanno lo stesso, e i sindacati dovrebbero essere i primi a tutelare i lavoratori, non i rubastipendio svogliati che stanno in malattia 2 giorni su 3. eppure non lo fanno. ecco, vuoi riformare il lavoro? per me è proprio da lì che bisogna partire, dai sindacati. che non sono più una tutela, ma una macchina succhiasoldi che vive l'imprenditore come un nemico senza se e senza ma.
garantiamo il lavoro a chi lavora, ma garantiamo a chi impegna soldi e denaro in un'impresa di poter liberarsi di gente inutile. questo è riformare i rapporti di classe.

CITAZIONE (KOBA*80 @ 25/1/2013, 12:41) 
gli aiutati statali (30 miliardi all'anno, mica noccioline) alle grosse imprese non creano affatto grossa occupazione, anzi è vero il contrario. gli aiuti statali (cioè i soldi mia, tua, ecc) sono sempre stati semplicemente trasformati in profitto, oppure sono serviti per ripianare i debiti causati da criminali in giacca e cravatta. Domanda: con tutti i miliardi che lo stato italiano (cioè io, te, ecc) ha dato per esempio alla fiat in 100 anni, come mai ancora oggi nel 2013 la fiat è privata e si permette di prendere per il culo tutta l'italia un giorno si e l'altro pure, il lunedi prende i soldi, il martedi promette progetti e assunzioni e il mercoledi chiude gli stabilimenti?
I padroni si riempiono spesso la bocca col 'rischio di impresa': ma nel 99,9% dei casi il rischio è scaricato solo sui lavoratori dipendenti, mentre il padrone, male che gli vada, vai tranquillo che avrà sempre di che mangiare e di che fare le vacanze (per usare un eufemismo)..

se la fiat ha problemi di soldi, cala la produzione e licenzia. se lasci a casa qualcuno, lo stato gli paga il sussidio. X persone da pagare sono una spesa, magari superiore a quella che viene versata alla ditta o magari no. ma non è corretto dire che sono soldi totalmente buttati. è lo stesso discorso che si ripropone qui:

CITAZIONE (KOBA*80 @ 25/1/2013, 12:41) 
abolire i finanziamenti alle scuole private. si ritorna al punto di partenza. Sono scuole private? c'è un capitale privato? premesso che per me le scuole private e confessionali non dovrebbero esistere (vanno appunto nazionalizzate, senza indennizzo ovviamente per chi ha già ampiamente ricevuto finanziamenti pubblici) chi ci mette il capitale gestisca pure la sua scuola/azienda.. ma coi propri soldi e quelli dei propri facoltosi finanziatori (genitori), non con i mia e i tua (e sono centinaia e centinaia di milioni all'anno..).

numeri (sole 24 ore di qualche giorno fa): lo stato spende 9000 € all'anno per studente alle scuole statali, 110.000 € per un intero ciclo di studi. destina (tramite finanziamento alle scuole private) meno dell'1% di quelle che destina alla scuola statale, ma alle private ci va il 10% degli studenti. basta tirare le somme, e si arriva al risultato: lo stato ha dato (record) 530M € alle private (nel 2006, gli altri anni meno), e NON ha pagato (perché erano alle private e non alle statali) oltre 6 miliardi di €.
vedi perché dico che "tutte le scuole pubbliche" sarebbe una puttanata, nonché un suicidio economico? lo stato ci guadagna, non ci rimette! se tu abolisci tutte le private, dove prendi i soldi?
semmai, la soluzione dovrebbe essere il cercare una risposta alla domanda: "perché una scuola privata, con metà dei soldi, ottiene risultati migliori, paga di più i docenti e sforna persone più pronte?". e la risposta è: perché non sprecano come lo stato. e siamo ancora lì.
queste non sono opinioni, sono numeri.

è la stessa roba (ma al contrario) delle sigarette: tutti i fumatori si lamentano perché lo stato si arricchisce, ma in realtà per 1 € che incassa lo stato ne perde 3 per le spese mediche degli ammalati di malattie causate dal fumo. idem l'alcool.

CITAZIONE (KOBA*80 @ 25/1/2013, 12:41) 
Nazionalizzare le banche ed unificarle in una unica banca pubblica è utopia? perche mai? è l'unica opzione di salvezza che abbiamo, vorrai dire.
prendi il MPS: l'unica alternativa per tutelare i piccoli risparmiatori e i lavoratori del gruppo MPS è la nazionalizzazione, lo stato non può limitarsi a regalare denaro pubblico al solo scopo di garantire i profitti dei banchieri facendo ricadere i costi sugli stipendi e sulle pensioni. Lo stato italiano deve espropriare il patrimonio del MPS e porre la banca sotto il controllo popolare.
Ma il MPS è solo lo specchio di tutto il sistema bancario. Ogni banca hanno investito nei derivati finanziari: 118 miliardi Unicredit, 59 miliardi Intesa San Paolo. Il totale della sola finanza spazzatura italiana è di quasi 230 miliardi. Questo vuol dire che le stesse banche che ogni anno si mettono in tasca 100 miliardi di interessi sui titoli di stato (togliendoli alla sanità e alle pensioni per esempio), utilizzano i soldi pubblici solo per finanziare i loro giochi finanziari, che creano finti profitti ma bonus e dividendi veri.. Ma tanto poi ci pensa lo Stato a ripianare i debiti..
Questa è una rapina. E deve finire.

tutto vero e condivisibile. ma la finanza e le banche sono quelle che hanno fatto il colpo di stato mario monti, col beneplacito della politica e del paese. non esiste una soluzione concreta al problema, a meno che non si voglia fare come la germania di hitler post grande guerra. però i risultati poi si sono visti, e se qualcuno provasse ad attuare quelle politiche finirebbe male all'istante. ecco perché è utopia.


CITAZIONE (KOBA*80 @ 25/1/2013, 12:41) 
Il fiscal compact va, minimo minimo, rinegoziato, oppure ripudiato. non sta scritto da nessuna parte che è impossibile. Uno stato può fare qualsiasi cosa (e ci mancherebbe altro) 'per pubblica necessità', in questo caso si tratta di evitare il fallimento a cui il rispetto del fiscal compact ci porterà inevitabilmente.
Quello che la BCE il FMI e la Germania hanno fatto firmare a berlusconi prima e a monti dopo è, ne piu ne meno, 'circonvenzione di incapace'. Possiamo noi morire tutti perché un nano mafioso ostaggio di 100 puttane o un sicario dell'elite finanziaria mondiale lo hanno deciso? No.
Sarebbe utile a tutti studiare la tecnica di strozzinaggio che per decenni il FMI ha operato sull'america latina per capire che cosa sta succedendo, se non è chiaro quello che sta già accadendo a qualche ora di gommone dall'italia.

idem come sopra: tutto vero, ma come lo realizzi?


CITAZIONE (KOBA*80 @ 25/1/2013, 12:41) 
una maggioranza troppo ristretta non può governare? l'ultimo governo aveva quasi il 100% dei seggi, il governo berlusconi aveva la piu ampia maggioranza della storia della repubblica, cos'hanno saputo fare? solo rovinare del tutto l'italia, eliminare gli ultimi diritti sociali rimasti e svendere la nazione al capitale finanziario mondiale.

maggioranza che si è sfaldata, quindi quei numeri li ha avuti per un tempo relativamente breve. il governo di centro sx precedente aveva numeri risicati, e infatti è caduto subito.
che poi la classe politica faccia schifo dal primo all'ultimo, e che nessuno faccia un cazzo per il paese è un altro paio di maniche. se ragioniamo in astratto, il premio di maggioranza serve a garantire la possibilità al governo di lavorare e attuare il programma per cui la maggioranza l'ha eletto. è democrazia.
il problema che sia gente che pensa solo ai suoi interessi non lo risolvi col premio sì premio no, lo risolvi eliminando quella gente. :ph34r:

CITAZIONE (KOBA*80 @ 25/1/2013, 12:41) 
'reati minori' non è una generalizzazione, ma una serie di reati contemplati nel codice penale per cui si dovrebbero al massimo applicare sanzioni amministrative invece che la galera. Tu dai un pugno ad un tifoso avversario, vieni arrestato: è un reato minore, oppure stai compiendo un abuso sessuale, un omicidio, una truffa? tu ti coltivi l'insalata in casa, magari proprio per evitare di essere beccato ogni volta che vai al mercato a comprarla, è un reato minore oppure è normale farsi 1,2, 6 anni di gabbia? e così via. La 'depenalizzazione dei reati minori' non è un invenzione elettorale, viene riproposta ciclicamente, solo che i governi borghesi ovviamente tendono a depenalizzare piuttosto il falso in bilancio, la corruzione, ecc...

sì avevo capito, è ovvio che alcune cose a livello legislativo andrebbero riviste...

CITAZIONE (KOBA*80 @ 25/1/2013, 12:41) 
certo che è un programma schierato esclusivamente dalla parte dei lavoratori,
che poi è il padrone che ha bisogno dei lavoratori, non il contrario.
i lavoratori posso unirsi in cooperativa (vere, non quel caporalato legalizzato in cui le hanno trasformate adesso) ed eliminare il problema del 'padrone'.
uno stato giusto i cui esponenti siano revocabili in qualsiasi momento può certamente gestire aziende come la fiat, l'ilva, l'alcoa, l'alitalia (solo per fare degli esempi strategici), eliminando così lo sperpero di miliardi di euro di profitti privati che poi regolarmente vengono elusi o evasi.

trovo molto anacronistica questa divisione rigida padroni-lavoratori, ma va beh.
si uniscono in cooperativa, e diventano quello che sono adesso. sai che meraviglia... :rolleyes:
a livello teorico, forse, è vero.

comunque lo stato italiano sperpera più dei privati. uno stato serio potrebbe gestire seriamente le imprese, sì. ma non l'italia, non questa classe politica, non questo stato. :cry:
 
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view post Posted on 28/1/2013, 22:37     +3   +1   -1

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tra gnocco fritto,tigelle e cappelletti

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e' un piacere leggervi..
 
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ssaggio
view post Posted on 5/2/2013, 23:36     -1   +1   -1




CITAZIONE (peracotta2 @ 28/1/2013, 22:37) 
e' un piacere leggervi..
 
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KOBA*80
view post Posted on 14/2/2013, 12:47     -1   +1   -1




io metto questo, perché risponde a molti 'dubbi comuni'; aggiungetene altri di altri movimenti se volete :)


Ferrando PCL - conferenza stampa elezioni 2013 1/4
www.youtube.com/watch?v=mkmR_Iq4QnI
Ferrando PCL - conferenza stampa elezioni 2013 2/4
www.youtube.com/watch?v=_PLE9AVIqk4
Ferrando PCL - conferenza stampa elezioni 2013 3/4
www.youtube.com/watch?v=GBl8ERk4xAo
Ferrando PCL - conferenza stampa elezioni 2013 4/4
www.youtube.com/watch?v=Ed8FDDzmN-M
 
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KOBA*80
view post Posted on 22/2/2013, 12:51     -1   +1   -1




Il “Grillismo” spiegato ai....grillini.
Analisi di un “movimento” reazionario

(20 Febbraio 2013)

Il “Movimento Cinque Stelle” rappresenta uno dei fenomeni a rilevanza di massa degli ultimi anni. Presentato come un insieme di legittime aspirazioni derivanti dalla conseguenza del “marciume” della politica, esso si configura come un’assolutà novità nel panorama politico italiano e come un effettivo strumento “liberatore” dai corrotti, dagli schiavi del sistema, dai ladri di stato, dal malaffare vagamente inteso ecc. La professionalità e la grande capacità artistico-comunicativa di Beppe Grillo agiscono da propulsore fondamentale e da catalizzatore mediatico per tutta una serie di istanze a cui ,dal palco, il comico genovese trova (apparentemente) sempre risposte e soluzioni adeguate (“via tutti!”). Il seguito di massa del suo “Tsunami-Tour” è un dato di fatto e coglie ,nel contempo, un elemento ineludibile: la totale assenza dei suoi eventuali interlocutori politici data la scelta di questi di non misurarsi sul suo stesso terreno (eccezion fatta per il centrosinistra a Milano). Beppe Grillo è, dunque, il “Movimento Cinque Stelle” ma nulla di quanto si affermi e si pensi sulla natura continuamente dichiarata di libera e aperta discussione al suo interno esiste realmente. Le contraddizioni di un “movimento” che nasce e si sviluppa “libero” sono evidenti e si tramutano anche nel farraginoso programma ultrapopulista che dovrebbe rappresentare una carta d’identità precisa visti i consensi potenzialmente ricevibili in termini elettorali ma che non va oltre un serio “cimitero di buone intenzioni” dove trova posto tutto ed il contrario di tutto e dove questo “tutto” manca anche dell’approfondimento di temi sociali legati al disastro storico dell’oggi.
Alcuni punti essenziali su quanto detto.
Il M5S si fonda sulla semplice adesione al blog. Sulla condivisione del programma succitato e su un’eticità che deve far risaltare il totale disinteresse per la “politica sporca, per la disonestà nell’affare pubblico ecc”. Il blog è di totale proprietà di Beppe Grillo ed il marchio risulta depositato; il milionario genovese può quindi fare il brutto ed il cattivo tempo agendo addirittura su un cosiddetto “non-statuto” (brevissimo tra l’altro proprio perché inutile) in cui viene definita la stessa associazione come un qualcosa di distante e distinto dai partiti “senza organismi direttivi o rappresentativi” e quindi senza alcun reale dibattito interno, congressi, discussioni aperte, votazioni su assi programmatiche ecc. Nulla di tutto questo: il “nuovo” movimento è soggetto solo al volere di un uomo solo. Decide solo lui. Ovviamente non mancano nei territori i soliti forum di discussione anche specifica su temi tra i più disparati ma la base di fondo dell’intervento politico non viene minimamente messa in discussione da tutto questo. Il bastone di comando appartiene solo alla cerchia più ristretta di Grillo e questo alla faccia dell’antipartitocrazia più sfacciata e propagandata degli ultimi anni. Viene da chiedersi, constatando un minimo di analisi sociale ed economica, chi sia in realtà il “gruppo” di Beppe Grillo e cosa ci sia dietro il suo movimento.
Grillo è guidato da anni dalla Casaleggio Associati una delle più potenti aziende del ramo informatico oggi in circolazione e soggetto gestore di vari siti d’informazione “libera” circolante nella rete (Cado in piedi,Tze-Tze, Chiare lettere ecc..)
Ma per capire meglio di cosa stiamo parlando è necessario svelare prima chi sono le figure chiave della Casaleggio Associati oggi partendo da Enrico Sassoon, giornalista, dal 1977 al 2003 nel gruppo Il Sole-24 Ore, già direttore responsabile de L’Impresa-Rivista Italiana di Management, della rivista Impresa Ambiente e del settimanale Mondo Economico. Dal suo curriculum pubblico apprendiamo anche che «è stato direttore scientifico del gruppo Il Sole-24 Ore». Dal 1998 al 2006 Sassoon è stato amministratore delegato dell’American Chamber of Commerce in Italy, di fatto una lobby indirizzata a favorire i rapporti commerciali delle corporation americane in Italia. Nella Casaleggio Associati troviamo anche forti legami con l’Aspen Insitute, un “think-tank” di tutto rispetto made in USA. E l’Aspen Institute pesa, ovunque agisca. Luogo di incontro fra intellettuali, economisti, politici, scienziati e imprese. Nell’Aspen transita l’élite finanziaria italiana, che fa riferimento sia al centro-destra che al centro-sinistra. Con quali finalità? «L’internazionalizzazione della leadership imprenditoriale, politica e culturale del paese attraverso un libero confronto tra idee e provenienze diverse per identificare e promuovere valori, conoscenze e interessi comuni», si legge nella “mission” dell’istituto. E in che modo? «Il “metodo Aspen” privilegia il confronto e il dibattito “a porte chiuse”, favorisce le relazioni interpersonali e consente un effettivo aggiornamento dei temi in discussione. Attorno al tavolo Aspen discutono leader del mondo industriale, economico, finanziario, politico, sociale e culturale in condizioni di assoluta riservatezza e di libertà espressiva». Che la stessa Aspen abbia un ruolo più che rilevante nella Casaleggio Associati è fuori discussione ma col movimento di Beppe Grillo cosa potrebbe portare come elemento di tanta decantata novità per il futuro della classe lavoratrice italiana e per le masse popolari del nostro paese accorse ad ascoltare il “verbo innovatore” dell’ennesimo burattino dei poteri forti internazionali?
Perché quando si allacciano rapporti con tali multinazionali (Casaleggio Associati) che hanno, a loro volta, rapporti con soggetti come Enamics (al cui interno troviamo organismi come JP Morgan), American Chamber of Commerce in Italy, Sole24 ore (quanti membri del passato governo hanno avuto gli stessi rapporti?) di nuovo c’è solo il silenzio con cui viene accolto tutto questo nei salotti che contano dell’alta finanza.
Date sommariamente queste premesse, ne consegue appunto un “programma” per il M5S estremamente variopinto, interclassista e profondamente retorico sui punti dedicati ai grandi temi del nostro tempo. Grillo non dice assolutamente nulla sul dramma del lavoro se non la sterile affermazione dell’abolizione della legge Biagi (276/03) come se l’ultima riforma stessa dell’ex-ministra Fornero (quella dell’abolizione dell’articolo 18 e dello smantellamento del contratto nazionale) avesse portato solo benefici ai lavoratori italiani, non cita nemmeno una volta gli esiti nefasti della controriforma pensionistica dello stesso precedente governo (i disastri degli “esodati” non lo riguardano a quanto pare), non menziona mai i dettami del “fiscal compact” e gli obblighi di pagamento del debito legati alle grandi speculazioni finanziarie su cui i colossi bancari mondiali hanno responsabilità enormi e non mette nemmeno per un istante in discussione i rapporti di produzione-proprietà a riguardo della necessità di nazionalizzare sotto controllo operaio le più grandi aziende che oggi licenziano ed inquinano( ILVA, ALCOA, FIAT, ELECTROLUX, BENETTON ecc) se non un minimo riferimento alla necessità di acquistare a “prezzo di costo” tutta la dorsale telefonica in mano a Telecom Italia. Nel “programma” si esprime per il contenimento delle tariffe ma anche per porre fine ai monopoli “di fatto” (come sia possibile raggiungere concretamente questo obiettivo resta però un mistero vista la suddetta intangibilità delle loro proprietà), si scaglia (a parole) contro l’invasione della finanza nell’economia ma poi,oltre ad altri “palliativi”, propone la costituzione di “quote di rappresentanza di piccoli azionisti nelle società quotate” ovvero una parvenza di controllo azionario delle stesse società che puntualmente gettano sul lastrico milioni di famiglie dando via libera a licenziamenti di massa. Di più, nelle proposte del M5S è presente non la completa ripubblicizzazione dei vari servizi sociali largamente intesi bensì la tiepida e “pericolosa” offerta di ritornare ai consigli di amministrazione per “limitare l’influenza dei direttori generali delle ASL”. Grottesco!
Quest'“album di vecchi ricordi”, adattato ai tempi nostri con tanto di retorica falsamente antisistemica, ricorda molto qualcosa di già visto e di estremamente tragico per la storia del nostro paese. Rilevando elementi di rimembranza poco spassosa viene da ricordare quanto poi fu effettivamente applicato del vecchio programma fascista presentato il 23 marzo del 1919 in piazza San Sepolcro a Milano in cui tra l’altro vi trovavano posto punti molto più avanzati di quanto si senta dire dagli show permanenti di Grillo. Egli, nelle sue sceniche esibizioni, non lesina bordate allo stesso strumento sindacale di rappresentanza diretta degli interessi dei lavoratori in quanto tale (non ponendosi contro la linea che ,di questo, i vari dirigenti opportunisti di marca PD hanno pressoché reso inutile), non rifiuta la scelta di capitali compartecipativi dei lavoratori nel pacchetto azionario delle loro imprese (scelta che gli stessi minatori dell’Alaska sul caso Parmalat o i lavoratori della stessa Enron, in passato, hanno dovuto rimpiangere visto il fallimento delle loro aziende), e non cita nemmeno una volta il problema dell’immigrazione su cui ,più volte, ha invece sporto attenzione ma con accenti del tutto lugubri e assolutamente xenofobi.
Posizioni, quindi, che ricalcano quelle di un soggetto politico chiaro e preciso a tutti gli effetti, da un ancoraggio sociale ben definito e radicato e dagli interessi specifici evidenti seppur limati da un carisma geniale ben plasmato sulla presunta totalità generale: quello della piccola e media impresa alle prese con la crisi più devastante dell’ultima storia recente. Ma non solo. Da una parte la speranza, quindi, di risalire la china abbattendo “i costi della politica, le corruzioni, i drammi sociali tagliando sugli sprechi, i costi, le tasse inutili”, dall’altra la rassicurazione verso il grande capitale che, in verità, nulla sarà realmente messo in discussione e l’affermazione dello stesso Grillo circa la necessità dell’esistenza del suo movimento come “argine” per un malcontento sociale che, senza di lui, avrebbe preso “ben altri sbocchi” è eloquente sulla stessa prospettiva del grillismo in quanto tale: contenere la rabbia operaia e popolare esattamente come fece la lega del primo periodo ed aprire un canale d’interlocuzione verso cui veicolare apparentemente istanze di massa per poi tradirle ed agire per nome e per conto dei soliti noti. Non a caso gli show di Grillo hanno come corollario diversi confronti col ramo imprenditoriale a seconda del territorio in cui opera;l’incontro con la piccola impresa di Treviso addirittura preceduto da una riunione a porte chiuse con un gruppo ristretto di imprenditori, tra cui il presidente della Confartigianato locale Mario Pozza e l’ex patròn Permasteelisa Massimo Colomban, leader di Confapri lo ha visto proferire addirittura l’abolizione dell’Irap come estremo regalo elettorale.
In conclusione: facendo i dovuti raffronti storici non serve nemmeno ricordare le continue aperture di Grillo ai vari movimenti o partiti di estrema destra oggi presenti in Italia tra cui spiccano le affermazioni di benevolenza per il M5S da parte di Casapound Italia, ma solo leggerne in controluce gli esiti che non tarderanno a presentare quest’ennesima ondata populistica per quello che realmente è: un grande bluff per milioni di lavoratori, pensionati, studenti e disoccupati del nostro paese che con ciò che recita (è proprio il caso di dirlo) Grillo non hanno assolutamente nulla da spartire. Il comico milionario affonda le sue radici nel vuoto più totale di ciò che lasciano decenni passati di governi di centrodestra e centrosinistra (con annesse ali più o meno radicali).
Il compito che spetta ai comunisti di questo paese è scardinare anche queste illusioni e tentare ben altre vie ben sapendo che la china da risalire è molto lunga e che il sistema, come si vede, trova sempre abili vie d’uscita. Un sistema che va combattuto non con la retorica o le illusioni di un comico truffatore ma con la lotta di classe che solo i comunisti potranno condurre vittoriosa verso il socialismo.
 
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view post Posted on 26/2/2013, 10:08     +1   -1
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Anno nuovo, vecchi valori: W la figa e la Calcio Lecco!

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penso che adesso sia chiaro come certe ideologie siano decisamente obsolete.
 
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KOBA*80
view post Posted on 26/2/2013, 23:50     +1   -1




a me pare chiaro che vince chi fa lo show migliore alla televisione.
una vittoria elettorale in questa italia di mongoloidi non dimostra nulla, soprattutto non dimostra come grillo possa realizzare alcuni punti del programma senza mettere in discussione il sistema capitalistico. dovrà chiarire il discorso sui sindacati e sulle banche.
alle prossime vince lui, vediamo cosa succederà.
 
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view post Posted on 27/2/2013, 08:42     +1   -1
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Anno nuovo, vecchi valori: W la figa e la Calcio Lecco!

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ma dai koba, con tutta la buona volontà avete preso manco l'1%, possiamo discutere finchè si vuole ma quelli sono fatti... la gente ha votato grillo anche perché ne ha pieni i maroni della vecchia politica, come si può pensare che un'ideologia vecchia di un secolo possa fare presa su qualcuno?

grillo non vincerà, nè alle prossime nè mai.
 
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