| Un altro leone se ne va...Ciao Orso!
Ti voglio ricordare così:
Ora, magari voi non sapete di chi sto parlando e direte machissenefrega, ma se c’è un motivo per cui aveva un senso andare in curva, era proprio per gente come l’Orso.
Di cui non voglio stare qua a cantare gli elogi, seguendo la logica della retorica ultras per cui vivrai sempre nei nostri cuori.
Perché l’Orso ribaltava tutte le logiche dell’immagine stereotipata che si ha del curvaiolo medio.
Lui che era enorme, ma tutt’altro che orso, ma anzi, faceva ridere, con un’ironia perfida e senza limiti, con la sua erre moscia e l’aria annoiata, lui era sempre in prima fila in tutti i cortei in trasferta, con la faccia sorniona di chi va a fare una gita domenicale di quelle che alla fine freghi il cesto del pic nic ai vicini, ci provi con le loro donne, vomiti nel cesto dei giochi dei bambini e alla fine ti risvegli sbronzo a dormire da qualche parte che non sai nemmeno tu.
L’Orso di cui si raccontano leggende, che non so se siano vere o no e nemmeno me ne importa, come quella – fantastica – di quando era andato a Madrid a trovare degli amici dell’Atletico e come prima cosa si è tolto la soddisfazione di cagare davanti al Bernabeu.
Beh, io non lo so se sia un’invenzione, però mi ricordo di sicuro, quella volta di ritorno da Verona, credo dopo un’immonda sconfitta per 3 a 1, quando ci siamo svegliati in mezzo alla campagna veneta e l’Orso, anzi Lord Orso, si è messo a parlare con il Tigre come se fosse un nobile del 1700, invitando i villici del luogo a portare delle vivande.
E come questa, mille altre situazioni in cui ho ringraziato Iddio di essere da qualche parte d’Italia dietro ad uno striscione di cinque lettere (F-O-S-S-A) invece che starmene a casa davanti alla tv o fare la passeggiata mano nella mano con la fidanzata.
CIAO LEONE!
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