VIVERE ULTRAS forum: I colori ci dividono, la mentalità ci unisce! (dal 23/01/04)

Istria Fiume Dalmazia, ne' slovenia ne' croazia

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pound
view post Posted on 18/2/2005, 08:46     +1   -1




Senti, belli cape..con te mi ci sono sempre divertito, stavolta usa un'altro tono , capito TESTA DI CAZZO!!!! Fai schifo lo dici al tuo specchio mentre ci rifletti sopra, unz, pank, rash. strunz dei miei cojoni, per il resto ti commenti da solo....studiati la storia di quel paese che il mio discorso era un pò più complesso, ottuso!!!
 
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Vaefides
view post Posted on 18/2/2005, 08:55     +1   -1




pound,se non ti piace questo paese,e disdegni il suo passato ,nessuno ti lega!
 
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pound
view post Posted on 18/2/2005, 09:11     +1   -1




Hai ragione!! Stò cercando un luogo ove trascorrere il mio esilio, la scelta è tra abu grail o guantanamo!!!
 
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view post Posted on 18/2/2005, 09:14     +1   -1
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Coppa Uefa

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posso intervenire , pound e bajamonti hanno fatto degli ottimi interventi, sensati e non a caso come altri, volevo solo dire un paio di cosette, la dalmazia e' vero ha avuto varie occupazioni nei secoli ma non puoi non dire che quelle terre profumano d'Italia di Venezia, certo nell'ultimo secolo solo Zara era veramente Italiana, dove dopo l'8 settembre venne bombardata 54 volte dagli anglo americani perche' sapevano benissimo che li' covava l'Italica stirpe, da li fuggirono 20000 persone su 22000 cittadini poi e' facile intuire chi ricostui' la citta' distrutta per piu' dell'80%. L' Istria era Italiana da sempre, gli Asburgo avevano Trieste e Fiume ma non l'Istria a loro importavano i porti gli sbocchi commerciali, basti dare le cifre dell'esodo dove quasi l'intera popolazione se ne dovette andare sotto il terrore slavo comunista, Fiume ha dato tanto all'Italia un porto fiorente, lavoratori fantastici ed ingegnosi e poi anche tante vite umane immolatesi alla causa Italiana, ma bisogna anche dire che tanti volevano uno stato a se' oltre gli Italiani gli asburgo o gli slavi. Ora la questione pendente e' focalizzata sul recupero dei beni che lo stato Italiano deve a quei esuli che sono stati costretti a lasciare nelle mani slave, vedremo...
 
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stefave
view post Posted on 18/2/2005, 10:01     +1   -1




Vabbè red scusa ma continuo a non concepire il tuo modo di ragionare, Certe cose non si possono giustificare anzi secondo me non si devono giustificare, perchè siamo persone e non animali, abbiamo il dono di poter ragionare e non di agire solo guidati dall'impulso. Secondo me cadi nell'errore di fare la classifica delle atrocità, che per me è impensabile.

Io comunque rimango dell'idea che bisogna ricordare tutti allo stesso modo e non pensare che alcuni morti sono il nulla e altri sono il cento! Caspita sono morti entrambi! e a tutti quelli che giustificano chi Mussolini chi Tito consiglio vivamente di cercare una volta di leggere la storia dalla parte di chi la storia l'ha subita e non la mai potuta scrivere per colpa DEI GRANDI CAPI, contadini, operai, impiegati, casalinghe, studenti... pensate che ne morivano sia di slavi che di italiani, si ma chisse ne frega mussolini non ha mica fatto solo morti ha anche ribonificato il veneto e tito non ha mica fatto solo morti ha ricostrutio Zara! Ah si giusto, bisogna crederci negli ideali anche se c'è un po' di sacrificio umano tanto è sacrificio dei nulla nessuno se ne accorge se mancano!!

Secondo me dovremmo rispettarci di più!

Edited by stefave - 18/2/2005, 10:01
 
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casarano
view post Posted on 18/2/2005, 10:38     +1   -1




ho letto la discussione e mi intrometto, chiedendo scusa se fraintendo alcune frasi, molti di voi si "conoscono" e io no.

dice bene chi dice che per capire la questione balcanica bisogna andare molto indietro nel tempo, di secoli.

vorrei fare un appunto. nel tono che ha assunto questa discussione la questione istriana e dalmata (ammesso che ci sia, come contesta bajamonti) viene letta sotto un'ottica fascismo(Italia)-comunismo-(Jugoslavia)

a me sembra un'ottica completamente sbagliata

credo che sia difficile sapere esattamente quali fossero le motivazioni che hanno spinto gli Jugoslavi alle violenze contro gli Italiani, se ideologiche, se dettate da vendetta, o se piuttosto se si sia trattato di rappresaglie per indurre (come poi è effettivamente stato) gli Italiani ad abbondare quelle terre, "slavizzandole" più di quanto non fossero tramite l'installazione di cittadini di orgine slava provenienti da altre zone.

io propendo per questa ipotesi. ma credo che il problema vero e proprio nasca non in conseguenza delle violenze fasciste su sloveni e croati (per motivi etnici i primi, ideologici i secondi), ma dopo il mancato riconoscimento all'Italia della sovranità sulla Dalmazia, così come invece fu promesso dagli Inglesi in cambio del voltafaccia della prima guerra mondiale.

questo ha legittimato già dal 1919 pulsioni irredentiste, tentativi militari di occupare le città dalmate, per impedire che passassero alla Jugoslavia. ma prima che Italia e Jugoslavia in ballo c'erano QUELLE CITTA', i desideri di quella gente, che ovviamente non possiamo conoscere oggi, essendo stati filtrati da decenni di propaganda e di avvenimenti.

forse, se gli Inglesi avessero rispettato i patti, tutto sarebbe rimasto una questione tra l'Italia e quei cittadini, italiani o slavi che fossero. non è dato saperlo.
di certo non ci sarebbero state pretese frustrate, pretesti per fare pulizia etnica (da parte fascista) e contropulizia etnica (da parte slava).
nessuno può arrogarsi il diritto di dire "gli Istriani, i Dalmati vogliono stare di là piuttosto che di qua". il problema è, ancora una volta, cosa vogliono loro. alimentare discorsi vecchi, triti e ritriti (e chiedo scusa a quanti ci credono) come l'associazione mentale irrdentismo-fascismo o come quella partigianismo-comunismo è un'operazione obsoleta e pretestuosa.

il problema è, insomma: a chi interessa veramente cosa vogliono gli Istriani e i Dalmati?

di certo, con l'approssimarsi dell'entrata nell'UE di Slovenia e Croazia, a mio avviso si parte col piede sbagliato.
 
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view post Posted on 18/2/2005, 10:50     +1   -1
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Coppa Uefa

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Casarano il tuo e' un intervento giusto ma dimentichi che ora quei 350 mila Italiani esuli non possono piu' dire la loro, per anni hanno chiesto le loro terre le loro case ad uno stato sordo e servile che ha persino elargito pensioni a chi ha infoibato e trucidato, questa e' la realta' che molti, troppi non conoscono e vengono qui a dar aria ai denti o meglio fanno correre le dita sui tasti.
 
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casarano
view post Posted on 18/2/2005, 11:19     +1   -1




CITAZIONE (ennekappa @ 18/2/2005, 10:50)
Casarano il tuo e' un intervento giusto ma dimentichi che ora quei 350 mila Italiani esuli non possono piu' dire la loro, per anni hanno chiesto le loro terre le loro case ad uno stato sordo e servile che ha persino elargito pensioni a chi ha infoibato e trucidato, questa e' la realta' che molti, troppi non conoscono e vengono qui a dar aria ai denti o meglio fanno correre le dita sui tasti.

non li ho citati per il semplice motivo che volevo più che altro mettere l'indice su quelle che mi sembrano le vere cause di quella questione.
sono assolutamente convinto che siamo in debito con quella gente, morale e materiale, perchè dopo essere stati costretti a riparare in Italia l'Italia non ha fatto assolutamente niente per loro. Ma questa purtroppo è una nostra carenza storica: se da parte interna lo Stato si è dimostrato spesso insensibile verso chi più meritava attenzione, da parte esterna siamo sempre stati penosi, incapaci di farci rispettare, come è successo anche in Libia, in Tunisia, in Somalia...
però su una parte non sono d'accordo: sulle "pensioni a chi ha infoibato ecc..."
la storia dice che le formazioni Italiane che erano sul posto, Repubblichini e Partigiani, fecero fronte comune contro le violenze degli uiomini di Tito
ancora una volta, insomma, si rischia di cadere in un'ottica sbagliata: non è un problema di fascismo e comunismo, per quanto entrambi abbiano giocato un loro ruolo negativo in questa vicenda: è un problema etnico ed economico.
comportamenti vergognosi come l'ostracismo verso i profughi, seppur compiuti da una parte sola, indignano e mi umiliano come Italiano agli occhi
di quella gente.
ma si era in guerra, e la guerra mal si sposa con il rispetto e la verità
 
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view post Posted on 18/2/2005, 13:35     +1   -1
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Coppa Uefa

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Ottimo, ma ti confermo quello che ho scritto prima, anzi se vuoi ti faccio un esempio, Giacca, colui che comando' ed esegui' la strage di Porzus ha vissuto in Slovenia con la pensione Italiana che lo stesso presidente che bacio' la bara di tito gli elargi con tante lodi di un falso patriottismo, e questo e' solo uno ma ce ne sono altri, non mi dilungo altrimenti chi li sente poi....
 
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1999
view post Posted on 18/2/2005, 19:14     +1   -1




CITAZIONE (RedSkins THE HOZE @ 17/2/2005, 20:18)
Ascolta che ti devo dire mi dispiace x i morti italiani delle foibe xche molti erano civili e nn erano fascisti.
Ma giustifico quello fatto da Tito xche in confronto a quello fatto da Noi italiani contro gli sloveni, e i fascisti croati ai serbi, gli italiani morti nelle foibe nn sono nulla, il punto è questo alcune centanaia di morti contro alcune centinai di migliaia di morti, nn ho problemi a dire che è stato peggio quello fatto dai fascisti inconfronto a quello subito dagli italiani, e ribadisco che le vittime italiane delle foibe sono la conseguenza di quello fatto dai fascisti.
Ricordatevi poi che le vittime slovene delle foibe, uccisi dai fascisti dal 41 al 45 è superiore agli italiani uccisi nelle foibe nel 45.
Quindi chetatevi xche vu fate solo schifo, x voi i morti italiani contano le centinaia di migliaia di morti sloveni e serbi no.

FATE SCHIFO !!

non è vero un cazzo.
quello che ha fatto Tito agli italiani almeno per crudeltà è molto superiore a quello che hanno fatto gli italiani agli slavi.
se si vuol parlare di nazionalismo lo si deve fare da ambo le parti, se no è inutile parlarne, specie dal momento che inizialmente quello slavo era un "nazionalismo d'attacco" e quello italiano un "nazionalismo di difesa".
sparare cifre assurde non mi pare proprio il caso, anche perchè sono lontanissime dalla verità.
se si vuole dire che una delle motivazioni che ha portato alle foibe "titine" può essere stata la snazionalizzazione degli slavi e un'occupazione durissima nel corso di determinati anni per mano fascista siamo d'accordo.
ma come dicevo che la storia non cominica nel '43, la storia non comincia neanche dall'avvento del fascismo.

direi che "casarano" ha centrato il punto.
in tutti questi anni c'è stato un revisionismo pauroso da tutte le parti e oggi è impossibile schierarsi di qua o di là pensando di essere vicini alla realtà.

gli alleati, il Pci, lo stesso governo De Gasperi...tutti hanno mistificato la realtà, ognuno per i propri motivi puramente di tornaconto.
 
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bajamonti
view post Posted on 18/2/2005, 20:20     +1   -1




Un piccolo riassunto dell'intervista a enzo bettiza:

SIGNOR BETTIZA,DOPO LA DICHIARAZIONE DI FINI CHE L'ISTRIA E DALMAZIA SONO ITALIANE HA PARTECIPATO IN UN PROGRAMMA DI BRUNO VESPA,PORTA A PORTA.COS'HA DETTO ALLORA?

Fini non e' solo nel dire che quelle terre sono italiane.Anche gli italiani che non sono nazionalisti non comprendono alcune cose:istria,fiume,dalmazia,
sembra che per loro tutto questo territorio appartenesse all'italia.Mi hanno chiamato in TV come un dalmata.Gli ho detto di non scompigliare certe cose.Istria e Fiume appartenevano all'Italia solamente una ventina d'anni dopo la caduta dell'impero austro-ungarico e dalmazia mai.non si puo interpretare che dalmazia fosse un parte integrale dell'italia quei due anni durante la guerra,non era italiana ma occupata dagli soldati italiani.

ZARA!

Zara e' stata l'unica citta' dalmata nella quale predominava la lingua italiana (cioe' dialetto veneto) mentre a Spalato e Sebenicco solo pochi parlavano italiano,particolarmente la gente vecchia.A Zara anche i giovani parlavano italiano.Anche se nella storia di Zara si usava di piu l'italiano i zaratini si opponevano piu di tutti a venezia.su tutti i grandi quadri di tintoretto appaiono le guerre tra zara indipendente e venezia.l'occupazione di zara per la venezia significava una grande vittoria su un rivale difficile.

A SPALATO USAVA IL CROATO (DIALETTO DALMATA DI SPALATO) O L'ITALIANO?

A casa mia mi capitava di usare l'italiano pero fuori soltanto il dialetto spalatino.In quel tempo Spalato aveva 3 osterie:Muljacic,Delic e Nanni.
Da Muljacic venivano i Croati,da Nanni gli italiani e italianisti,da delic i monarchisti.

IL SINDACO DI SPALATO (Bajamonti) DICEVA CHE LE FAMIGLIE ITALIANE NON FACEVANO PIU DI UN QUARTO DI POPOLAZIONE A SPALATO?

Si,e' vero pero' erano importanti durante la sovranita' di austria.Queste famiglie erano divise:mio zio si sentiva slavo anche se leggeva e parlava italiano.mio padre invece si sentiva italiano anche se parlava croato meglio del mio zio.


p.s. CON QUESTO ARTICOLO NON VOGLIO INDICARE NIENTE NE PORTARE A CONCLUSIONI SBAGLIATE.L'HO MESSO SOLTANTO PERCHE MI SEMBRAVA INTERESSANTE PER LA DISCUSSIONE.

Edited by bajamonti - 18/2/2005, 20:22
 
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CURVA/=\SUD
view post Posted on 18/2/2005, 20:47     +1   -1




la questione è complicata e chi nn ne è informato farebbe meglio a tacere...
Per conto mio, cioè per conto di un mezzo istriano, l'Istria nn può, o meglio nn potrebbe essere abbinata a una singola nazione,

aneddoto familiare:
1° guerra mondiale: il mio bisnonno (padre di mia nonna) è arruolato nell'esercito austroungarico
2° guerra mondiale: mio nonno (padre di mia mamma) combatte per gli Italiani
- mio zio era un marinaio nella Ratna Mornarica, la marina militare jugoslavia
- io, quest'inverno mi è stata recapitata la chiamata alle armi da parte della Croazia (avendo la doppia nazionalità)

questa è la situazione che hanno subito molte famiglie istriane purtroppo, io nn riesco a capire se mia nonna si possa considerare italiana o croata, è nata nell'entroterra(Cerovci), abitato da contadini slavi, ha vissuto a Parenzo, cittadina sulla costa che notoriamente era popolata solo da italiani, ha fatto le scuole italiane, è tutto un miscuglio che somiglia a un rompicapo e nn ha ragione chi ha più morti. Se per esempio mia nonna si sente più istriana-italiana, mia madre si considera istriana-slava... io invece?
io vi presento la mia situazione, sono nato dopo la morte di Tito, l'Istria è stata nel frattempo invasa da croati, serbi, musulmani e albanesi, che ora come ora rendono gli istriani puri una minoranza, e la cosa mi rattrista molto...
Non sono contro gli istriani-slavi, anzi, ma fa male vedere la propria terra stuprata dallo straniero, quest'estate ho rischiato la rissa con immigrati slavi in Istria (ovvero non slavi-istriani, ma slavi croati,serbi,bosniaci ecc) girando coi miei amici a Parenzo solo per il fatto di essere italiano, per questo nn mi stanno molto simpatici, e nemmeno Tito mi sta simpatico, però ha fatto più o meno quello che ha fatto Benito prima di lui..
Quello dell'Istria è davvero un rompicapo che nn ha soluzione...
 
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CURVA/=\SUD
view post Posted on 18/2/2005, 20:51     +1   -1




CITAZIONE (RedSkins THE HOZE @ 17/2/2005, 20:18)


FATE SCHIFO !!

porco dio fai pena te.... drogati di meno
 
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kid_s78
view post Posted on 18/2/2005, 20:58     +1   -1




ma ti tocca andare a fare il militare in croazia??
 
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THE BOYS OF THE WARD
view post Posted on 18/2/2005, 21:14     +1   -1







L'Europa è sotto attacco strategico. Se dall'Africa continua la graduale invasione "anfibia" con la complicità di fatto degli imbelli governi attuali (sia di destra che di sinistra), è dal sud-est che si profila un altro pericolo, quello dell'invasione neoottomana. Questa invasione corre lungo due binari paralleli: quello dell'immigrazione turca in Europa e quello della penetrazione politica, economica e culturale lungo direttrici storiche evidenti.
Cominciamo dalla stessa Turchia all'interno della quale almeno tre diverse tendenze si intrecciano, scontrandosi e influenzandosi:

1) Il panislamismo, forte soprattutto a livello popolare, tradizionalmente antieuropeo e che sfocia nella volontà di conquistare l'Europa per vendicarsi di Lepanto e Vienna.

2) Il panturchismo che si distingue dal precedente perchè più laico e modernizzatore, storicamente antieuropeo ma anche antiarabo, guarda invece ai fratelli di razza turca dell'Asia centrale (geneticamente anche più puri di quelli di Istambul)

3) L'occidentalismo elitario erede di sette esoterico-razionaliste come i "dunmeh". Fortemente laico, filoamericano e filosionista è presente quasi solo a livelli di vertice e può guidare il paese solo gestendo le spinte provenienti dalle correnti popolari. In genere si innesta sulla corrente panturca.
L'interazione di queste tendenze, porta la politica estera di Ankara a sviluppare una politica ben definita, tendente a saldarsi ai turchi centroasiatici e agli interessi sionisti e americani ma anche necessariamente, a trovare in una nuova penetrazione dell'Europa la "missione storica", la valvola di sfogo delle contraddizioni interne.

La Turchia, che come stato moderno nasce con il genocidio degli Armeni cristiani (ma che ancora oggi non riesce a digerire i Curdi) è una potenza asiatica che oggi occupa un territorio europeo e che ha punti di appoggio attuali e potenziali in diversi stati europei. In Bulgaria ad esempio, esistono forti minoranze musulmane (sia turchi che europei islamizzati) istintivamrnte filo turche.
L'Albania è da tempo non solo a maggioranza islamica (seppure tradizionalmente moderata) ma è un tragico esempio di un Paese europeo più volte reciso dalle sue stesse radici storico-culturali originarie. Si assiste alla contraddizione di un popolo islamico che ha come eroe nazionale un capo cristiano che si batteva contro l'invasione musulmana, con una società resa in gran parte atea dal regime comunista e nel quale oggi crescono l'influenza politico-culturale di USA e Turchia. A questo possiamo aggiungere il tentativo dell'integralismo islamico di ravvivare l'Islam locale. Questa destabilizzazione che favorisce tanto la penetrazione islamica che la criminalità organizzata, straripa naturalmente nel Cossovo e in Macedonia (in parte abitata da albanesi).
In Bosnia abbiamo invece uno stato ad egemonia musulmana che risente dell'influenza turca, americana e integralista islamica. La cosa più grave è che questo stato è di fatto artificiale senza una vera giustificazione storica.
E' vero che i musulmani bosniaci sono una maggioranza relativa (rispetto ai cattolici e agli ortodossi) come è vero che questi musulmani non sono immigrati o invasori, ma sono autentici europei che vivono sulla propria terra di origine, ma è altrettanto vero che non costituiscono una nazione ma solo una comunità confessionale. In realtà i bosniaci musulmani sono geneticamente in prevalenza croati, ma anche ungheresi e hanno al loro interno due tendenze culturali contrapposte: quella "turca" ereditata dal dominio ottomano e quella europea (soprattutto germanica) filtrata dai Croati cattolici.
Sul piano storico i musulmani di Bosnia, hanno anche precedenti interessanti in senso europeo: fedeli fino all'ultimo all'impero asburgico nella I° guerra mondiale, oppositori della Jugoslavia massonica e successivamente aderenti al regime fascista croato degli Ustascia, i bosniaci combatterono fino all'ultimo fianco a fianco coi cattolici croati contro i partigiani di Tito e l'armata rossa (ricordiamo che quello ustascia fu l'ultimo esercito dell'Asse a cedere le armi nel 1945, dopo gli stessi tedeschi).
Dopo il 1945 il regime di Tito dichiarò che i musulmani di Bosnia erano una "nazione". Concetto assurdo (anche gli atei erano "musulmani", mentre per contro i cossovari musulmani erano ancora classificati come albanesi) ma accettato successivamente anche dall'occidente e dall'ONU. Al momento della disintegrazione della Jugoslavia nei primi anni '90 , la parte più "europea" dei bosniaci si batteva nei reparti neoustascia al fianco dei Croati per una Bosnia unita alla Croazia, ma tanto l'azione degli occidentali (USA in testa), quanto i capitoli pompati dall'islam petrolifero-integralista, hanno fatto prevalere una tendenza islamista col risultato di avere nel cuore dell'Europa uno stato musulmano perennemente instabile e culturalmente rivolto verso Ankara.
Più a nord la situazione sembrerebbe storicamente più sicura: i nazionalismi croato, ungherese, serbo e romeno anche se spesso divisi da dispute di confine sono tutti concordemente antiturchi, avendo costituito per secoli la grande diga cristiana contro l'invasione. Dobbiamo tuttavia tenere presente che questi popoli combattevano allora con un retroterra sicuro sul piano religioso, culturale e spesso anche militare.
Questo retroterra erano il mondo germanico e quello slavo. Oggi la Russia è piegata dal terrorismo islamico di tribù caucasiche storicamente filoturche, mentre un grande avamposto della nuova invasione turca è proprio nel cuore di Berlino.
In questo contesto si inserisce il tentativo della Turchia di "entrare in Europa", sponsorizzato da partiti politici di ispirazione mondialista e massonica e appoggiato dagli Americani. Con questa manovra 70 milioni di Turchi potranno riversarsi sui paesi europei e alle loro spalle arriveranno di rincalzo i loro fratelli turchestani dall'Asia centrale, ai quali basterà arrivare in Turchia per diventare "europei". Alla pari con italiani, tedeschi o francesi.
Gli attuali governanti degli stati europei dimostrano un totale disprezzo della storia e della geografia, aprendo le porte alle nuove invasioni asiatiche.
Gli europei che hanno respinto gli unni, i mongoli, gli ottomani dovranno pur reagire per sopravvivere.
Il problema sarà: secondo quali direttrici?
Vediamone alcune. La prima e più urgente, è quella di impedire l'entrata in europa agli infedeli asiatici dell'Anatolia, battendosi contro l'insensato tradimento da parte degli attuali politicanti al potere. Parallelamente apparirà sempre più necessaria un'organica collaborazione dei diversi movimenti nazionali europei dal momento che l'invasore sarà lo stesso ovunque. Ma a questo dovrà accompagnarsi una serie di obiettivi geopolitici, demografici e militari quali:

1) Rovesciamento del flusso turco con il rimpatrio rapido e totale delle colonie turche insediatesi in Germania e in altri paesi europei.

2) Inclusione della Bosnia-Erzegovina nella Croazia, ispirandosi alla politica ustascia. Non si tratta di convertire a forza i musulmani, ma far sì che tornino a essere leali cittadini di uno stato europeo al quale appartengono sul piano storico ed etnico.

3) Riconoscimento degli interessi storici serbi nel Cossovo.

4) Rafforzamento del "deterrente greco". Solo una Grecia militarmente forte può tenere a freno la Turchia nell'Egeo e a Cipro.

5) Similarmente, rafforzamrnto del potenziale militare bulgaro come deterrente posto a breve distanza da Istambul.

6) Piena solidarietà all'azione politica-militare russa nel Caucaso, contro l'integralismo islamico.

7) "offensiva" culturale da parte dei paesi europei in Albania. Incentrata sulla minoranza cristiana e sul culto di Skanderbeg, questa operazione avrà l'obiettivo di europeizzare gli albanesi, vale a dire di riportarli alla loro autentica tradizione nazionale.

Il tutto naturalmente implica un rifiuto dell'influenza mondialista e americano-sionista che fa da supporto logistico al rafforzamento islamista nei Balcani e nel Caucaso.

Quanto detto finora si riferisce ad una politica di sicurezza a livello europeo che si limita alla difensiva, affiancata da una diplomazia che renda la Turchia non aggressiva. E' chiaro che se Ankara non dovesse mostrarsi ragionevole un' Europa libera (vale a dire cristiana e nazionalpopolare) dovrà sviluppare anche una politica più attiva mirante alla neutralizzazione della minaccia turca nel medio e lungo periodo. Questo implicherà anche queste altre linee di azione geopolitica:

1) Rivendicazione e riconquista dei territori europei attualmente occupato dai turchi inclusa la città greco-romana di Bisanzio/Costantinopoli "seconda Roma", oggi ancora definita illegalmente " Istambul".

2) Sostegno agli Armeni per la ricostruzione dell'Armenia storica nei suoi confini naturali con la riconquista dei territori oggi occupati da Ankara ma abitati dagli Armeni prima del genocidio.

3) Riconoscimento dell'autodeterminazione dei Curdi di Turchia.

4) Continua pressione su Ankara perchè si liberi dai condizionamenti di ambienti segreti esoterici di origine "dunmch".

5) Stretta alleanza tra la Nuova Europa e il nazionalismo arabo baath, in funzione antiturca ( oltre che antisionista).

E' evidente che una simile strategia geopolitica può essere messa in atto escusivamente da un'Europa che sia se stessa, vale a dire cristiana, imperiale e popolare. Anche su questo piano, la crescita dei movimenti nazionalpopolari europei è un'autentica corsa contro il tempo, una sfida al destino progettato per noi da tutti i nostri nemici.


 
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