Uno a caso |
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| DAL GIORNALE DI BRESCIA DI OGGI 22/12/08:
Un «Rigamonti» da pochi ma buoni Col Grosseto minimo storico ma tanto calore BRESCIASeicentottantotto. Tanti erano venerdì sera i paganti al «Rigamonti» contro il Grosseto. Minimo storico per questa stagione, che comunque aveva già registrato altre partite con meno di 1000 tagliandi staccati: ad esempio contro Triestina (885), AlbinoLeffe (905) e Piacenza (940). Ma mai c’era stato un numero così basso di paganti. Nella gara, tra l’altro, che ha regalato al Brescia la prima posizione in classifica, confermata poi dai risultati di sabato. E lo stupore dei giornalisti toscani nel leggere la lavagna con i dati relativi agli spettatori era palpabile, così come la difficoltà di quelli locali a spiegare i perché. Eppure... Eppure venerdì sera è stato il classico caso di «pochi ma buoni», perché al Rigamonti a tratti si è respirata l’aria mitica degli anni Ottanta, con i cori a partire dalla tribuna laterale e dal parterre, il battere le mani ritmato di tutti i settori, gli applausi ironici per le strampalate decisioni dell’arbitro Pierpaoli. A riportare quell’entusiasmo sano di una volta una serie di ingredienti che sanno da sempre trasformare l’impianto di Mompiano: una squadra che va in vantaggio e che poi è costretta a soffrire perché resta per un tempo con un uomo in meno; un avversario che preme e che ti lascia sempre col fiato sospeso; un arbitro che nega un rigore agli avversari e che poi, magari per farsi perdonare, fischia tutto a senso unico e sempre a sfavore del Brescia. Ecco allora lo stadio trasformarsi, i pochi paganti e gli altrettanto pochi abbonati presenti diventare per quanto possibile l’uomo in più. Era così al «Rigamonti» anni fa (quando anche la gradinata sapeva farsi sentire...) è stato così venerdì sera. Quindi applausi a ogni recupero difensivo di Caracciolo e Possanzini, i fischi a ogni decisione sbagliata di Pierpaoli - e c’era l’imbarazzo della scelta... - il coro «Brescia Brescia» scandito a più riprese. Fino al classica «finita finita!» al terzo dei quattro minuti di recupero concessi dal direttore di gara. A dimostrazione che l’amore per questa squadra c’è sempre stato e sempre ci sarà. A dimostrazione che quei pochi che frequentano lo stadio - e ai quali il Brescia deve dire grazie - hanno voglia di essere protagonisti, di dare il loro piccolo o grande contributo per tenere le rondinelle lì, in alto, a lottare per la serie A. Poi viene in mente il famoso stadio nuovo, quello di cui tanto si parla e che si spera un giorno trovi anche realizzazione. Un impianto senza pista d’atletica, con il pubblico a ridosso del campo. Come in Inghilterra. E allora anche il coro «Brescia Brescia» avrebbe tutto un altro effetto... g. l. m.
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