| Martedì scorso, attaccata al pomello fuori dalla porta del mio appartamento, ho trovato una busta con dentro il libro "A volto coperto", gentile omaggio di mia madre che, devo ancora capirlo, o ha provato un ultimo disperato tentativo di redenzione o, forse, s'è definitivamente rassegnata alla situazione del figlio. Comunque, a parte ciò, prima di iniziare la lettura ho fatto qualche ricerca in rete e, non posso negarlo, quando ho letto che l'autore era un celerino attivo sul campo e non il classico tuttologo-scrittore son rimasto un pò turbato; non sapevo cosa aspettarmi onestamente, un tiro al bersaglio? le solite frasi fatte che vengono propinate ciclicamente? Con quale obiettività poteva porsi uno che sta dall'altra parte della barricata rispetto al "mio mondo"? L'unico modo per togliersi questi pensieri e dubbi era solo uno, ovviamente, leggere. Ho finito sabato pomeriggio le 532 pagine del libro e non posso non dire che, a mio modesto parere, è un libro che merita la lettura: nonostante sia un romanzo resta molto spesso aderente alla realtà, non condanna a prescindere determinati atteggiamenti che vengono sempre usati per denigrare il mondo ultras, mi sono ritrovato in maniera stranamente precisa in certe descrizioni di personaggi, ambienti, vita e, soprattutto, sensazioni e sentimenti. La lettura scivola davvero bene alternando narrativa, dialogo e pure "pensieri" in corsivo che danno quel che di intimo in più al libro. Il dualismo ultras/blu(celerino nella fattispecie) credo sia ben strutturato e molto spesso, come molti di noi sanno, si intuisce che anche lo stesso autore sa bene che sono due facce della stessa medaglia con eccessi sia da una parte, che comunque resta civile, sia dall'altra che è statale e quindi con annessi e connessi di un certo tipo. Logico che, essendo un romanzo, qualche forzatura la si può trovare ma, nel complesso, credo che chi vive o ha vissuto da ultras non possa non ritrovarsi in alcune frasi, pensieri e situazioni di vita vissuta. Lo sfondo della città di Genova e degli ultras genoani come attori risultano un mix azzeccato sia per le fattezze della città sia per l'indubbio valore della tifoseria menzionata. Anche il discorso internet viene affrontato e, con stupore ma concreta pragmaticità, fa capire ciò che può innescare non usare bene questo strumento che, come molti di noi sanno, ha pro ma anche diversi contro. Non voglio citare parti del libro, onde evitare di rovinare la lettura a chi potesse essere interessato, ma il finale è abbastanza da magone per i personaggi della nostra sponda e, probabilmente, viene data forse per scontata un'eccessiva predisposizione a salvarsi il proprio culo a discapito di altri, cosa che, nella mia esperienza personale, non son riuscito a vedere fortunatamente. Mentre leggevo le parti che trattavano i blu mi immaginavo, a parti invertite, i pensieri di chi è dall'altra parte mentre leggeva quelli riguardanti "noi": son cose che forse non si vuol pensare perchè si sa già la risposta che può venire dalla controparte. Così come maledicevo i blu mentre leggevo certe cose che, purtroppo, bene conosciamo, allo stesso modo mi son pensato bersaglio di invettive dall'altra parte quando entriamo in azione in determinati modi. La lettura è stata probabilmente molto veloce perchè la parte scontro è trattata molto approfonditamente essendo vissuta sul campo, a differenza di tanti saccentoni che parlano per sentito dire, perchè i personaggi sono molto ben definiti e con le proprie caratteristiche che penso chiunque, come ho fatto io, possa associare alla propria vita. Logico che la morale del libro e del racconto non potrà mai essere pro ultras, ci mancherebbe, ma questa era la cosa che mi interessava meno in quanto quello che mi premeva di più era la raffigurazione del "noi", di persone che hanno una vita normale, problemi e bisogni come tutti, ma che, a differenza di molti altri, ha trovato in questo mondo quel qualcosa che non è riuscito a trovare in altri vizi, in altre persone, in altre passioni. Ciò che siamo noi lo sappiamo, ma gli altri non potranno mai capirlo non vivendolo da dentro.
Ho scritto un pò di pensieri in ordine sparso per dire la mia sull'argomento, se ci fosse qualcun altro che ha letto o leggerà il libro mi farebbe piacere sapere le sue opinioni per vedere se ho visto giusto o se, magari, mi son perso qualcosa. Di certo non si può dire che non faccia riflettere e porsi delle domande di non poco conto. Saluti.
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