CITAZIONE (Serbos1926 @ 28/4/2020, 23:19)
CITAZIONE (Gozzo1.0 @ 28/4/2020, 23:00)
Questo "presunto" valore morale di cui si vantano gli ultras oggi mi fa ridere.ho già letto 3/4 comunicati come questo,capisco il momento emotivo che può vivere per esempio una realtà come brescia,x carità.ma ragioniamoci 3 minuti,quindi alla riapertura delle attività niente aperitivo fuori?niente cene?niente ritrovi con amici?qual è la differenza con l andare a una partita??lo fanno x i soldi?sicuramente,ma pensate che x 10 giocatori miliardari ci sono 100(forse 1000) persone normali che con il calcio e il suo indotto vivono;pensate ai vari baretti ai paninari,gli alberghi,ristoranti,autisti di bus ecc ecc ecc...ecco io prima di criticare una cosa x partito preso ci ragionerei un po' su..perché ripartire sarà parecchio dura e ci vorrà l aiuto e la necessita' di tutti.
Al netto della sicurezza ovviamente.
ATTENZIONE.non dico che si deve ripartire x forza,ma se ci sono le possibilità perché non provarci??e io allo stadio non vado più da 10 anni
La rabbia e che si sta parlando di ripartenza solamente della Serie A, mentre i campionati minori verranno annullati, con il rammarico di chi ha vinto già campionati, es.Benevento. Ti lascio immaginare nelle categorie dilettantistiche in quanti vivono intorno al pallone, con normali stipendi e non sono certo milionari.
Se si riparte per salvaguardare l'economia di TUTTI allora mi sta bene, se si parte solamente perché chi fattura 100 milioni di euro all'anno rischia di fatturarne 90, allora NO!
Guarda, posto che sono globalmente d'accordo sull'immoralità delle questione legate al calcio italiano in questi mesi, il punto è un altro: in Italia non esiste un TUTTI. Dal 2010, esiste la Lega serie A, che è una cosa. Ed esiste la Lega serie B, che è un'altra.
È chiaro come il sole che nel 2010 sia stata fatta questa scelta per favorire i grandi club e mantenere il grosso dei soldi nella massima serie.
La società Benevento non è che voglia venire in A per fare un favore ai suoi tifosi. Vuole venire in A per battere cassa e spartirsi i diritti tv della massima serie, per fare un esempio.
Lo scollamento tra società calcistiche e tifosi è sempre più forte e le problematiche vengono fuori ovviamente in momenti di crisi. Noi viviamo ancora la squadra di calcio come una passione, però ci piace quando arriva qualcuno che investe e la fa vincere. La società (molto spesso) vede la squadra come un'azienda di cui i tifosi sono una parte; è bello che ci siano i tifosi festanti, ma devono quadrare i conti.
E questo, secondo me, è un problema ad oggi insanabile nel calcio italiano.
Per fare chiareza sul calcio ai tempi del covid. È una guerra sottotraccia tra tre potenze: la Lega serie A, le Televisioni e il Governo.
A nessuna delle tre sembra fregare un beato cazzo che effettivamente si giochi. Nessuna delle tre vuole perdere soldi. Né governo né Lega vogliono accollarsi la responsabilità di fermare il campionato.
La Lega non vuole prendersi la responsabilità di interrompere il campionato, altrimenti verrebbero meno i contratti televisivi e si congelerebbero i pagamenti dei diritti. Quindi la Lega vuole che il governo si assuma la responsabilità di un blocco della serie A, così almeno qualche milioncino dalle TV lo prenderebbe. Il governo (giustamente) è ben lungi dall'infilarsi anche in questo problema e dal farsi fare causa dalle televisioni. Ci manca solo che, con le pezze al culo con cui sta l'Italia, si debbano anche pagare le penali dei diritti TV della serie A con i soldi pubblici.
In tutto ciò, c'è una quarta forza meno importante ma da non sottovalutare. I calciatori, i quali vorrebbero rifiutarsi di giocare ma continuare a percepire il 100% del loro stipendio (poverini
). Quindi non si prendono la responsabilità di non giocare, ma aspettano che se la prenda qualcun altro così possono dire "eh, ma noi volevamo giocare, mi dispiace, ci han detto di no, quindi non dobbiamo rinunciare ai soldi".
Per questo, forse, un comunicato di un qualsiasi gruppo ultras è troppo semplicistico.
Per quel che mi riguarda, vale sempre il solito, adorato e sempreverde
NO AL CALCIO MODERNO